Calcio

Young Boys, vincere e sperare. Proprio come il Milan

Per accedere agli ottavi di Champions League i campioni svizzeri devono battere il Manchester United e sperare che il Villarreal superi l’Atalanta

6 dicembre 2021
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Essersi guadagnato il diritto di sperare fino all’ultimo nell’accesso agli ottavi di finale di Champions League è già un successo, per lo Young Boys, inserito in un gruppo in cui figurano il Manchester United, l’Atalanta e il Villarreal. Il pareggio del turno scorso contro i bergamaschi (3-3) ha tenuto acceso il lumicino giallonero. Ora però serve l’impresa bis contro i Red Devils (battuti all’andata allo Stade de Suisse) da associare a una vittoria del Villarreal contro la squadra di Gasperini. Una doppia eventualità la cui concretizzazione risulta complicata. Vuoi perché il Manchester United non è più la squadra senz’anima di Solskjaer, nel frattempo sollevato dall’incarico, vuoi perché la Dea è in splendide condizioni di forma; vuoi anche perché i campioni svizzeri (battuti 2-1 dal Servette in Super League e quarti in classifica) non stanno attraversando un grande momento di forma e sono privi di pedine importanti quali Von Ballmoos, Zesiger, Fassnacht e Nsame e Mambimbi. L’avvento sulla panchina di Ralf Rangnick ha rimesso un po’ di cose a posto, all’Old Trafford. Ronaldo e compagni hanno ripreso contatto con le posizioni di vertice. Già promossi agli ottavi, i Red Devils cercano la rivincita per l’1-2 dell’andata che rischiò di comprometterne le ambizioni europee di una squadra che ora ricomincia a covarne.

Rossoneri e Liverpool, che intrecci

Nella storia della Champions League, Milan e Liverpool sono indissolubilmente legati dalla rimonta dei Reds nella finale di Istanbul del 25 maggio 2005, poco più di 16 anni fa. Allo stadio Atatürk il Liverpool si laureò campione d’Europa per la quinta volta nella sua storia beffando il Milan dei vari Kakà, Shevchenko e Madini: passò alla storia del calcio il 3-0 con il quale i rossoneri chiusero un primo tempo sontuoso (gol di Maldini e doppietta di Crespo) prima di essere rimontati dai gol di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso e poi battuti ai calci di rigore.

Domani – in palio non meno di 13 Champions – la posta in palio è meno pesante, ma per il Milan vi è pur sempre una prestigiosa e ricca qualificazione agli ottavi di finale. Operazione che la squadra di Klopp ha già brillantemente portato a termine (è prima a punteggio pieno, 15 punti in 5 partite). In subordine, per i rossoneri, vi sarebbe quantomeno un terzo posto sinonimo di accesso all’Europa League quale coronamento di una rimonta effettuata in un girone quasi proibitivo, dopo sette anni di assenza dal palcoscenico europeo. Grazie all’1-0 ai danni dell’Atletico Madrid nello scorso turno, il Milan (terzo con 4 punti) deve vincere e sperare che il Porto (secondo con 5 punti) non batta i “Colchoneros” (quarti con 4). In caso di arrivo a pari punti di Milan e Atletico, la differenza la farebbe la differenza reti complessiva (al momento favorevole alla squadra di Pioli) giacché nei duelli diretti è pari (2-2).

Per quanto il Milan, capolista in serie A nonostante i tanti infortuni, possa covare legittime ambizioni, ai fini della sua qualificazione occorre che il Liverpool conceda qualcosa, eventualità non scontata alla luce del momento di forma che l’undici di Klopp sta attraversando, forte com’è di cinque vittorie di fila in Champions con 15 reti realizzate e del secondo posto in Premier League alle spalle dei Manchester City.

C’è un precedente relativo all’Atalanta che deve spronare il Milan: nella stagione 2019/2020 la Dea incassò tre sconfitte filate, ma nel girone di ritorno conquistò 7 punti e riuscì a passare il turno, lo stesso bottino al quale devono ambire Ibra e compagni. Lo svedese giocava nella Juve e aveva 23 anni quando il Milan subì la beffa dei Reds a Istanbul. Oggi come allora è un leader in grado di caricarsi i compagni sulle spalle e condurli all’impresa. A riposo contro la Salernitana, Ibra a San Siro festeggia la 150esima presenza in Europa della sua carriera e conta di brindare realizzando il gol che in Champions gli manca dall’aprile 2016, con la maglia del Psg contro il Manchester City (2-2 nei quarti di finale) e che farebbe di lui, a 40 anni, il calciatore più vecchio ad andare a segno nella massima competizione europea per club.

Nell’incontro di andata Milan sotto 1-0, poi avanti 2-1, Liverpool frastornato ma capace poi di riannodare il filo del discorso e di imporsi 3-2 con un chiaro crescendo. Di che dare a Pioli qualche motivo per crederci: «Sono una delle squadre più forti d’Europa, fanno circolare bene il pallone e trovano la profondità con facilità. Tuttavia potrebbe concederci degli spazi giacché in retrovia non sono né impenetrabili né imbattibili», ha spiegato il mister del Diavolo.

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