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‘Il volante? Per me è stato davvero amore a prima vista’

Dopo la gavetta nel kart, il giovane pilota biaschese Christian Canonica si appresta a disputare il suo primo Campionato italiano prototipi con la Wolf

7 febbraio 2025
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«Da ragazzino ho fatto tanti sport: calcio, nuoto, kickboxing, atletica, judo… Ma quando sono salito per la prima volta sul kart, è stato davvero amore a prima vista, ho subito capito che quello sarebbe stato definitivamente il mio mondo. Nel calcio, ad esempio, non ero male, ma non ero certo quello che emergeva più degli altri, nel kart invece primeggiavo».

Parole di Christian Canonica, pilota diciottenne di Biasca che quest’anno prenderà parte al Campionato italiano prototipi, che si sviluppa su 12 gare da disputare nel corso di 6 weekend. E, alla fine del 2025, sarà al via pure del Mondiale, in cartellone ad Abu Dhabi in gara unica.

Prima del grande salto, però, Christian ha fatto parecchia gavetta, cominciando con un kart a noleggio a Magadino, come fanno all’inizio un po’ tutti gli appassionati qui in Ticino. In seguito, nel 2018, il padre Luca – anch’egli ex pilota – ha deciso di comprargliene uno, con cui il ragazzino, quando aveva 11 anni, ha disputato le sue prime gare del Campionato svizzero. Dopo un 2020 con poche gare a causa della pandemia, nel 2021 ecco l’approdo in un team professionale di Torino, dove il giovane pilota ha cominciato a fare sul serio, dato che il livello nella vicina Penisola è altissimo. «I ragazzi che hanno talento nel kart, da tutto il mondo, prima o poi vanno a correre in Italia», spiega Christian. «Dipende probabilmente dal fatto che le case costruttrici si trovano praticamente tutte lì».

E com’è stato l’impatto? «Già il primo anno nella categoria junior è andato bene.», racconta il papà. «Dopo un inizio faticoso – per via appunto del livello altissimo – è molto migliorato, tanto che nell’ultima gara della stagione a un certo punto si è ritrovato al comando, prima di essere spedito fuori pista da un avversario. E così nel 2022, pur potendo restare un altro anno fra gli junior, abbiamo fatto il salto nella categoria regina, ed è stata un’annata discreta. Fra l’altro, alla fine della stagione, per le ultime tre gare, abbiamo cambiato il team, e subito è arrivata la prima vittoria di Christian nella categoria maggiore. Nel 2023, sono giunti altri podi e qualche vittoria e poi, lo scorso anno, abbiamo fatto davvero un’ottima stagione. Abbiamo infatti raccolto pole position, vittorie e secondi posti in gare importantissime, come il Wsk o il Margutti».

Intuendo che il cronista non è troppo ferrato in materia, Luca provvede a chiarire: «Chi corre a livello mondiale, i cosiddetti top driver, partecipa al Wsk (World series kart), che è una costola del vero Mondiale, cioè quello della Fia, disputato in una sola gara. Poi, subito sotto per importanza, ci sono il Trofeo Industrie e il Trofeo Margutti, che sono considerati dei ‘piccoli Mondiali’. Sotto a questi c’è poi il Campionato italiano, e infine i Campionati regionali. Nel 2024 non abbiamo partecipato al Mondiale Fia, perché si svolgeva in Inghilterra e in un periodo scomodo, visto che cadeva in mezzo ad altre tre gare. Abbiamo però disputato un Mondiale monomarca, e siamo arrivati decimi, fra l’altro con un guasto al kart e sotto la pioggia, condizione che Christian non ama troppo».

Un manager importante

Risultati che non hanno lasciato indifferenti i talent scout… «E infatti lo scorso novembre si è presentata l’opportunità di provare a guidare un prototipo, che è come una Formula 4 ma leggermente carenato, cioè con le ruote coperte. Per partecipare a questa prova erano stati selezionati i 43 migliori kartisti, che poi – con una scrematura successiva – sono rimasti in 20, fra i quali c’era appunto anche Christian. Tutto si è svolto sull’arco di tre giornate, alle quali presenziava come supervisore anche Antonello Raineri, che nel passato è stato manager di grandi piloti come Trulli, Fisichella e Valsecchi. E Antonello, impressionato da Christian già dal primo momento, ci ha proposto una collaborazione per il futuro già a partire in pratica da oggi. Era un’occasione che davvero non potevamo lasciarci scappare. Christian ha 17 anni, ha dimostrato di avere talento e l’offerta è giunta al momento giusto. E così abbiamo firmato per una stagione e quest’anno Christian correrà coi prototipi, per la casa ufficiale – la Wolf Racing Car, la stessa Wolf che dal 1976 al 1979 correva anche in Formula 1 – e avrà come manager appunto Raineri. Christian farà parte anche dell’Academy della Wolf, e disputerà, come detto, il Campionato italiano prototipi. Si tratta di un campionato che viene corso con una sola macchina uguale per tutti, prodotta dalla Wolf per tutte le scuderie, motore compreso: noi però correremo come detto direttamente per la casa produttrice, diciamo il team ufficiale. Le vetture sono a tutti gli effetti delle Formula 4, ma – per motivi di licenze sull’uso del nome – è stata messa una carenatura sulle ruote (avvitata all’alettone anteriore) per poter farle rientrare nella categoria Prototipi».

