CICLISMO

Il Tour de France si veste di verde

Meno spettatori sulle strade significa meno tonnellate di rifiuti da dove smaltire: anche il Covid-19 ha i suoi (pochi) aspetti positivi

4 settembre 2020
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Meno spettatori al Tour de France significa anche meno sprechi. Ma al di là delle imposizioni dettate dalla pandemia, la corsa ciclistica più famosa al mondo sta cercando da alcuni anni di crearsi un'immagine più verde. Il Tour de France è il più grande festival popolare della Francia. Quando i migliori professionisti lottano per tre settimane lungo le strade della Grande Nation, centinaia di migliaia di persone si riversano sulle strade. E molti lasciano dietro di loro spazzatura, molta spazzatura. Si dice che in media siano 20 le tonnellate di rifiuti per ogni tappa. Di solito i grandi eventi come il Tour de France rappresentano un piccolo disastro ambientale, in particolare negli ultimi anni.

Ma la pandemia di coronavirus ha mutato l'approccio del nostro vivere quotidiano. E ha reso il Tour de France più verde, anche lontano dai paesaggi pittoreschi dell'Esagono. È uno degli aspetti positivi (pochi) del virus. Quest'anno diversi milioni di fan hanno deciso di non riversarsi sulle strade (la televisione francese sta godendo di un aumento degli ascolti), con il positivo effetto collaterale che nelle città e sulle montagne vengono dispersi quantitativi sensibilmente minori di rifiuti. Perché quando la carovana con tutto il suo entourage – quest'anno ci sono solo 3000 persone invece delle abituali 5000 – attraversa la Francia, l'ambiente ne soffre. Ecco perché gli ambientalisti da anni sono sul piede di guerra...

Un'Onda verde che ha constatato anche il direttore del Tour, Christian Prudhomme, conscio che il ciclismo (e in particolare la corsa più importante) non può permettersi la reputazione di essere considerato un "dirt-slinger". «Il Tour è impegnato da anni nell'approccio ambientale. Meno prodotti in plastica vengono distribuiti e l'organizzazione guida solo auto ibride», afferma Prudhomme.

Ma è sufficiente? In passato, il dipartimento dell'Alta Savoia ha raccolto 43 metri cubi di rifiuti lungo un percorso di 150 km. Il più grande produttore di rifiuti è rappresentato dalla carovana pubblicitaria, che ogni giorno viaggia lungo il percorso da una a due ore prima del transito della corsa. Nel 2019, 15 milioni di oggetti sono stati lanciati al pubblico: un sacco di roba inutile come tappi, braccialetti o portachiavi, fino a campioni di detersivo. L'organizzazione non vuole però entrare nel merito della discussione riguardo a una tradizione che molti considerano superata, a maggior ragione nel terzo millennio, ma che alla Grande Boucle resiste dal 1930. Quest'anno, tuttavia, solo 100 degli abituali 160 veicoli sono stati affittati dalle varie ditte, una diminuzione legata anche agli effetti della crisi finanziaria scatenata dalla pandemia.

Poiché gli organizzatori del Tour de France non possono semplicemente ignorare l'aspetto della salute del pianeta, quest'anno sono stati assunti nove funzionari ambientali. Anche i corridori hanno dovuto inchinarsi alla necessità di mantenere pulito l'ambiente. Così, se durante la gara smaltiscono i loro rifiuti al di fuori delle 126 zone designate, rischiano una multa di 200 franchi svizzeri. In linea di principio, questo non è un problema per i professionisti, i quali sarebbero però contenti se gli organizzatori fossero altrettanto impegnati sul tema della sicurezza in gara.

Per il campione in carica Egan Bernal e i suoi colleghi, il coronavirus ha portato un'altra novità: affinché i ciclisti non lascino la "bolla" della loro squadra, vengono a cadere i trasferimenti in aereo o in treno, due dei quali particolarmente lunghi tra Laruns e la Charante-Marittime, dove lunedì vi sarà il primo giorno di riposo, e tra La Planches des Belles Filles e Mante-la-Jolie da dove scatterà l'ultima frazione che porterà i superstiti a transitare sotto l'Arco di Trionfo a Parigi. Per quanto riguarda le grandi montagne, quest'anno l'accesso agli appassionati sarà consentito soltanto a piedi o in bicicletta.

Negli ultimi decenni un Tour de France tanto verde non lo si era mai visto... 

 

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