Martin Blaser, vicepresidente e delegato del Cda dell'Fc Lugano, ha illustrato novità e strategie del club, dentro e fuori dal campo
La notizia circolava da giorni, ma giovedì è giunta pure la conferma ufficiale: Mattia Croci-Torti, sulla tolda dall'autunno del 2021, ha rinnovato l'accordo come allenatore del Lugano fino al 2028, vale a dire altre tre stagioni oltre a quella corrente.
«Posso soltanto ringraziare chi mi ha offerto l'opportunità di continuare questa mia avventura sulla panchina bianconera», ha commentato felice ed emozionato il tecnico momò, «ma voglio dire grazie anche ai miei giocatori, che sono stati fondamentali per il raggiungimento dei buoni risultati colti in questi tre anni. Spero di poter dare altre soddisfazioni a tutti coloro che hanno il Lugano nel cuore».
L'annuncio del rinnovo è stato dato nel corso della conferenza stampa di metà stagione che la società sottocenerina ha indetto giovedì in tarda mattina al Lac. «Siamo felici che Mattia rimanga con noi», ha detto il tedesco Sebastian Pelzer, chief sports officer bianconero. «La durata del suo nuovo contratto è una dichiarazione d’intenti e ne certifica l’identificazione col club. Siamo molto contenti di aver intrapreso questo percorso con lui. Ci ha conquistato grazie al suo lavoro e al suo carisma».
Il Crus, dunque, non si sente appagato da quanto svolto fin qui a Cornaredo. «In questi anni il club ha sempre alzato l'asticella, siamo sempre più forti e abbiamo obiettivi ben precisi. E quindi per me, anche come ticinese, la prospettiva di continuare su questa panchina – pure nella prospettiva di giocare nel nuovo stadio – era la mia vera priorità, oltre che un privilegio. Nelle trattative per il rinnovo, il lato finanziario non è stato fondamentale, anche se il denaro è una parte importante della propria vita. A contare di più sono state le ambizioni, mie e del club: era importante che combaciassero. Non continuare con questa squadra, da parte mia, sarebbe stato probabilmente un errore. E ora non vedo l'ora di ricominciare a giocare, a partire da domenica in casa contro il Basilea: vogliamo i tre punti».
I buoni risultati raggiunti avranno magari indotto qualche altra squadra a desiderare di accaparrarsi i servigi di Croci-Torti... «Tutti hanno sogni e ambizioni, dunque certamente ci sarà un giorno in cui vorrò provare un'avventura da un'altra parte, non lo nego. Ma per ora qui va tutto bene, le dinamiche si sviluppano sempre in modo positivo, e la società vuole crescere di continuo, quindi quella di continuare a Lugano era una scelta logica. E poi, ripeto, l'idea di allenare i bianconeri anche nel nuovo stadio (agibile fra circa un anno e mezzo, ndr) mi ha sicuramente aiutato a decidere per il rinnovo». Quali sono gli obiettivi più immediati? «Quest'anno dobbiamo credere nelle nostre chance di vincere il titolo, anche se altre squadre hanno lo stesso desiderio, ad esempio Basilea e Young Boys. Dico solo che, oggi, siamo primi in classifica malgrado le 12 partite giocate in più di tutti i nostri avversari più vicini: significa che stiamo davvero bene, e che quindi possiamo giocarcela. Vogliamo mostrare di avere più voglia degli altri di vincere questo campionato. Poi, certo, c'è anche il rischio che la nostra avventura europea, dovesse continuare ancora a lungo, possa toglierci qualche preziosa energia, fisica o mentale».
A proposito, lo scorso anno, dopo gli impegni continentali del giovedì, in campionato arrivava immancabilmente una sconfitta, mentre quest'anno ciò non accade: da cosa dipende? «Abbiamo avuto il coraggio di fare un turnover più aggressivo, a volte non ho fatto giocare i migliori atleti a disposizione in un dato momento per dare fiducia ad altri. Una scelta che ha pagato, specie a inizio stagione. Per due mesi ho fatto giocare una squadra in Europa e una in campionato, e così siamo riusciti a restare a galla su tutti i fronti. E, soprattutto, ciò ci ha pure consentito di non subire troppi infortuni».
In quest'ottica, è soddisfatto del mercato invernale operato dalla società? «Sì, anche se gli infortuni potrebbero far riaprire un mercato che consideravamo già chiuso. Ieri in allenamento Przybylko si è fatto male seriamente a un ginocchio, stiamo aspettando di sapere qualcosa circa la reale gravità del problema. Nel caso, sarà inevitabile ingaggiare una punta che possa ovviare alla sua assenza». Da segnalare, fra l'altro, che anche il difensore Martim Marques è rientrato dal ritiro spagnolo con un ginocchio malconcio, toccato duro nell'amichevole contro il Colonia.
Nella sua esposizione, il vicepresidente del club Martin Blaser, nonché delegato del Cda, ha ribadito l'importanza – all'interno di un club che conta ormai 160 stipendiati – della trasparenza e della comunicazione, così come della cosiddetta Carta dei valori, che racchiude fra l'altro il principio di solidarietà e di sensibilità sociale, ambiti in cui il sodalizio bianconero è molto attivo, con azioni significative. Trattandosi però di un'azienda, è normale che grande attenzione sia rivolta pure alle entrate. E, in questo senso, notevole soddisfazione è data dai ricavi netti, specie quelli provenienti dalla partecipazione – ma soprattutto dai risultati – alla Conference League, che ammontano a 4,4 milioni di franchi: una cifra enorme, specie in un contesto come quello del calcio svizzero. «Guadagni che sarebbero stati ancor maggiori, se non ci fosse stato il fastidio di giocare a Thun», spiega Blaser, «un inconveniente che ha indubbiamente pesato – oltre che sulle energie fisiche – anche sulle finanze della società, tra affitto del campo, costi delle trasferte, spese per la sicurezza eccetera».
Soddisfacente pure la voce relativa alle entrate generate dai vari sponsor, che ammontano oggi a 1,3 milioni di franchi. Una cifra destinata a crescere ulteriormente, dato che – finalmente – il club ha trovato un accordo per l'occupazione del retro della maglia di gioco con un marchio davvero importante, cioè il colosso delle bevande Pepsi Cola, brand che in Svizzera è gestito dalla Feldschloesschen. «Non volevamo certo svenderci, e dunque – grazie all'aiuto diretto del patron Joe Mansueto – fin qui non avevamo mai dovuto accettare le offerte poco soddisfacenti che ci giungevano. L'accordo con Pepsi, invece, è di quelli seri: dal prossimo 1° luglio, e per ben 6 anni, il suo logo apparirà dunque sulle nostre maglie». A proposito di Mansueto, il magnate statunitense si è ulteriormente sbilanciato a favore del Lugano, con altre immissioni di contante – addirittura per una manciata di milioni – specie per quanto riguarda il nuovo stadio.
Infine, da segnalare un intervento di restyling relativo al logo del club bianconero, che sarà svelato venerdì a mezzogiorno: nulla di rivoluzionario – assicurano i dirigenti –, giusto qualche ritocco, una piccola rinfrescata ma nel solco della tradizione.