CICLISMO

Matteo Badilatti, il deserto dopo la neve

Il poschiavino della Groupama al via dell'Uae Tour negli Emirati Arabi Uniti: ‘In inverno mi sono perparato anche con tanto sci di fondo e sci-alpinismo’

21 febbraio 2021
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Dopo il colpo di coda della pandemia che ha costretto gli organizzatori ad annullare l’edizione 2021 del Tour Down Under in Australia, la stagione del World Tour scatta ufficialmente oggi con l’Uae Tour, prova di sette giorni negli Emirati Arabi Uniti, fermata a metà strada un anno fa dallo scoppio della pandemia. Con il virus, però, in questi dodici mesi si è imparato a convivere, per cui tra tamponi e bolle si sono allestiti protocolli che dovrebbero permettere alla stagione di avere uno sviluppo regolare.

Pronto a iniziare a pedalare nel deserto (comunque con due arrivi in salita), anche il poschiavino Matteo Badilatti, uno dei quattordici elvetici inseriti in compagini World Tour. Per lui si tratterà della prima competizione con la nuova maglia, dopo il passaggio invernale dalla Israel Startup Nation alla francese Groupama… «L’inserimento è riuscito molto bene. Il fatto che in squadra vi siano diversi corridori svizzeri (Stefan Küng, Sébastien Reichenbach, Fabian Lienhard) ha sicuramente facilitato le cose. È un piacere correre qui, c’è un bel affiatamento, siamo una grande famiglia, anche con lo staff»

Un inverno ricco di neve come quello attuale può rappresentare per un ciclista un handicap considerevole nella sempre delicata fase di preparazione. Non per Badilatti. Anzi, per lui la neve è una risorsa importante… «Ho trascorso un buon inverno durante il quale mi sono potuto allenare parecchio, praticando anche discipline non legate al ciclismo, come ad esempio lo sci di fondo o lo sci-alpinismo. Con la meteo sono sempre riuscito a gestire al meglio la situazione. La preparazione è iniziata a dicembre, quando ho potuto approfittare di neve e montagne. In seguito ho svolto uno stage nel sud della Francia con una parte della squadra. Per le festività siamo rientrati a casa, prima di partire per dieci giorni alla volta di Maiorca per un campo d'allenamento con la Nazionale. Dopo alcuni giorni trascorsi a Poschiavo, durante i quali ne ho approfittato per le ultime uscite con gli sci di fondo, sono partito con la squadra per venti giorni di allenamento in altura nella Sierra nevada. Mi sento bene e non vedo l’ora di tornare a pedalare in gruppo».

Un anno fa l’Uae Tour era stato colpito in pieno dallo sbocciare della crisi pandemica. In dodici mesi la situazione è considerevolmente mutata… «Ci siamo abituati alla routine iniziata con la ripresa della stagione lo scorso agosto. Ci sono sempre i soliti controlli, i soliti tamponi da fare prima e dopo i raduni. Continuiamo a vivere in una bolla e a prestare attenzione a ogni minimo dettaglio. Negli Emirati siamo arrivati giovedì e ci siamo sottoposti a un tampone tre giorni prima della partenza e subito al nostro arrivo all'aeroporto. L’organizzazione ha allestito un hotel tutto per noi, con un concetto di sicurezza all’avanguardia. Sinceramente non vediamo l’ora di poter iniziare a pedalare, sperando che presto la situazioni migliori, così da poter tornare ad avere qualche spettatore a bordo strada, ciò che darebbe anche a noi quell’emozione che adesso un po’ ci manca. Rispetto all'anno scorso è cambiato l’atteggiamento nei confronti del problema, in quanto si sa a cosa si va incontro. Siamo preparati noi e sono preparati gli organizzatori che hanno allestito per tutte le corse protocolli sanitari davvero rigidi. Non è più come un anno fa, quando non si sapeva esattamente come si comportasse il virus e come dovevamo comportarci noi. Adesso si mantengono livelli di sicurezza e di igiene molto alti, ciò che alla fine ci permette di svolgere il nostro lavoro».

