ATLETICA

Mo Farah arrivò in Gran Bretagna sotto falsa identità

Il pluridecorato atleta fu costretto a lavorare come domestico presso una famiglia

12 luglio 2022
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"Non sono chi voi credete che io sia", ha detto il doppio campione olimpico sui 5mila e sui 10mila metri, capace di realizzare la doppietta sia a Londra nel 2012 sia a Rio nel 2016. "Tutti mi conoscono come Mo Farah, ma la realtà è diversa. Fui separato da mia madre e condotto nel Regno Unito sotto il nome di un altro bambino, chiamato appunto Mohamed Farah". Lo ha detto il quadruplo campione del mondo in un’intervista che sarà diffusa mercoledì dalla BBC.

Oggi 39enne, Farah dice di aver ricevuto il nome che porta dalla donna che lo fece entrare in Gran Bretagna dicendogli che in quel Paese gli avrebbe fatto raggiungere alcuni suoi parenti. Quando partì da Gibuti (Africa Orientale), aveva 9 anni. Il suo vero nome, ha detto l’ex star dell’atletica, è Hussein Abdi Kahin. Suo padre, ha aggiunto, fu ucciso in Somalia quando lui aveva soltanto quattro anni. Sua madre e due suoi fratelli vivono oggi nella regione del Somaliland, non riconosciuta dalla comunità internazionale. Finora, Mo Farah aveva sempre detto di essere nato a Mogadiscio, capitale della Somalia, e di essere giunto nel Regno Unito all’età di 10 anni, nel 1993, insieme alla madre e alcuni fratelli e sorelle per raggiungere il padre, un informatico.

All’arrivo nel Paese, in realtà, la donna che l’accompagnava ha fatto sparire il foglio con nomi e indirizzo dei parenti del bambino. "Ho subito capito di avere un problema", ha detto il primo britannico a vincere 4 ori olimpici. "Per avere qualcosa da mangiare, fui costretto a fare le pulizie e a curare i bambini presso una famiglia britannica", ha aggiunto. "Se vuoi rivedere la tua famiglia, non dire nulla, mi fu intimato", ha poi concluso Farah, ricordando che a salvarlo da quella situazione fu un allenatore di atletica. In seguito alle rivelazioni di Mo Farah, nel frattempo insignito dalla Regina del titolo di baronetto, il Ministero degli interni ha dichiarato che contro l’atleta non sarà aperta alcuna inchiesta.

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