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Marco e Nicole: risultati simili, sentimenti contrastanti

Tadé e Gasparini tirano le somme dopo un Mondiale che li ha visti chiudere lontani dai migliori e nel quale il Covid ha tirato loro un brutto scherzo

10 marzo 2021
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I risultati ottenuti sono stati simili, ma lo stato d’animo con il quale Marco Tadé e Nicole Gasparini hanno chiuso i Mondiali di moguls di Almaty (dove sono rimasti per disputare, domenica, l’ultima prova della Coppa del mondo 2020/2021) è decisamente differente.

«Le gare sono andate decisamente male, speravo di riuscire a fare molto meglio – ci confessa il 25enne di Tenero, medaglia di bronzo nel parallelo nel 2017 a Sierra Nevada e che in Kazakistan ha disputato la sua quarta rassegna iridata –. Ho cercato di fare il mio, ma a quanto pare è stato quello che è stato ed è bastato solo per un 31esimo (nella prova individuale, ndr) e un 20esimo posto (nel dual, ndr). No so dire cosa non abbia funzionato, so solo che il mio bilancio di questo Mondiale è pessimo, persino triste».

Il 25enne di Tenero: ‘Niente scuse, devo tirarmi assieme’

Parole crude ma sincere, come d’altronde ci aspettavamo da un ragazzo che nonostante gli innumerevoli ostacoli che la vita a 25 anni gli ha già messo davanti (tanto nello sport con diversi gravi infortuni e grandi obiettivi sfumati all’ultimo, quanto nella vita), non si è mai accontentato. Come non ha mai cercato scuse, nemmeno stavolta che oltre ai soliti guai fisici il destino gli ha tirato un altro scherzo, ossia la positività al Covid dell’allenatore Giacomo Matiz e la conseguente quarantena preventiva anche per il preparatore acrobatico Juan Domeniconi... «Le costole (di cui ha rotto la cartilagine nelle settimane precedenti alla rassegna iridata, ndr) non sono state un problema. Grazie all’aiuto del medico e a una piccola infiltrazione, non ho praticamente sentito dolore, se non in un paio di occasioni, il che non mi è comunque stato di impedimento. La pista era un po’ strana, non facile, con delle gobbe molto lunghe nella parte centrale che poi diventavano cortissime, ma non era nemmeno bruttissima. Anche perché appena siamo arrivati qui fortunatamente ha nevicato e di conseguenza il suolo non era troppo duro. Così come la situazione che ha coinvolto i nostri allenatori non è certamente stata d’aiuto, ma grazie all’impegno di tutti ce la siamo cavata. La nostra fisioterapista Martina ci filmava e mandava i video a Giacomo e a Juan in hotel, i quali poi ci davano le indicazioni per telefono, mentre pure il capo delegazione Christoph Perreten e il medico si Swiss Ski si sono adoperati per farci pesare il meno possibile la situazione».

Archiviato un Mondiale amaro, è tempo di guardare oltre… «Per domenica nella finale di Coppa del mondo su questa stessa pista, sempre in dual, cercherò di tirarmi assieme e fare qualcosa di meglio. Poi dovrei chiudere la stagione con i Campionati svizzeri di Airolo (27-28 marzo, ndr)».

Nicole Gasparini: ’Risultati così così, ma l’attitudine è stata quella giusta’

Nicole Gasparini dal canto sua era partita per il Kazakistan (e in generale per questa stagione) con aspettative ben diverse da quelle del compagno di squadra, tanto da mettere il risultato in secondo piano.

«Sono contenta della mia attitudine nei quattro giorni di competizione, due di allenamento e due di gara, perché per me era una grande chance essere qui e questo non me lo sono mai dimenticata – ci spiega la 23enne di Cadro, che per la prima volta ha potuto prendere parte a una rassegna iridata tra i “grandi” dopo che in passato diversi infortuni gliel’hanno impedito –. Chiaramente avrei voluto ottenere risultati migliori anche per dimostrare di essere all’altezza di questo Mondiale, ma io ci ho provato, ho dato tutto. Lunedì nella prova in singolo (28esima, ndr) ho svolto un ottimo allenamento ma poi nella prima discesa di qualifica ho perso il controllo a metà e sono uscita, mentre nella seconda sono stata troppo lenta e non l’ho compensato nei salti. Nel parallelo (29esima, ndr) invece ho fatto fatica già in allenamento e devo ammettere che ho sentito parecchio la mancanza degli allenatori, perché per quanto ci siamo organizzati per coinvolgerli a distanza – e i nostri accompagnatori sono stati tutti fantastici nel tentare di aiutarci in qualsiasi modo possibile, persino filmando in diretta facetime le nostre discese – averli fisicamente sulla pista è tutta un’altra cosa. Solitamente quando c’è un problema in un determinato punto della pista, l'allenatore sale con te, ti osserva mentre scendi e ti corregge subito. Nonostante questo, in gara ho davvero dato tutto, ho tentato di stare dentro anche se sentivo di essere al limite, ma alla fine prima del secondo salto ho dovuto frenare, non me la sono sentita di saltare senza controllo».

’Chiudere bene, poi si ricomincia sperando di poter andare a cercare la neve‘

Un controllo da ritrovare anche svagandosi un po’, per finire al meglio questa stagione e guardare già oltre... «Adesso abbiamo due giorni di pausa (ieri e oggi, ndr) per recuperare, nei quali magari visiteremo la città, giusto per staccare e pensare un po’ ad altro. Poi venerdì e sabato si torna in pista per preparare la gara di domenica. L’obiettivo è quello di ritrovare l'attitudine che ho avuto in questi giorni e poi effettuare una discesa senza rimpianti e che mi soddisfi, anche per fare il pieno di fiducia in vista dei Campionati svizzeri. Poi si ricomincia con la palestra e la preparazione estiva, sperando che le restrizioni siano meno severe dell’anno scorso, in modo da poter cercare di più la neve anche all’estero, cosa che mi è mancata la scorsa estate. Fisicamente infatti sto bene e da questo punto di vista so che ho lavorato bene, ma per salire un ulteriore scalino devo affinare il lato tecnico (e mentale) della mia sciata».

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