I primi mesi dell’anno sono anche quelli durante i quali si stila il programma di massima per la stagione a venire… «Per me il 2021 comincia qui negli Emirati, poi il prossimo impegno dovrebbe essere la Volta a Catalunya ya fine marzo. Proseguirò con corse a tappe, alternate a periodi di preparazione. L’obiettivo è di riuscire a esprimermi al meglio sull’arco della stagione ed essere d’appoggio ai capitani sulle salite. Per quanto riguarda i tre grandi giri, il programma prevede la partecipazione a uno dei tre, ma prima di prendere decisioni definitive occorre valutare lo sviluppo della situazione. Con la pressione creata dal Covid-19 bisogna essere molto flessibili e sapersi adattare, magari cambiando anche destinazione. Perciò, con la squadra abbiamo deciso di non accelerare i tempi, la decisione sarà ufficializzata soltanto in un secondo tempo».

Appuntamento a Tokyo

Matteo Badilatti non sarà l’unico elvetico al via dell’Uae Tour, giunto alla terza edizione. Sui sette giorni di corsa, con due arrivi in salita e, per la prima volta, una cronometro, si daranno battaglia anche Stefan Bissegger, Mathias Frank e Gino Mäder. Il nuovo direttore sportivo rossocrociato, Michael Albasini, seguirà con occhio attento la prima prova di spessore della nuova stagione… «Quando ero corridore, le corse non le guardavo praticamente mai – afferma il 40.enne turgoviese, al quale, però, la nuova funzione chiederà abitudini diverse –. Se devo parlare al telefono con i corridori svizzeri, devo sapere ciò che è successo in corsa».

Le prime prove della stagione non sono certo le più importanti… «Non mi aspetto di trarre grandi conclusioni già in febbraio, ma è possibile che l’Uae Tour sia in grado di fornire alcune indicazioni su qualche corridore in particolare».

Il nuovo selezionatore rossocrociato spera soprattutto che il Tour de Suisse e il Tour de Romandie, entrambe prove alle quali si era dovuto rinunciare nel 2020, possano andare in scena come da calendario, in quanto Swiss Cycling intende, come negli ultimi anni, schierare una formazione rossocrociata composta da elementi che non fanno parte di squadre del World Tour.

Gli occhi degli appassionati elvetici saranno ovviamente puntati su Marc Hirschi, reduce da un 2020 di grande successo e pronto a ripetersi nelle classiche primaverili. Tre volte sul podio di tappa dell’ultimo Tour de France, quest’anno il 22.enne bernese potrebbe approfittare della Grande Boucle per preparare al meglio quello che sembra un obiettivo alla sua portata: i Giochi olimpici di Tokyo, su un percorso molto selettivo che pare essere stato disegnato pensando alle caratteristiche dell'elvetico.

Hirschi, che in inverno ha lasciato la Sunweb per accasarsi con la Uae Emirates di Mauro Gianetti, non sarà al via della prova… casalinga. La sua stagione sarebbe dovuta iniziare il 27 e 28 febbraio, ma il manager ticinese ha precisato che il suo rientro è stato posticipato.

Per quanto riguarda Stefan Küng, campione d’Europa e bronzo mondiale nella cronometro, ha deciso di non prendere il via nel Golfo e di iniziare la stagione il 27 febbraio con la Het Nieuwsblad.

E se il Tour de France potrà servire da trampolino di lancio per le Olimpiadi, la Vuelta svolgerà la stessa funzione per i Mondiali in Belgio… «Si gareggerà nelle Fiandre, su un percorso tipicamente fiammingo. Saremo in grado di mettere assieme una nazionale molto competitiva», conclude Michael Albasini.

In totale le prove del World Tour saranno 33. Si apre nel Golfo e si chiude con il Giro del Guanxi, in Cina.

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