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L’ultima chiamata. ‘O le valigie per Zugo o per le ferie’

Chris McSorley e il suo Lugano alla sfida da ultima spiaggia. La fiducia Yves Stoffel: ‘Anche martedì abbiamo dimostrato di essere alla pari’

‘Genoni incredibile? Dobbiamo andare più diretti sulla porta’
30 marzo 2022
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Non c’è più tempo per le parole. Per Chris McSorley e il suo Lugano ora contano solo i fatti: sotto 3-0 nei quarti di finale contro uno Zugo intrattabile ma non invincibile, domani sera alla Cornèr Arena i bianconeri devono portare a casa la prima vittoria in questi quarti di finale, per tornare sperare. E la speranza è davvero l’ultima a morire, dopo quanto visto nelle tre precedenti sfide.

Guardando al tabellino dell’atto numero tre, martedì a Zugo, balzano subito all’occhio le due reti (la seconda e la terza) segnate dal quarto blocco, firmate da Luca De Nisco e Dario Allenspach. Due giovani che non hanno tantissimo ghiaccio a disposizione (5 minuti e 37 secondi il primo, 7 minuti e 20 il secondo) ma che sono risultati determinatnti al fine del risultato. Di giovani di talento ce ne sono però anche nelle fila bianconere, come quell’Yves Stoffel – ironia della sorte – proveniente anche lui dal vivaio dello Zugo, e che nel suo primo anno a Lugano ha giocato ben 51 partite, mettendosi in mostra grazie a ottime qualità tecniche e fisiche. Tuttavia, alla voce reti segnate il ventunenne attaccante nativo di Coira è sempre fermo a un emblematico zero, a fronte di sette assist. A chi glielo fa notare, Stoffel reagisce mostrando un amaro sorriso. «Se sono invidioso di De Nisco e Allenspach? No, per niente – dice senza esitazioni il numero 9 del Lugano, che martedì è rimasto sul ghiaccio per 6 minuti e 27 secondi –. Dall’altra parte, però, mi dico che ciò mostra a tutti come anche i terzi e i quarti blocchi siano importanti per la squadra, e ogni tanto possono anche essere anche decisivi».

Stoffel, ci mancherebbe, non vuole neppur sentire parlare di serie finita. «No, assolutamente! – dice facendosi serio e convinto, l’ala grigionese –. Anche martedi, come nelle precedenti due serate abbiamo dimostrato di essere alla pari con lo Zugo, ma alcuni errori ci hanno condannato. Dobbiamo essere più diretti sulla porta di un Leonardo Genoni che sta disputando una serie incredibile. Quanto a me, questi sono i miei primi playoff: è una sensazione indescrivibile, ed è peccato che finora non sia arrivata la vittoria. In pista si respira un’atmosfera diversa, i tifosi sono fantastici e domani dovranno essere ancora più vicini a noi. Anche se non ho moltissimo spazio sul ghiaccio, ed è comprensibile visto che è la mia prima esperienza, getto in pista tutte le mie forze e faccio quello che l’allenatore si attende da me. Lo so, devo essere più concreto in fase offensiva, e in effetti mi manca il gol, ma l’importante è non mollare. Soprattutto non in questo momento cruciale».

Il fatto che abbia deciso di offrirgli subito un contratto triennale, dimostra quanto creda nelle possibilità di Yves Stoffel la società bianconera. «Secondo me in questi mesi ho fatto grossi progressi, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto difensivo, abituandomi a ciò che significa vivere e crescere in una squadra di professionisti. Il mio obiettivo era riuscire a ritagliarmi sempre un posticino da titolare, e l’ho raggiunto. Chiaro, c’è voluto il giusto tempo per ambientarmi, ma molti dei miei compagni mi hanno aiutato a fare dei passi avanti, sul ghiaccio e fuori. Finora è stata una bella esperienza: mi sono subito ambientato bene in una regione per me nuova, e ora spero soltanto che il nostro cammino in questa stagione possa avere un seguito».

’Se vinciamo, sono sicuro che ci sarebbe un effetto domino’

Come l’altra sera, anche stavolta il Lugano dovrà fare a meno di un Luca Fazzini infortunatosi in gara 2. Così, molto probabilmente sul ghiaccio domani andranno gli stessi effettivi di martedì. «Non ci troviamo certo nella situazione in cui avremmo voluto essere – sono le parole del coach canadese Chris McSorley alla vigilia della quarta battaglia –. Abbiamo di fronte una squadra tosta, senz’altro, ma non nego che anche la nostra ha mostrato delle belle cose. Siamo stati brillanti, ma a volte lo siamo stati meno: in tutte le prime tre serate per 40 minuti abbiamo giocato belle partite, ora dobbiamo trovare la formula giusta per fare la stessa cosa per sessanta minuti e oltre. Le grandi occasioni per segnare ci sono state, le abbiamo create: dobbiamo insomma trovare la soluzione per segnare. Anche con il naso, se dovesse essere il caso, ma il disco deve entrare. Non c’è più un ritorno: o vinciamo o siamo morti. Sessanta minuti di assoluta concentrazione, in cui dobbiamo dare tutto ciò che abbiamo. Venerdi mattina, quando ci alzeremo o faremo i bagagli per andare a Zugo oppure quelli per andare in vacanza. Ma sono sicuro che se dovessimo vincere domani, ci sarebbe un effetto domino a nostro favore».

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