Tiri liberi

Il basket fra dramma e ambizioni sportive

Con le squadre russe fuori dall’Eurolega, molti team hanno messo sotto contratto giocatori russi finanziariamente inavvicinabili prima della guerra

Daniel Hackett quando militava nel Cska Mosca
(Keystone)
8 marzo 2022
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È difficile, in un momento in cui le tragedie umane assumono sempre più contorni inimmaginabili, parlare di amenità come il nostro basket. Le persone comuni si trovano oggi confrontate con una serie di riflessioni, che riguardano non solamente il loro vivere quotidiano, ma anche il futuro che possiamo preparare alle nuove generazioni nel caso in cui, dopo il 1945, ci ritroviamo con una guerra alle porte.

Chiaramente non sono molti ad avere un riferimento diretto con la fine della Seconda guerra mondiale; mentre le generazioni successive hanno avuto modo di studiarla e capirne tutti i drammi: invasioni, distruzioni, stermini. È evidente che non è bastata la storia per capire che strada sia meglio seguire, visto che ci ritroviamo in questa situazione di grande tristezza, precarietà e incertezze a 360 gradi, di morti senza colpa alcuna.

Il mondo del basket elvetico ha ricordato i caduti e le vittime della guerra con un minuto di silenzio prima delle gare; una testimonianza di solidarietà verso un popolo invaso, ma anche solidale con chi in Russia contesta il regime e l’invasione dell’Ucraina. Aspetto, quest’ultimo, non scontato né accettato dal regime.

Anche lo sport si trova a dover subire le scelte politiche e, se fino a qualche avvenimento precedente gli atleti russi potevano partecipare alle manifestazioni internazionali senza essere rappresentanti della loro nazione, oggi si ritrovano con le porte sbarrate. Il basket non fa eccezione e la maggiore manifestazione (l’Eurolega) vede ora le squadre russe escluse dalla competizione. Ne hanno approfittato non poche società europee, mettendo sotto contratto giocatori che sarebbero stati irraggiungibili, a livello di costi, per molte di loro. L’ultimo esempio è quello di Daniel Hackett: con passaporto italiano, già nell’Nba e in questa stagione al Cska Mosca, è passato a Bologna a comporre, con Belinelli e Teodosic, i ‘Big Three’. Una forza per combattere Milano e, soprattutto, entrare in Eurolega la prossima stagione. Ci sono altri giocatori in lista di attesa; su tutti, il georgiano Shengelia ambito da spagnoli, turchi e italiani e approdato pure lui a Bologna.

Senza voler essere cattivi ed esprimere giudizi di valore, ancora una volta ci sono due facce di una medaglia anche nella tragedia: da una parte il dramma, che coinvolge più popoli; dall’altra la "felicità" del tifoso, che vede negli acquisti della squadra del cuore, la speranza di arrivare a vincere un titolo.

Non sempre lo sport, diciamolo pure, unisce.

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