Fu direttore sportivo biancoblù negli anni Ottanta e Novanta, e inaugurò un’epoca in Leventina con l’arrivo dei campioni dell’ex Unione Sovietica

Ad Ambrì lo ricordano come il ‘commissario tecnico’, in un’epoca in cui la parola direttore sportivo non era ancora di moda: da tempo malato, all’età di settantacinque anni se n’è andato Sergio Gobbi, lo storico ‘diesse’ dell’Ambrì Piotta degli anni Ottanta e Novanta. Ad anticipare la notizia è la Rsi.
Approdato nella dirigenza biancoblù dopo aver fatto carriera partendo da un Interclub che fa da cappello alle varie entità che popolano l’universo del tifo biancoblù, Sergio Gobbi è passato alla storia per essere stato colui che riuscì a portare alla Valascia i primi stranieri in arrivo dall’ex Unione Sovietica, sfruttando le conoscenze che poteva vantare in Russia. Fu così che si inaugurò un nuovo capitolo per la società leventinese, subito dopo il grandissimo colpo messo a segno dalla dirigenza di un Friborgo che ingaggiò due leggende come ‘Slava’ Bykov e Andrei Khomutov, portando in Ticino giocatori del calibro di Petr Malkov e Juri Leonov: il primo in arrivo dal Cska di Mosca, il secondo dai ‘cugini’ della Dynamo. L’arrivo dei due attaccanti diede avvio a una nuova era di fuoriclasse che hanno calcato il ghiaccio della Valascia: da Dmitri Kvartalnov (arrivato dall’organizzazione dei Boston Bruins nel 1994) a Valeri Kamensky (dai Québec Nordiques, sempre nel 1994), da Igor Chibirev (dagli ormai scomparsi Hartford Whalers nel 1995) a Oleg Petrov. Pur se quest’ultimo, approdato ad Ambrì dai Montreal Canadiens all’inizio della stagione 1996/1997, era giunto in Ticino quando Sergio Gobbi aveva da poco ceduto il suo incarico a Raffaele Jelmini e Fiorenzo Panzera, sotto la presidenza del compianto Emilio Juri.