MOUNTAIN BIKE

Filippo Colombo non si arrende a un tracciato per scalatori

A Leogang (Austria) sono iniziati i Mondiali: 'Percorso molto fisico, spero nella pioggia che possa mischiare le carte a favore dei biker tecnici'

7 ottobre 2020
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Lungo la strada che separa i tracciati conosciuti e molto apprezzati di Nove Mesto e del Monte Ceneri, la carovana della mountain bike (declinazione cross-country) questa settimana fa tappa a Leogang, in Austria, per l’assegnazione delle maglie iridate. Su un circuito nuovo di zecca, lungo il quale i biker pedaleranno per la prima volta. E che ha lasciato tutti a bocca aperta… «Siamo arrivati direttamente dalla Repubblica ceca – conferma Filippo Colombo – e abbiamo trovato un percorso che nessuno si aspettava, estremamente fisico. Tant’è che tutti coloro i quali se lo possono permettere hanno deciso di gareggiare con la bicicletta più leggera a loro disposizione. I 3,6 km del tracciato (210 metri di dislivello) presentano praticamente due sole caratteristiche: salite molto ripide e discese veloci. In pratica, le sezioni tecniche sono ridotte all’osso».

Visto da questa prospettiva, si direbbe che non si tratta di un anello particolarmente favorevole a Filippo Colombo, ma nemmeno a molti dei più forti biker elvetici, ai quali la formazione seguita nel corso degli anni ha garantito soprattutto spiccate capacità tecniche… «Qui si trovano a loro agio in particolare gli scalatori puri. Per quel che mi concerne, per il momento sto ancora cercando il giusto feeling con il terreno. Diciamo che non si addice alla perfezione a quelle che sono le mie caratteristiche. Io sono soprattutto esplosivo, preferisco salite dure ma brevi. Sarei stato molto più felice se avessimo gareggiato su un tracciato simile a quello di Nove Mesto, ma non mi demoralizzo, tutto può ancora succedere».

Anche perché a scombussolare le carte potrebbero esserci le bizze del tempo. Oggi, infatti, a Leogang le condizioni meteo erano tutt’altro che favorevoli (pioggia)... «Per i prossimi due giorni è previsto bel tempo, ma per sabato l’evoluzione rimane incerta. Detto tra noi, spero nella pioggia. Condizioni avverse potrebbero rimescolare le carte. Ci sono molte discese su prato e in caso di pioggia abbondante potrebbero trasformarsi in fanghiglia. Se l’acqua dovesse rendere più insidioso il percorso, l’aspetto prettamente fisico verrebbe meno e ad avvantaggiarsi potrebbero essere quei corridori che fanno della tecnica il loro marchio di fabbrica».

Quello inerente le caratteristiche del tracciato è senza dubbio un tema importante in previsione della gara di sabato, ma in questi giorni gli staff delle varie Nazionali sono impegnati anche a gestire l’aspetto del recupero fisico dei singoli atleti, reduci da una settimana molto esigente, con quattro prove di Coppa del mondo in cinque giorni… «In effetti, in questi giorni ci siamo concentrati soprattutto sul recupero. Oggi abbiamo effettuato il primo allenamento vero e siamo stati in bicicletta per tre ore, senza per altro mai uscire da quelli che sono i parametri della rigenerazione fisica. Sento ancora nelle gambe gli sforzi profusi a Nove Mesto, ma sono convinto che nel corso dei prossimi giorni questo accumulo di fatica verrà espulso. Di norma, in queste occasioni di allenamenti veri se ne fa uno solo, poi nei giorni precedenti la competizione si pensa al recupero, con sedute non più lunghe di due ore e dedicate in primo luogo al riconoscimento delle varie peculiarità del percorso. Seguendo la mia tabella di avvicinamento, sono certo che sabato potrò essere al 100%».

Nonostante un tracciato non tagliato su misura per le sue qualità, il biker ticinese preferisce non rivolgere lo sguardo agli Europei di settimana prossima sull’amato anello del Monte Ceneri… «Il Mondiale è il Mondiale. Sempre e comunque. Sabato partirò per ottenere il miglior risultato possibile. Alla luce delle caratteristiche del percorso, credo che un piazzamento nei 15 rappresenterebbe un risultato eccellente. All’Europeo penserò da domenica in poi, anche perché una gara in più – in una stagione nella quale di competizioni ve ne sono state poche – può aiutare a migliorare la condizione fisica. A maggior ragione se questa gara è il Mondiale».

Per Colombo e per il ciclismo ticinese un top 15 rappresenterebbe un risultato eccellente. Ma nel cross-country la Svizzera è abituata a dominare. Le prove di Coppa del mondo di Nove Mesto, però, hanno lasciato qualche dubbio sulla condizione fisica dei rossocrociati, sia in campo maschile, sia tra le ragazze… «Nino Schurter parte tra i favoriti perché lui è Schurter e Schurter è forte su ogni tipo di terreno. Ma a Nove Mesto non è apparso al massimo della condizione e su un percorso come questo vedo diversi ragazzi in grado di impensierirlo. Non sarà facile, insomma, nemmeno per uno come Nino. Per il resto, credo che le speranze di medaglia in campo maschile siano ristrette a Schurter e a Matthias Flückiger».

La staffetta regala ‘solo’ il bronzo

I Mondiali 2020 sono iniziati in tono minore rispetto alle abitudini. Dopo tre titoli iridati consecutivi, la Svizzera è stata costretta a cedere alla Francia lo scettro della staffetta e ad accontentarsi del bronzo. La medaglia d’argento è andata al collo dell’Italia. La Svizzera si è presentata al via con una formazione piuttosto rimaneggiata rispetto alle abitudini, priva sia di Schurter, sia di Jolanda Neff. Luke Wiedmann, Thomas Litscher, Sina Frei, Nöelle Buri, Elisa Alvaerz e Alexandre Balmer sono stati costretti a concedere 2'06" alla Francia e 31" all'Italia. La certezza del bronzo è arrivata soltanto nell'ultima tornata, quando Balmer, campione del mondo juniores due anni fa a Lenzerheide, si è reso protagonista di un eccellente recupero che lo ha portato dalla quinta posizione al podio.

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