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‘I Mondiali di Flims e Laax perfetti per concludere’

Elena Roos è alla sua ultima stagione da professionista, dopo una carriera ricca di soddisfazioni, ‘soprattutto con gli Europei in Ticino nel 2018’

‘Ora posso scegliere a quali gare partecipare’
(Keystone)
7 luglio 2023
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I Mondiali di Laax e Flims settimana prossima, poi ancora un paio di gare e a fine stagione Elena Roos saluterà la corsa d’orientamento a livello professionistico.

Prima però c’è ancora, appunto, un Mondiale casalingo da onorare: «Mi sento pronta, la preparazione è andata molto bene – racconta la 32enne –, è già dalla fine della scorsa stagione, da novembre via dopo un breve periodo di pausa, che sto lavorando in vista di questo appuntamento, investendo parecchio, sia con i vari campi di allenamento con la nazionale, sia a livello individuale con campi d’allenamento in altitudine. Adesso si tratta di performare al giorno giusto, ma a livello fisico, tecnico e mentale sono pronta».

Il vantaggio di correre in casa è però ridotto, visto che agli atleti non è permesso correre nei boschi che ospiteranno una rassegna iridata, «un divieto che a Flims e Laax vale dal 2019, quando ci fu l’assegnazione. Quindi in quei boschi non mi sono mai allenata, ma in altri simili, nella stessa zona e con un terreno simile sì».

L’emozione di correre in casa tuttavia, rimane: «Un Mondiale in casa non l’ho ancora vissuto, l’ultimo era infatti a Losanna nel 2012. I Grigioni poi sono già più vicini, con un terreno molto simile. Per me è stato molto motivante e un piacere allenarmi in Engadina o a Davos, dove tanta gente va in vacanza, quando noi eravamo lì ad allenarci. Era già chiaro da un paio d’anni che volevo ancora correre questi Mondiali e adesso so che è perfetto chiudere con un evento di tale portata in casa. Spero solo di fare bene».

Due le gare a cui la cugnaschese prenderà parte, quella sulla lunga distanza giovedì 13 e la staffetta «su cui decisamente punto di più» domenica 16.

La decisione di ritirarti quando è maturata? «Negli ultimi due anni ho capito che mi stavo avvicinando alla fine della carriera, ma avevo ancora gli obiettivi dei Mondiali sprint in Danimarca e adesso questi in casa, ma che poi non avrei più avuto degli appuntamenti così motivanti, i Mondiali dell’anno prossimo saranno in Scozia e non mi hanno mai attirato. Oltretutto negli ultimi anni il livello si è alzato moltissimo e per essere veramente al top, bisogna investire tanto e io non ho più quella motivazione di dare sempre il 100%, anche per tutto quello che ci sta dietro. È da quando è iniziato il Covid che ho iniziato a pensare al futuro e a una vita senza corsa d’orientamento. Non smetterò da un giorno all’altro di correre, ma ora voglio viaggiare meno e avere una vita più regolare. Tutti questi fattori assieme mi hanno fatto decidere di smettere».

‘Un ambiente bellissimo’

Cos’ha rappresentato per te la corsa d’orientamento in questi anni? «È stata la mia vita, tutto era pianificato in base al mio piano d’allenamento, un lavoro sette giorni su sette, ventiquattr’ore al giorno, perché mi alleno anche la domenica e pure il sonno e il recupero fanno parte dello sport. Ma è anche la mia passione e hobby che ho avuto la fortuna di svolgere come lavoro. Anche tutti i viaggi fatti per i campi di allenamento sono state delle esperienze e delle avventure. Nel mondo della Co trovo che ci sia un ambiente bellissimo, sia con gli svizzeri, sia con gli stranieri, ci conosciamo tutti. Per esempio a maggio mi sono allenata con degli svedesi, che saranno avversari ai Mondiali, ma con cui fuori dalle gare siamo amici».

Infatti non intendi abbandonare questo mondo… «Il bello della corsa d’orientamento è che non è solo lo sport d’élite, che è una piccola parte, ma uno sport per tutti, bambini, adulti e seniori. Ci sono tantissime gare in Ticino, in Svizzera e in tutto il mondo, per cui in futuro potrò scegliere che gare fare, perché sono in un bel posto o combinandole con una vacanza. Inoltre allenerò la Selezione Ticino, dunque avrò il focus sull’aiutare gli altri».

In particolare, cosa pensi di poter trasmettere? «Crederci e lavorare, se ci si impegna e si investe tutto è possibile».

‘Manca la medaglia individuale’

C’è qualche rimpianto o delusione che ti rimane? «Il fatto di non aver mai ottenuto una medaglia mondiale individuale nello sprint, la disciplina in cui ho sempre ottenuto i risultati migliori. Ho vinto l’argento agli Europei, varie medaglie nella staffetta, ma nei sette mondiali disputati sono arrivata tre volte sesta, due volte quinta e una quarta, ma la medaglia mi è sempre stata negata per pochi secondi»

Le maggiori gioie, invece, della tua carriera? «Spero arrivino settimana prossima. Altrimenti la stagione 2018, con gli Europei in Ticino, ai quali ho vinto due ori con la staffetta e i Mondiali in Lettonia, con l’oro nella staffetta. È stato l’anno più emozionante e incredibile».

Come potrebbe evolversi la disciplina? «Il bello è che è uno sport classico, in cui si usano bussola e cartina e non un gps e va preservato così. Deve però cercare di diventare uno sport più telegenico, anche se negli ultimi anni si è iniziato a trasmettere i Mondiali in televisione, cercando però un buon compromesso. Non bisogna insomma rendere il percorso meno attrattivo per noi atleti, solo per regalare una bella visuale alla telecamera. Bisogna sempre lasciare all’orientista il compito di trovare la via più breve tra un punto e l’altro. La sfida è trovare la via di mezzo giusta, tra il classico sport nel bosco un po’ selvaggio e lo spettacolo per il pubblico. Non penso che lo vedremo presto alle Olimpiadi. La Federazione internazionale aveva intavolato un progetto in questo senso, che però, a quanto ne so, è poi stato abbandonato. Personalmente sarebbe stata un’esperienza incredibile parteciparvi e anche finanziariamente avere una medaglia olimpica sarebbe un bel riscontro, però ci sarebbero anche tanti svantaggi. Per esempio ora come ora infrangere una zona embargata non porta grandi vantaggi e ci sarebbe meno fairplay, visto che la posta in palio sarebbe maggiore. Anche il doping in questo momento è praticamente assente».

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