Formula 1

Verstappen supera anche l'esame di cinese

L'olandese domina a Shanghai un Gp caratterizzato dal ruolo della safety car e dall'ennesima delusione per Hamilton; seconda la McLaren di Norris

21 aprile 2024
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È un lavoro di ordinaria amministrazione quello svolto a Shanghai dal triplice campione in carica Max Verstappen, che di nuovo ha ridicolizzato tutti i suoi avversari conquistando la gara sprint del sabato, la pole position e il Gp di domenica. L’unica vera gioia, in quella che per l’olandese è ormai diventata routine, sarà stata aver finalmente vinto in Cina, dove a causa della pandemia di Covid-19 non si correva più dal lontano 2019.

Preso il largo già dalle prime fasi grazie a una partenza impeccabile, Max e la sua Red Bull si sono poi limitati a gestire al meglio una supremazia diventata più che imbarazzante. Il solo momento in cui il figlio d’arte ha mollato la presa è stato quando, alla 14a tornata, si è fermato per togliere le gomme medie e montare le hard: al comando, per qualche minuto è allora passato il convincente Norris su McLaren. Ma la normalità si è poi ristabilita poco dopo, quando anche il britannico ha effettuato il suo primo pit-stop, consentendo a Verstappen di stabilire il giro fin lì più veloce e di riprendere il controllo delle operazioni. «Ho provato sensazioni incredibili», ha detto il vincitore, al successo numero 58 in carriera, il quarto nelle prime cinque uscite stagionali. «La macchina procedeva come se viaggiasse su binari, potevo davvero fare ciò che volevo, senza alcun problema».

In sole altre due occasioni, più avanti, i rivali hanno avuto la possibilità di tornare a vedere Max da vicino, e in entrambi i casi è stato per merito dell’entrata in pista della safety car, che ha neutralizzato i distacchi. Nel primo caso, le bandiere gialle sono sventolate a causa del guasto occorso alla Sauber di Bottas (probabile rottura del motore Ferrari) quando il finlandese era in 11a posizione. Nell’altra occasione, invece, a richiedere l’intervento della safety car quando le vetture avevano appena ricominciato a spingere sono stati un paio di contatti nelle retrovie, con Stroll (Aston Martin) che va scelleratamente a tamponare Ricciardo (Racing Bulls), mentre Tsunoda, sull’altra Racing Bulls, si faceva investire dalla Haas di Magnussen. Tutt’e due le volte, l’entrata sul tracciato della safety car è parsa un po’ tardiva: forse commissari e addetti ai soccorsi cinesi – dopo cinque anni senza Gp – hanno perso un po’ di smalto e reattività.

In entrambi i casi, i comuni mortali hanno soltanto fatto in tempo a scorgere gli scarichi di Verstappen, che poi ha immediatamente rifatto il vuoto non appena ha riavuto pista libera. L’intervento della safety car è pure servito a tutti per cambiare le gomme. Da segnalare, in questo senso, il perfetto pit-stop della Red Bull sulla monoposto di Max, durato meno di 2 secondi. Curiosa, a proposito di pneumatici, la strategia dell’Aston Martin per Alonso, che è l’unico – al cambio – a scegliere le soft, sperando forse di riuscire ad arrivare fino alla fine senza più fermarsi, quando però manca ancora una trentina di giri.

In realtà, l’asturiano sarà costretto – alla 44a delle 56 tornate – a fermarsi di nuovo per montare gomme dure, grazie alle quali piazza subito il nuovo giro veloce (che nessuno sarà più in grado di battere) e si lancia in una bella rimonta, condita dal brivido per una spanciata sul cordolo dalla quale riesce però a riprendersi grazie a un po’ di fortuna e alla sua impareggiabile esperienza.

Ad ogni modo, non riuscirà a far meglio di un 7° posto finale: non avesse rischiato con le morbide al primo cambio, avrebbe forse concluso meglio. Magari salendo sul podio, che è invece stato occupato, dietro sua maestà Verstappen, da Norris su McLaren (staccato al traguardo di 13 secondi) e dall’altra Red Bull, quella del messicano Perez. «Davvero non mi aspettavo di chiudere addirittura secondo», ha detto il britannico, autore di un buon weekend in cui è riuscito a conquistare la pole position per la gara sprint. «Molte cose mi hanno sorpreso», ha continuato, «a cominciare dalla mancanza di ritmo delle Ferrari e dalla nostra invece ottima tenuta, non molto lontana dalle prestazioni della Red Bull».

Ai piedi del podio hanno concluso le due Ferrari, con il monegasco Leclerc al quarto posto e con la quinta piazza per lo spagnolo Sainz, separato in casa dato che al termine della stagione partirà verso nuovi lidi: lascerà il suo volante al 7 volte iridato Lewis Hamilton, che dirà addio alla Mercedes.

I due piloti del Cavallino, che non si sono mai amati e che nella gara sprint di sabato avevano finito per danneggiarsi a vicenda, non hanno potuto combinare nulla di eccezionale a Shanghai, accusando un ritardo non soltanto sulle Red Bull, ma anche sulle McLaren, specie quella di Norris. Eloquente, in quest’ottica, è stato vedere con quale facilità Leclerc, al 39° giro, è stato superato da Perez, che come pilota non è certo un fuoriclasse, però dispone di una vettura nettamente superiore.

Del tutto anonimo il weekend di Hamilton, scattato dal fondo della griglia in seguito a qualifiche disastrose che lo hanno visto eliminato già nel Q1. Il britannico – costretto a guidare una monoposto che non ha saputo adeguarsi al nuovo regolamento e che da qualche anno arranca nella scia non solo della Red Bull ma di altre 2-3 scuderie – ha terminato la gara soltanto al 9° posto, dopo una parziale rimonta ‘a elastico’ e dopo aver trascorso l’intero Gp lamentandosi via radio col suo box per la pochezza della sua macchina.

Due parole sulla Sauber, che anche stavolta non è riuscita a conquistare nemmeno 1. Bottas, per la verità, qualche speranza agli appassionati rossocrociati la stava regalando: nel corso dei primi venti giri, infatti, stava difendendo la decima piazza con cui era scattato in griglia, ma poi purtroppo, come detto, è stato tradito dal propulsore. Zhou invece dovrà accontentarsi del 14° posto finale e degli applausi tributatigli dagli spalti dai suoi connazionali, felici di vederlo finalmente correre per la prima volta entro i patri confini. Infine segnaliamo un record – non troppo prestigioso – stabilito dal tedesco Nicolas Hülkenberg, che eguaglia l’italiano De Cesaris con ben 208 Gp disputati e nessuna vittoria in bacheca.

Ora in classifica Verstappen allunga e si porta a quota 102 punti, seguito dal compagno Perez con 79 e dal ferrarista Leclerc con 71. 65 sono invece i punti di Sainz (Ferrari), mentre quinto è Norris a quota 55. La Red Bull, ovviamente, dopo questa gara consolida il primato nella classifica costruttori, che la vede dominare con 181 punti. La Ferrari ne ha 142, 91 per la McLaren, 46 per la Mercedes e 40 per l'Aston Martin. Ancora a quota zero la Sauber.

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