CALCIO

Un punto per cominciare e va bene così

Il Lugano torna indenne da Ginevra, con un pareggio importante soprattutto a livello mentale. Gol del vantaggio di Gerndt, pari nella ripresa di Tasar

(L'occasione di Maric al 77')
21 giugno 2020
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Un pareggio a Ginevra è risultato che non va mai buttato con l'acqua sporca. Alla Praille il Lugano porta a casa il primo punto di quella che è a tutti gli effetti la terza fase del campionato di Super League, allunga su Thun e Sion e può pure permettersi il lusso di recriminare per una colossale occasione capitata su piede e testa di Maric al 77' (conclusione da due metri respinta da Frick, palla che rimpalla di nuovo sul difensore ticinese prima di sorvolare di un niente la traversa). Sarebbe verosimilmente stato il gol della vittoria, ma a essere troppo golosi si rischia l'indigestione e alla luce di quanto proposto dal campo nei 90' di gioco, il pareggio è risultato più che sufficiente. Perché la squadra di Maurizio Jacobacci si è fatta preferire nel corso dei primi 45', è andata in gol con Gerndt già al 21' (rimpallo favorito da Janga che ha messo lo svedese davanti a Frick), si è costruita un paio di altre grosse opportunità (la prima già dopo nemmeno un minuto con Bottani) e ha subito poco o nulla l'arrembare dei padroni di casa (un solo intervento decisivo di Baumann, al 45' su colpo di testa di Sasso), ma nella ripresa è stata spesso schiacciata nella sua metà campo. Il Servette ha infatti mostrato un piglio ben diverso, ha aumentato il ritmo e moltiplicato le situazioni scabrose davanti a Baumann, trovando un logico pareggio grazie a un'incursione di Tasar sulla linea di fondo, con una conclusione deviata in porta da Yao (61').

«Si tratta senza dubbio di un punto importante – conferma Mijat Maric –. Loro hanno qualità, si vede che giocano liberi da pensieri, forti del loro quarto posto. È più facile dare il meglio quando non si deve fare i conti le zone basse della classifica. Questo è un punto sul quale possiamo costruire in vista dei prossimi impegni. Anche perché a un certo punto la partita non si era affatto messa bene».

Il difensore bianconero si riferisce, come è logico che sia, all'espulsione di Jonathan Sabbatini, mandato negli spogliatoi già al 68', appena sette minuti dopo il pareggio, per un doppio ammonimento rimediato in appena 12'. Da lì in poi il Lugano ha dovuto pensare essenzialmente a gestire la situazione e lo ha fatto dimostrandosi capace di spazzare l'aera quando necessario e affidandosi alle mani (e ai piedi) di Baumann quando i ginevrini sono arrivati alla conclusione. Anche se poi si è ritrovato sui piedi la possibilità, proprio con Maric, di infliggere ai ginevrini la terza sconfitta casalinga della stagione... «È successo tutto tremendamente in fretta. Sulla prima deviazione, di sinistro, pensavo di aver indirizzato la sfera nel posto giusto, ma Frick è riuscito ad arrivarci. Il pallone mi è rimpallato sulla testa e non ho avuto la prontezza per indirizzarlo come avrei voluto, così è finito alto di pochissimo».

Ancora una volta, il Lugano ha ribadito di possedere una difesa ermetica (appena 27 reti subite, solo Basilea e Servette hanno fatto meglio), ma sul fronte offensivo gli ingranaggi andranno oliati con maggiore attenzione. Gli occhi dei tifosi bianconeri erano tutti puntati su Rangelo Janga, alla sua seconda partita nel campionato svizzero. L'olandese ha dimostrato di possedere delle qualità e si è messo al servizio della squadra. Non ha mai avuto la possibilità di andare alla conclusione, ma ha lavorato molto, tenendo impegnata la difesa granata. Ha certamente trovato l'appoggio di Gerndt (non a caso i due hanno combinato, con un pizzico di fortuna, in occasione del gol del vantaggio), ma non quella di Bottani. Il numero 10, dopo aver sciupato un grossa occasione già al 1', si è reso protagonista di troppe scelte sbagliate, in particolare in alcuni contropiedi che avrebbero meritato migliore fortuna.

Buona la prestazione di Yao (nonostante la sfortunata deviazione sul gol del pareggio), così come quelle di Baumann e del solito Gerndt, sempre generoso e pronto a sfruttare le occasioni favorevoli.

Jacobacci: 'Risultato importante'

Moderatamenet soddisfatto anche Maurizio Jacobacci... «Mi sono piaciuti in particolare i primi 20'. Dopo il gol abbiamo abbassato il baricentro, anche quale diretta conseguenza di un Servette che ha alzato il ritmo. Il problema è che quando recuperavamo palla cercavamo soprattutto il fraseggio invece dell'affondo. Al di là di tutto è stato molto importante poter uscire dal campo con in tasca un risultato utile. Lo è soprattutto perché in questa sorta di campionato corto l'aspetto mentale potrebbe fare la differenza. Sapevamo che il Servette è una bella realtà del nostro calcio e che ci sarebbe stato da soffrire. E infatti ho visto i ragazzi soffrire e stringere i denti fino alla fine».

Il Lugano ha avuto due occasioni per chiudere la partita: al 77' con l'occasione di Maric e subito prima del pareggio ginevrino con un sospetto fallo di mano in area di Sasso... «Il tocco c'è stato e l'hanno visto tutti – sottolinea il tecnico bianconero –. A mio modo di vedere si è trattato di un gesto passibile di sanzione, ma secondo quanto recita il regolamento, nel caso in cui il pallone sbatta prima sul corpo del giocatore e poi sulla sua mano, il fallo non deve essere rilevato. Peccato, perché sulla loro ripartenza abbiamo incassato il gol del pareggio. Alla fine, comunque, occorre essere onesti e ammettere che Baumann è stato protagonista di alcuni interventi decisivi, per cui non abbiamo molto su cui recriminare».

Stadio vuoto, più del solito...

Che a Ginevra lo stadio della Praille si riempia soltanto in occasione delle partite della Nazionale è cosa risaputa. Oggi però, ad assistere alla sfida c'erano soltanto una settantina di tifosi... «È brutto giocare in uno stadio completamente vuoto – sottolinea Maric –. A noi giocatori non piace, ma quando l'arbitro fischia non si ha più la possibilità di pensare ad altre cose, occorre soltanto concentrarsi sul proprio avversario. In quel senso, dunque, non è cambiato molto, ma è vero che tutti preferiremmo esibirci davanti al pubblico».

Considerazione che sposa anche una vecchia volpe del calcio elvetico come Alain Geiger, tecnico dei ginevrini... «I calciatori sono degli artisti e in quanto tali hanno il piacere di fare il loro mestiere davanti a un pubblico e regalare a tutti i presenti un saggio delle loro qualità».

Tuttavia bisognerà abituarsi a questo nuovo calcio nel quale i pochi presenti possono sentire più o meno tutto quanto avviene a bordo campo (i suggerimenti degli allenatori) e all'interno del rettangolo verde (le indicazioni dei portieri, così come le urla dei giocatori infortunati). Il pubblico fa parte dello spettacolo, ma da bravi artisti i calciatori sanno esibire il meglio della loro arte davanti a cento persone, così come al cospetto di uno stadio stracolmo.

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