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‘Giocando come martedì, possiamo battere chiunque’

Per Trisconi, la partita di Zugo ‘ha avuto un finale amaro, ma ha ribadito che l'Ambrì da diverse partite a questa parte sta giocando bene’

3 marzo 2021
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In bocca c'è ancora un po' di quel gusto amaro lasciato dal boccone che l'Ambrì Piotta ha dovuto masticare alla Bossard Arena. Anche dopo averci dormito su una notte. Perché vedersi sgretolare il sogno del colpaccio sulla pista del capolista a un niente dal realizzarlo non può non far male. Soprattutto perché, al termine di una generosa partita, l'Ambrì Piotta si è ritrovato per le mani un pugno di mosche. Vedendo pure sfumare, per la seconda volta in stagione – era già successo a cavallo tra fine novembre e inizio dicembre, quando dopo aver sconfitto il Ginevra e per due volte il Davos, furono poi sopraffatti dal Langnau – il sogno di calare un poker di successi consecutivi. «Anche dopo averci dormito su, alla consapevolezza di aver comunque disputato una buona partita, prevale comunque un po' di delusione per non essere riusciti ad andare a punti – ammette Noele Trisconi –. Soprattutto perché stavamo giocano alla pari con i nostri avversari. Una prestazione che meritava di essere ripagata con un punto, se non addirittura qualcosa in più, e invece... Di positivo c'è comunque il fatto che ancora una volta abbiamo giocato su buoni livelli, e questa è una costante che si sta ripetendo da diverse partite. Ed è a questo che dobbiamo pensare per affrontare le prossime sfide, scordandoci il finale amaro del match della Bossard Arena».

La sconfitta di martedì è un po' come il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: da un lato ha azzerato la striscia positiva dei biancoblù, ma dall'altro, per come la partita si è sviluppata, ha ribadito che da quattro partite a questa parte l'Ambrì Piotta sta girando su buoni livelli: qual è allora il sentimento che prevale fra i due? «Non è che la battuta d'arresto ci abbia fatto tornare con i piedi per terra, perché quelli li abbiamo sempre tenuti ben saldi al terreno. Però, appunto, ancora una volta, ed è la quarta di fila, siamo riusciti a esprimerci su buoni livelli, e questo ci dà la consapevolezza che continuando così, i pre-playoff sono sicuramente alla nostra portata».

Beffa tra le beffe, la partita persa con lo Zugo è forse stata quella meglio interpretata dai biancoblù, se paragonata a quelle (vinte) contro Rapperswil prima e Langnau dopo... «Sì, effettivamente dal profilo della continuità, forse quella di Zugo è stata la nostra migliore prestazione. Contro sangallesi e bernesi solo a tratti eravamo riusciti a esprimerci su buoni livelli; soprattutto in avvio, non eravamo riusciti a interpretare il match nel migliore dei modi, per poi crescere cammin facendo. Alla Bossard Arena, invece, siamo stati costanti per tutto l'arco del confronto, facendo il nostro hockey. È comunque vero che ancora una volta ci siamo gravati di qualche penalità di troppo, e questo è un aspetto che dovremo migliorare».

Da Zugo non sarete tornati con punti in tasca, ma di certo con la consapevolezza che giocando su quei livelli l'Ambrì ha tutti i mezzi per mettere in difficoltà chiunque. A cominciare dal Bienne, che domani sera sarà di scena alla Valascia: «La partita di ieri è la conferma che possiamo vincere contro chiunque, a patto però di giocare al meglio tutte le nostre carte e di attenerci al nostro sistema. D'altro canto sappiamo anche benissimo che se non lo facciamo, possiamo invece perdere contro qualsiasi avversario».

Assieme a Flynn, Grassi, Ngoy e Zwerger, sei tra i pochi ad aver giocato tutte le quaranta partite di stagione regolare sinora disputate dai biancoblù. Dopo cinque mesi quasi ininterrotti di hockey, non c'è un po' di stanchezza? «Beh, un po' di stanchezza la si prova, soprattutto perché questa, al di là di tutto, è una stagione particolare, dove spesso capita di giocare diverse partite ravvicinate per poi doverti fermare per qualche giorno. Non avere una certa continuità nelle partite affatica anche e soprattutto mentalmente: con la testa non riesci quasi mai a staccare. Ma, bene o male, quando vai sul ghiaccio, la stanchezza la dimentichi, e cerchi di dare sempre il massimo».

Quaranta partite tutte d'un fiato

A fronte delle quaranta partite giocate, il bottino tuo personale in fatto di reti è però fermo alla sera del 13 novembre, data del tuo prima (e sin qui unico) gol stagionale, segnato al Berna: ti pesa questa astinenza da gol? «Un po' sì; mentirei se dicessi il contrario. So benissimo che il compito principale mio e della mia linea non è quello di segnare a tutti i costi, ma è innegabile che, soprattutto per un attaccante, la ricerca del gol sia un ingrediente imprescindibile. Segnare ti dà fiducia e consapevolezza nei tuoi mezzi; quando ci riesci, poi tutto diventa un po' più facile. Mi manca, sì, ma non devo farmi condizionare: prima o poi, continuando a lavorare come sto facendo, arriverà anche quello».

Chi il gol lo sta trovando invece con una bella regolarità nelle ultime partite è Perlini, a bersaglio tre volte nelle ultime quattro partite: «Brendan ci sta dando una grande mano sul piano offensivo. Il suo arrivo ha permesso di sopperire all'assenza di un attaccante di peso come d'Agostini; il fatto che nelle ultime partite si sia sbloccato, segnando reti anche importanti, non può che far piacere».

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