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Bagnaia-Quartararo, Ogura-Fernandez: finale incandescente

Ultime due tornate all’insegna dei duelli per il titolo in MotoGp e Moto2. Ne parliamo con Roby Rolfo, che visse una storia analoga nel 2003

Il protagonista della rimonta da manuale (Keystone)

Ultime due tornate all’insegna dei duelli per il titolo in MotoGp e Moto2. Ne parliamo con Roby Rolfo, che visse una storia analoga nel 2003

20 ottobre 2022
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Ora come ora, l’unico a fare festa, anticipata, è Izan Guevara, ormai matematicamente certo che domenica 6 novembre, sotto la bandiera a scacchi del circuito Ricardo Tormo sarà ufficialmente incoronato come campione del mondo della Moto3. Nelle altre due categorie, MotoGp e Moto 2, invece, quando al termine del Mondiale mancano due tappe, in Malesia, questo weekend e, appunto, a Valencia il 6 novembre, i giochi sono ancora apertissimi, al punto che la volata finale si preannuncia avvincente, molto di più di quanto non lo fosse stata nel recente passato.

Francesco Bagnaia 233 punti, Fabio Quartararo 219 punti. Con l’italiano che, dopo una rimonta quasi incredibile, domenica a Phillip Island ha perfezionato il sorpasso ai danni del transalpino e a due gare dalla conclusione del Mondiale è a un passo dal casco iridato. Il dopo-Valentino Rossi della classe regina si sta dunque rivelando comunque avvincente, probabilmente anche oltre le aspettative. Nella classe di mezzo, la Moto2, la situazione è ancora più intricata, con il nipponico Ai Ogura a comandare dall’alto dei suoi 242 punti, ma con sole tre lunghezze e mezzo di vantaggio sul suo antagonista, lo spagnolo Augusto Fernandez. Di queste due situazioni e di tutto ciò che ruota attorno al mondo delle due-ruote abbiamo parlato con il luganese Roby Rolfo – ex protagonista del Motomondiale e ora attivo nel campionato Fim Endurance – che per buona parte della stagione ha vestito i panni di... coach dei responsabili tecnici del Marc Vds Racing Team (per cui corrono Tony Arbolino e Sam Lowes, nella Moto2), dispensando preziose indicazioni a chi poi cerca di indicare ai piloti la strategia migliore. Proprio in queste vesti, da Silverstone in poi (a inizio agosto) ha seguito direttamente sul posto gli appuntamenti europei del Motomondiale (e dunque vivrà in prima persona il gran finale di Valencia), captando sensazioni e tensioni all’interno del paddock in questo avvincente finale di stagione. E com’è il clima che si respira a bordo circuito? «Chiaramente c’è tensione, a un livello a cui da parecchie stagioni non eravamo ormai più abituati – conferma Roby Rolfo –. Diciamo che se il Motomondiale, e non solo la classe regina, era alla ricerca di nuovi stimoli dopo il ritiro di Valentino Rossi al termine della passata stagione, li ha trovati in tutto e per tutto con quanto ci stanno regalando MotoGp e Moto2 in questo avvincente finale di Mondiale».

Un finale di stagione al... fotofinish per due categorie che riporta alla mente quello che nel 2003 visse sulla sua pelle, sponda 250 cc, lo stesso Rolfo, nel duello con Manuel Poggiali deciso solo, guarda un po’, nell’ultimo atto di Valencia, a favore del sammarinese. «Rispetto alla sua Aprilia, io avevo una moto, una Honda, meno performante. Per questo a inizio stagione non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi a battagliare per il titolo fino all’ultima gara. Poi, invece, le cose erano andate moto bene e grazie alla regolarità e ad alcuni acuti, come il secondo posto di Jerez (a cui vanno ovviamente aggiunti i successi al Sachsenring, in Germania, la sua prima vittoria nel Motomondiale, e a Phillip Island, ndr), sono arrivato fino a un passo dal trionfo. Sapendo che, però, nella prova decisiva Manuel partiva leggermente avvantaggiato dalle prestazioni tecniche della sua moto, la marcia di avvicinamento alla gara conclusiva non l’avevo vissuta benissimo. All’atto pratico, a Valencia il duello è durato poco, visto che, confrontato con problemi tecnici, ho dovuto alzare bandiera bianca quasi subito, finendo con il dovermi accontentare del settimo posto in quella gara e il titolo di vicecampione mondiale».

MotGp, Bagnaia? ‘Il titolo ora può solo perderlo lui’

E veniamo al primo dei due duelli, quello della MotoGp fra Bagnaia e Quartararo. Con il francese che dopo l’ottima partenza, spinto fors’anche dall’entusiasmo per il titolo vinto la passata stagione, a un certo punto sembrava avere la strada tutta in discesa verso il bis. Ma ha gradatamente perso terreno, permettendo il rientro, anche clamoroso, dell’italiano, che adesso, con 14 punti di margine, ha il destino nelle sue mani. «Il verdetto di Phillip Island, in fondo, non sorprende: il sorpasso era nell’aria alla luce del comportamento dei due piloti nelle ultime uscite. Bello sarebbe se questo testa a testa si prolungasse fino all’ultimissima gara, ma ora Bagnaia, forte del margine di 14 punti, viaggia spedito verso il titolo. Chiaramente, arrivare a giocarsi il tutto all’ultima prova comporta un carico di pressione notevole tanto per chi sta davanti quanto per chi deve inseguire. Se ripenso al 2003, quei giorni non erano certo stati di rilassamento nemmeno per me... A ogni modo, sull’arco dell’intera stagione, la Ducati ha dimostrato di essere il mezzo più competitivo, e la rimonta perfezionata da Francesco è la perfetta sintesi di questa impressione. Una competitività trovata grazie a un finale di stagione 2021 in cui i tecnici erano stati capaci di trovare la giusta equilibratura nella moto, consentendo ad esempio a Bastianini di vivere un ottimo inizio di 2022 con la moto ufficiale dell’anno scorso. Ci hanno invece messo un po’ a carburare gli attesi protagonisti, come Bagnaia e Miller, almeno fino al Gp di Argentina, non senza un pizzico di nervosismo per una quadratura del cerchio in fatto di regolazioni, soprattutto nell’elettronica, che si faticava a trovare. Poi, appunto, c’è stata la svolta, con la crescita incredibile. Quartararo, per contro, è andato in calando. Non tanto (o non solo) per colpe sue, quanto per gli evidenti limiti della moto, in parte riconducibili alla lentezza della casa Yamaha nel reagire di fronte ai problemi che man mano si presentavano».

