Calcio

Una finestra aperta sull'Acb

A partire dal match contro l'Yverdon la diretta streaming (con commento tecnico) in collaborazione con laRegione di tutte le partite casalinghe dei granata

fotoservizio Ti-Press/Golay
15 ottobre 2020
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Un'importante novità editoriale, a sfondo granata: può essere definita così la diretta streaming (con commento tecnico) di tutte le partite casalinghe del Bellinzona, a partire dal confronto di cartello di sabato (17.45) al Comunale contro la capolista Yverdon. Non poteva esserci appuntamento più prestigioso per l'avvio di un progetto promosso da laRegione con l'assistenza tecnica, per la ripresa dell'integralità delle partite, della Marga Tv. Un'iniziativa volta a promuovere oltre i confini del Comunale le gesta sportive della squadra granata, una realtà molto bene radicata nella regione che rappresenta e, pensando al calcio, nella lunga tradizione di successo del movimento pallonaro ticinese. Una squadra che gode del sostegno di una piazza che entro i confini cantonali non ha eguali, per passione, calore e attaccamento a quei colori granata che sono un segno distintivo che da sabato pomeriggio godrà di una visibilità ancora maggiore, potremmo dire capillare. «È un'iniziativa molto bella - spiega il presidente dell'Ac Bellinzona Paolo Righetti, pronto a sposarla con grande entusiasmo -, anche in considerazione del fatto che agli occhi dei bellinzonesi laRegione è il giornale di Bellinzona. Poter contare su una collaborazione di questo tipo ci fa molto piacere. Confidiamo che possa consolidarsi e rafforzarsi, in futuro, affinché laRegione possa diventare un compagno di viaggio che racconta quanto accade in seno a una società molto legata al suo territorio di riferimento, dal quale per tradizione trae sempre grandi impulsi».

‘Momento storico particolare’

La collaborazione è nata in tempi molto stretti. In seno all'Acb è stata accolta con entusiasmo. «Ci consente di diffondere su larga scala il verbo granata, definiamolo così. Non va inoltre dimenticato che siamo in un momento storico molto particolare, la cui evoluzione sfugge alle previsioni. Mi auguro che non si arrivi a tanto, ma potrebbe anche accadere che domani la diretta delle partite diventi l'unico strumento possibile per mostrare ai nostri tifosi le partite e per farli restare vicino all'amato "Acebe", nell'ipotesi che li si debba escludere dallo stadio a causa della pandemia. È una finestra sempre aperta sull'Acb».

Quale bilancio stila il presidente granata del breve scorcio di stagione con Davide Morandi alla guida della squadra? «Questo - spiega Righetti - è il classico momento in cui bisogna considerare il bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto. È vero che con Morandi non abbiamo ancora vinto, ma è altresì vero che non abbiamo più perso. Ma al di là di questi risultati, si è notata da subito negli allenamenti un'attitudine diversa da parte dei giocatori che fa ben sperare per il futuro».

‘Contro la prima è sempre stimolante’

Per struttura, per la tradizione e le ambizioni delle due squadre coinvolte, Acb-Yverdon resta un big-match. «Noi abbiamo un potenziale attualmente inespresso. L'Yverdon invece lo ha espresso molto bene. A noi la sfida di sabato offre la possibilità di dimostrare che non siamo poi così tanto inferiori. Inoltre, giocare contro la prima della classe è sempre molto stimolante».

Davide Morandi: ‘Ogni partita come se fosse decisiva’

Pareggio a reti inviolate a Basilea, sul campo dei Black Stars, poi il 3-3 all'esordio casalingo contro lo Zurigo II, infine il rocambolesco 2-2 sul campo del fanalino di coda Münsigen. Subentrato a Valerio Jemmi lo scorso 29 settembre alla guida dell'Acb. Davide Morandi non è ancora riuscito a fare svoltare - quantomeno sul piano dei risultati - una squadra che con l'ex tecnico aveva raccolto 5 punti in 6 partite. Tre pareggi, per cominciare. Ma anche qualche indicazione positiva sulla quale impostare il resto di una stagione compromessa sul piano delle ambizioni sportive, ma comunque utile per capire quale strada imboccare in futuro. 

«Il mio impatto sulla realtà granata - spiega Morandi - va analizzato su tre livelli. Inizialmente, ti devi rendere conto che il Bellinzona indipendentemente dalla categoria in cui si trova, rimane pur sempre il Bellinzona, una società con una storia molto importante, con un presente tutto da scrivere e con un futuro che deve essere il migliore possibile. La piazza bellinzonese, ma più in generale tutto il movimento calcistico cantonale, si aspetta di avere questa formazione impegnata in un altro contesto. La seconda cosa riguarda l'emotività. Chi gestisce questa squadra e chi ne ha la responsabilità, ha anche un aspetto emotivo importante con cui fare i conti. Perché parliamo di persone che hanno il Bellinzona nel cuore. Anche questa è una componente che non va mai trascurata. In terzo luogo, bisogna anche ammettere che dobbiamo lavorare a fondo per progredire e migliorare. Ma non lo puoi fare in una serata, o in dieci sedute di allenamento. È un processo lungo che necessita della volontà e della disponibilità di tutti. Sotto questo aspetto non ho alcun timore, sono molto sereno».

