ATLETICA

Sentenza Schwazer, l'Ama contrattacca: 'Siamo inorriditi'

L'Agenzia mondiale antidoping inferocita dopo l'archiviazione da parte della giustizia penale italiana del caso del marciatore. 'Valuteremo anche l'azione legale'

Squalificato per otto anni sul piano sportivo, l'altoatesino spera di non dover attendere il 2024 (Keystone)
19 febbraio 2021
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La sentenza del Tribunale di Bolzano dà una chance di riscatto sul piano civile ad Alex Schwazer, ma di certo non spalanca le porte
del paradiso sportivo al marciatore altoatesino. Che la redenzione e il perdono siano una strada tutta in salita lo dimostra l'immediata e feroce reazione dell'Ama, l'Agenzia mondiale antidoping, alla sentenza di ieri che, in Italia, aveva classato l'affare sul piano civile. Feroce al punto che l'Ama si dice di «inorridita» dalla sentenza, e non solo respinge le accuse contenute nelle 80 pagine del dispositivo, ma minaccia pure le vie legali.

Ciò che, comunque, non desta particolare sorpresa, visto che ieri il giudice aveva accusato sia la stessa Ama, sia la Federatletica internazionale, accusandole di essere autoreferenziali e di non accettare alcun controllo dall'esterno. Su internet, affidandosi a un "tweet", i vertici dell'Agenzia affermano di aver preso atto con grave preoccupazione di quanto rilevato dal giudice che, su richiesta della Procura, aveva archiviato ogni accusa a carico di Schwazer per la positività emersa nel 2016 (e non quindi per il precedente caso, risalente al 2012, in cui lo stesso atleta aveva ammesso la sua colpevolezza). «Siamo inorriditi dalle accuse spericolate, prive di fondamento e diffamatorie» dicono dall'Ama, ricordando le «prove travolgenti corroborate da esperti indipendenti rigettate (dal giudice italiano, ndr) in favore di teorie prive di sostanza». «Una volta analizzato il provvedimento – conclude la nota dell'Agenzia mondiale antidopina – si valuterà ogni opzione disponibile, inclusa l'azione legale».

Dopo l'archiviazione sul piano penale, Schwazer ha tutta l'intenzione di trovare riabilitazione anche su quello sportivo. Tuttavia dovrà dimostrare che le famose provette del test antidoping che l'avevano portato a una squalifica di otto anni che giungerà a scadenza nel giugno del 2024 furono effettivamente alterate. Tuttavia, siccome sulla questione puramente sportiva si era già espresso il Tribunale arbitrale di Losanna, per il marciatore altoatesino non ci sono grandi margini di manovra, se non un ricorso al Tribunale federale o eventualmente alla Corte internazionale dei diritti dell'uomo. Ma anche nel migliore dei casi, cioè in presenza di un'improbabile risposta per lui positiva, è praticamente escluso che Schwazer possa venir reintegrato in tempo per potersi accomodare su un volo in partenza per i Giochi di Tokyo.

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