Premesso che, appunto, nelle ultime due gare può comunque succedere ancora di tutto, quale è stata la chiave di volta di questo Mondiale? «Risultati a parte, la svolta mentale a mio modo di vedere è avvenuta con il Gp d’Austria: è da lì in poi che si è definitivamente esaurita la fase di attacco di Quartararo, che anziché affrontare la situazione, ha cominciato a subirla. Ora siamo in una situazione in cui Bagnaia ha in tutto e per tutto il destino nelle sue mani: il titolo a questo punto può perderlo solo lui».

KeystoneQuartararo (a sinistra) gomito a gomito con Bagnaia

A questo punto il verdetto definitivo potrebbe anche arrivare già domenica a Sepang... «È possibile, perché a questo punto Quartararo deve davvero tentare il tutto per tutto per giocarsi le chance residue a Valencia. Una situazione non ideale, che può anche portare a commettere errori. Come quello abbastanza grosso che l’ha tolto dalla gara in Australia, molto probabilmente indotto dalla foga di recuperare qualche posizione...».

Moto2, ‘o subito Ogura, o per lui poi sara più dura’

Non si deciderà verosimilmente prima di Valencia invece la corsa al titolo nella Moto2, dove il margine di Ogura, 3,5 punti, nei confronti di Fernandez è davvero troppo esiguo per pensare di chiudere i conti già domenica... «Premetto che la Moto2 è una categoria che riserva parecchie sorprese. Lowes, per restare al team con cui collaboro, ha svolto un’ottima preparazione al campionato, iniziandolo col piglio di chi vuole (e può) battersi per il titolo. Una serie di vicissitudini, infortuni compresi, l’ha però praticamente eliminato da questa corsa. Arbolino, per contro, è maturato parecchio e sono persuaso che ha i numeri per sorprendere parecchio, e in positivo, la prossima stagione. Nelle sue corde ha comunque sicuramente le risorse e i mezzi per regalarsi ancora un podio prima della fine di questo Mondiale. È, ad ogni buon conto, una categoria in cui si fa anche fatica a trovare una certa costanza, a immagine di un Vietti partito molto bene e ora un po’ più in ambasce. Qui, molto dipende anche dalle condizioni della pista e dalle capacità di adattamento del pilota». E allora, come finirà questo duello? «Ogura a mio modo di vedere è un pilota forse non spettacolare ma molto pulito nella guida. Guidando così, dei due è quello meno a rischio di commettere errori. Per lui e il suo team, il circuito di Sepang è una sorta di punto di riferimento, per cui lo conosce molto bene; ruoli invertiti, per le stesse considerazioni, per quanto concerne Valencia, dove, appunto, è Fernandez a poter vantare questo atout... Per cui, qualora Ogura non dovesse seriamente ipotecare il titolo nel weekend, allora il favorito potrebbe diventare lo spagnolo, che dalla sua parte avrà ovviamente anche il pubblico».

KeystoneLeggero vantaggio per il nipponico: basterà?

Mondiale Endurance, ‘stagione tutto sommato positiva’

Parallelamente ai suoi impegni a bordo pista con il Marc Vds Racing Team, Rolfo continua la sua avventura nel Mondiale Fim Endurance, dove questa stagione ha corso per il team Og Motorsport by Sarrazin, nella categoria Stock. «Quest’anno il campionato si è articolato solo su tre gare, fra cui il ritorno della prestigiosa 24 Ore di Spa, in Belgio, ma è comunque andato tutto sommato bene». Iniziato a Le Mans («dove a 4 ore dalla fine, quando eravamo in lotta per il quarto posto, siamo stati costretti al ritiro a causa della rottura del motore»), il Mondiale si è chiuso con il Bol d’Or di Le Castellet. «A Spa, nella seconda gara, abbiamo conquistato un ottimo terzo posto, il primo del mio attuale team. Questo ci ha rimesso in corsa per un piazzamento nelle prime tre posizioni nella classifica finale. E a Le Castellet abbiamo dato il massimo per salire sul podio finale: fino a poco prima delle 3 di notte, ossia a metà gara, eravamo i primi della categoria Stock, con un minuto di margine sul secondo della classe. Poi, purtroppo, Alex Plancassagne, il terzo pilota del team, è caduto, piegando il telaio, e siamo stati costretti al ritiro. Alla fine abbiamo chiuso il campionato al sesto posto. Ma è comunque da ritenere un bel risultato, considerando che eravamo alla nostra prima stagione ‘piena’».

E l’anno prossimo? «Mi piacerebbe continuare l’avventura con questa squadra nel Mondiale Endurance: a tal proposito ho in agenda un incontro con il team manager a Valencia, in occasione della gara della MotoGp».