Qualche errore evitabile 

Tre partite, altrettanti pareggi. Un bilancio al di sotto delle attese? «No. Avremmo potuto ritrovarci con 9 punti, così come con nessuno, la verità è questa. Il margine tra la vittoria e la sconfitta è davvero esiguo. I tre pareggi sono tutti molto vicini alla vittoria come alla sconfitta. Dobbiamo però riconoscere che a Münsingen abbiamo commesso degli errori che non ci possiamo permettere. Alludo soprattutto ai due gol incassati negli ultimi minuti. Spiace, perché sono sbagli che inficiano un po' il processo che avevamo avviato. Ma spiace soprattutto per i ragazzi che avrebbero meritato di vincerla, quella partita. Avrebbe fatto bene a tutti vincerla, perché ne avremmo tratto uno spirito molto positivo. Devo però dire che i ragazzi non hanno accusato troppo il colpo. Sapevamo che questa sarebbe comunque stata una settimana impegnativa. È davvero così, ma faccio in modo che risulti anche positiva».

Nelle previsioni di inizio stagione Acb-Yverdon avrebbe dovuto essere un big-match. «Lo è ancora. Non per la classifica, bensì per la storia, per l'idea stessa di un duello così. Noi dobbiamo considerare ogni partita alla stregua di un big-match. Non puoi che fare così, se vuoi costruire qualcosa in funzione del futuro. Non possiamo più pensare a una sola partita che non sia decisiva. È questa la mentalità da inculcare. Così facendo, sarà possibile capire quali sono i giocatori dotato di una prospettiva propositiva che li rende disposti a fare quel passo in più».

‘Serve una buona continuità di risultati’

Parrebbe un ragionamento orientato al futuro, forse già alla prossima stagione. «L'ambizione è quella di attivare più in alto possibile. Però, dall'altra parte ci sono gli avversari che fanno esattamente lo stesso tipo di ragionamento. Per arrivarci, bisogna trovare una buona continuità di risultati. Se li analizzo, vedo che questa squadra non perde da quattro partite. È un dato di fatto: manca la vittoria, ma non si è nemmeno perso. Ora arriva l'Yverdon, uno spartiacque importante. Ci arriviamo incerottati. Non mi piace lamentarmi, ma purtroppo siamo confrontati a molte assenze di peso. Nessuna squadra può permettersi di rinunciare a giocatori del valore di Soto, Martignoni, Forzano, Melazzi, Felitti... La realtà è questa. Ma disponiamo di giocatori che hanno qualità, voglia e possibilità di fare molto bene il loro dovere. Dobbiamo arrivare entro maggio ad avere una classifica degna del Bellinzona».

La possibilità di centrare almeno questo obiettivo c'é. Il gruppo non è allo sbando. «Se lo fosse, probabilmente non sarei qui. L'Acb avrebbe fatto una scelta diversa, perché io sono un allenatore esigente. Non solo per i giocatori, ma anche per la società. Non parlo di soldi, bensì di esigenze di gestione e di massima attenzione a ogni aspetto. Quasta non è una squadra allo sbando, in quanto quello che sono comunque riusciti a fare e continuano a fare merita rispetto. Le partite le puoi vincere o perdere, conta il modo in cui lo fai. Ecco perché ritengo che ci sia del terreno fertile sul quale costruire qualcosa di importante».

Categoria molto complicata

Da uomo di calcio, quale giudizio dà della Promotion League? «È una categoria che è diventata molto complicata. Le formazioni Under 21 sono di livello. Nello Zurigo II che abbiamo affrontato prima del Münsingen è una compagine che per come è attrezzata quasi disturba, in questa categoria. Si è presentata con molti elementi della prima squadra. Ha senso, questi giocatori devono poter giocare con continuità, per migliorare, lo dobbiamo accettare, ma Zurigo, Basilea e Sion, ricche di talento, questa connotazione un po' particolare ce l'hanno. Poi ci sono formazioni che hanno la fortuna di avere al loro fianco, geograficamente parlando, società che formano giocatori di livello. Mi riferisco al Bavois, all'Yf Juventus, al Rapperswil... Tutte squadre che possono attingere a piene mani a giocatori giovani, sottolineo giovani, quindi non a fine carriera, passati attraverso una formazione di alto livello. Il confronto è quindi con un calcio molto fisico, veloce, molto equilibrato. Faccio un altro esempio, quello del Cham: prende tutti i giocatori del bacino di Lucerna e Kriens che non trovano spazio in Challenge o Super League. Ma non li prende alla fine del loro percorso, li prende a 21-22 anni. Ecco perché poi le squadre diventano tutte così toste».

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