CICLISMO

Senza grandi nomi al via, la corsa sarà più aperta

Presentato il Tour de Romandie in programma dal 25 (Port-Valais) al 30 aprile (Ginevra). Tra i favoriti, Yates, Izagirre, Higuita e Bardet

13 aprile 2023
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Una schiera di outsider e le speranze svizzere riposte su Gino Mäder: il Tour de Romandie partirà il 25 aprile da Port-Valais senza grandi favoriti, ma con la promessa di una corsa aperta.

Questa 76ª edizione non vedrà al via nessuno dei grandi nomi delle corse a tappe, a parte il colombiano Egan Bernal (che sta ancora cercando di rimettersi dal tremendo incidente stradale di un anno fa) e il britannico Chris Froome, anche se non è detto che siano tra i favoriti. Il direttore del Tour de Romandie, Richard Chassot, ne è consapevole. «Sicuramente non ci saranno Tadej Pogacar, Remco Evenepoel o Primoz Roglic, ma questo lascia molte possibilità agli altri, che non saranno vittime di una corsa bloccata. Se uno dei tre dovesse partire, sapremmo già il nome del vincitore.

Spetta agli audaci cogliere l'occasione di succedere al russo Alexander Vlasov, l'ultimo vincitore, ma che per il momento non è stato annunciato come partente. Tra i potenziali vincitori, si profilano i nomi dell'inglese Simon Yates, del colombiano Sergio Higuita, dello spagnolo Ion Izagirre e del francese Romain Bardet.

Vincitore di due tappe lo scorso anno, il britannico Ethan Hayter troverà di nuovo terreno di suo gradimento. Il campione del mondo a cronometro, il norvegese Tobias Foss, potrebbe indossare la prima maglia gialla – quella tradizionale verde è stata abbandonata proprio quest'anno – al termine del prologo di quasi sette chilometri a Le Bouveret.

Sedici svizzeri al via

Per quanto riguarda la Svizzera, tutti gli occhi saranno puntati su Gino Mäder, la carta migliore per vedere di nuovo un elvetico sul gradino più alto del podio a 25 anni dal trionfo di Larent Dufaux. Il bernese è arrivato secondo nel 2022 dopo un'eroica cronometro a Villars. In questa stagione, lo scalatore della Bahrain è stato relativamente discreto: dopo il buon piazzamento alla Parigi-Nizza (5° posto assoluto), non ha brillato al Giro di Catalogna con un 46° posto finale.

Saranno sedici i corridori svizzeri al via. Un record per Richard Chassot, responsabile della corsa dal 2006. Ma a parte Mäder, nessuno degli altri quindici corridori è in grado di lottare per la classifica generale. Sébastien Reichenbach e Yanis Voisard del team Tudor potrebbero fare bene su strade che conoscono a menadito. Al via ci sarà anche quest'anno una selezione di Swiss Cycling.

Il ricordo di Thomas

Il percorso sarà interessante. Con un prologo a Port-Valais che si avvicina a una tappa a cronometro di 6,8 km. «Il percorso è piuttosto pianeggiante e privo di difficoltà tecniche, quindi i corridori più forti si troveranno a loro agio», afferma Richard Chassot.

In seguito, i corridori troveranno terreno adatto nella Vallée de Joux e a La Chaux-de-Fonds per mostrare le loro abilità. Il primo appuntamento potenzialmente decisivo si terrà a Châtel-St-Denis venerdì 28 aprile, con una cronometro di 18,7 km, ideata dall'ex campione olimpico Pascal Richard. Il percorso condurrà i corridori a Les Paccots e per arrivarci dovranno scalare la côte de la Frasse.

Sabato, la tappa regina condurrà il gruppo da Sion a Thyon 2000. Una giornata con quattro gran premi della montagna e più di 4’300 metri di dislivello positivo. Proprio su questo traguardo, nel 2021, Geraint Thomas era caduto a un passo dal traguardo, lasciando la vittoria al canadese Michael Woods.

La corsa si concluderà sul maestoso Quai du Mont-Blanc di Ginevra, probabilmente in uno sprint di gruppo, a meno che un corridore ben piazzato non voglia provare a scuotere per l'ultima volta la gerarchia acquisita.

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