Inizierà dunque una vita da vero professionista… «In realtà faccio vita da pilota professionale già da qualche anno», specifica Christian. «Già il kart era uno sport impegnativo, con molti sacrifici da fare a ogni livello. Ogni gara richiede un impegno enorme: per ogni corsa stai in ballo dal mercoledì alla domenica. Tutto ciò, per forza, ti costringe a saltare diversi giorni di scuola. E non è che puoi metterti a studiare durante i giorni di gara, perché non hai un minuto di tempo libero. L’anno scorso, considerato che ho fatto 13 gare, ho dovuto saltare 30 o 40 giorni di scuola. Ora frequento una scuola commerciale privata di Bellinzona: una scelta obbligata, perché in una scuola pubblica non ti permetterebbero mai di saltare così tanti giorni».

Sport impegnativo, in ogni senso

Oltre al talento, cosa serve per svolgere al meglio uno sport di questo tipo? «Fisicamente, guidare è uno sport molto impegnativo. Io mi alleno dunque anche in palestra, ma è soprattutto girando in pista che ci si prepara nel modo migliore, perché solo in questo modo riesci a sollecitare tutti i muscoli che poi userai anche in gara».

Cos’altro è necessario? «Quando si comincia, nei kart», e qui è il padre a rispondere, «i genitori devono per forza metterci un bel po’ di soldi. Poi, se gli addetti ai lavori vedono che nel ragazzo c’è un autentico potenziale, ti viene offerta l’occasione di correre gratis. Se però riesci a trovare qualche sponsor è ancora meglio, ovviamente. Dunque, noi ci stiamo muovendo anche in questo senso: ci piacerebbe trovare dei partner, possibilmente ticinesi o comunque svizzeri, anche perché a livello nazionale non ci sono altri piloti al livello di Christian».

Tecnicamente, invece, quali sono i requisiti imprescindibili? «Al volante, ovviamente tutti possono imparare e migliorare, ma solo fino a un certo punto, oltre il quale a fare la differenza è il talento naturale, innato», riassume Luca mentre il figlio annuisce. «E non basta essere veloce, devi essere completo: serve regolarità, devi essere bravo a sorpassare, devi avere coraggio, occhio, precisione, e una capacità di concentrazione fuori dal comune. Non puoi sbagliare, il margine d’errore è davvero minuscolo».

L’esempio di Max

C’è qualche pilota al quale il giovane biaschese si ispira? «Ovviamente seguo la Formula 1 e ammiro moltissimo Verstappen, pilota che non sbaglia un colpo fin da quando correva in kart. Il suo percorso è stato davvero incredibile: dopo un anno e mezzo di kart, si è ritrovato già in Formula 1 con la Toro Rosso. Nessuno ha fatto una carriera così rapida».

E pare ormai il modello a cui oggi tutti fanno riferimento… «Esatto», conferma Canonica senior, «ed è incredibile come, dopo il suo caso, ora tutti quanti – team e genitori – spingano affinché i ragazzi inizino davvero giovanissimi. Oggi la maggior parte dei piloti, a 10 anni o anche meno, disputa già 30 gare all’anno di livello mondiale. Per i genitori sono costi finanziari davvero altissimi, è innegabile, ma questi bambini a 11 o 12 anni hanno già un’esperienza mostruosa alle spalle».

«Un esempio è Kimi Antonelli, di cui sono amico», gli fa eco il ragazzo. «Da quest’anno, a 18 anni appena compiuti, lui correrà in Formula 1 come pilota ufficiale della Mercedes, casa che lo sponsorizza già da quando aveva 11 anni».

«Addirittura», e qui il volante torna in mano al padre, «c’è il caso di un pilota di 10 anni – Niccolò Perico, figlio del famoso rallista – che a 8 anni già guidava una potentissima Mitsubishi Evo da rally. Si tende insomma a bruciare le tappe all’estremo, cosa che io con Christian non ho voluto fare, anche perché noi abbiamo cominciato un pochino tardi. Ad ogni modo, ora siamo qua e siamo messi abbastanza bene, stiamo a vedere cosa succederà quest’anno con questa nuova avventura. Christian finora si è messo parecchio in luce, ed è amato da tutti, anche dai team rivali, e ciò un po’ aiuta, è innegabile».

Fra poco si comincia

E ora quali sono i vostri programmi a breve termine? «Il 27 e 28 febbraio saremo su un tracciato vicino a Bari, dove ai 4 piloti della Wolf verrà preparato un assetto personalizzato, in base alle caratteristiche di guida di ognuno. Poi, la settimana seguente, a Misano ci saranno dei test, mentre la prima gara – sempre sul circuito romagnolo – è in programma il 2 maggio. Quest’anno comunque oltre al Campionato prototipi faremo forse qualche gara di kart, che va benissimo per tenersi allenati. Diversi team mi hanno contattato per avere Christian, e ora dovremo decidere il da farsi. Non sarà facile, sono decisioni importanti, e magari alla fine decideremo di dimenticarci del kart, perché c’è sempre il rischio di farsi male: se succede, mandi a gambe all’aria un’intera stagione coi prototipi, e sarebbe un disastro. Forse, dunque, useremo il kart solo come allenamento, magari Christian si metterà a disposizione dei team se avranno bisogno di fare dei test ai materiali. Non vogliamo rischiare troppo, insomma».