Atletica

Muore a 32 anni l'olimpionica Tori Bowie. Ed è giallo

Ritrovato in casa il corpo senza vita della velocista statunitense: stando ad alcuni siti, la sprinter soffriva di una forte depressione

Ritrovata senza vita nella sua abitazione in Florida
3 maggio 2023
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Sgomento nel mondo dell'atletica: a soli 32 anni se n‘è andata Tori Bowie, la velocista statunitense capace di vincere un oro nella 4x100, un argento nei 100 metri e un bronzo nei 200 metri alle Olimpiadi di Rio 2016 e di aggiudicarsi i 100 metri ai Mondiali di Londra 2017. Un palmarès importante che l'ha resa la velocista di punta degli Usa dell'ultimo decennio e l'unica riuscita a contenere lo strapotere delle campionesse giamaicane.

Ma a colpire è soprattutto la giovane età di una giovane donna con una grandissima notorietà negli States: basti pensare che il suo profilo Instagram conta oltre 43 milioni di follower, perché la Bowie alla sua attività sportiva univa quella di modella e, inconsapevolmente, influencer per una vasta comunità afro-americana che sui social l'aveva presa come riferimento. L'accostamento, per tutti gli appassionati di atletica è automatico: quello con un'altra campionessa statunitense indimenticata come Florence Griffith-Joyner. Anche lei morta giovane, improvvisamente a 38 anni per un attacco epilettico, dopo una carriera sportiva coronata di successi olimpici e mondiali e che la vede ancora oggi detentrice dei record del mondo sui 100 metri (10"49) e 200 metri (21"34).

Sono sconosciute le cause della morte di Tori Bowie, il cui corpo è stato ritrovato senza vita nella sua casa in Florida: alcuni siti, senza però conferme ufficiali, sottolineano come da tempo la campionessa americana soffrisse di una forte depressione. Di certo c’è soltanto che tutto il mondo dello sport si è unito alla famiglia spesso presente nei suoi post sui social. Il primo commento alla notizia della scomparsa è della sua rivale storica, Shelly-Ann Fraser-Pryce: «Mi si spezza il cuore per la famiglia di Tori Bowie. Una rivale fonte di luce.
La tua energia e il tuo sorriso saranno sempre con me», il ricordo della velocista giamaicana. Proprio la Fraser-Pryce bruciò Tori Bowie sul traguardo dei 100 metri a Rio 2016, dove la statunitense si prese però la rivincita guidando la staffetta statunitense a vincere l'oro nella 4x100. A questo unì poi il bronzo sui 200 metri. L'anno dopo, ai Mondiali di Londra 2017, Tori Bowie si aggiudicò il titolo iridato sui 100 metri. Poi decise di tornare a gareggiare nel salto in lungo, la sua passione fin da bambina, che l'aveva portata anche a vincere una borsa di studio per frequentare la Missisipi University. Arrivò quarta ai Mondiali di Doha 2019.

Una storia di riscatto e forza di volontà: Tori Bowie e sua sorella sono state adottate e cresciute dalla loro nonna biologica. Poi, grazie allo sport, Tori iniziò il percorso che l'ha portata a calcare le piste di atletica di tutto il mondo fino a questo tragico epilogo.

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