La svolta professionale (combatte per il Noble Art di Basilea) e di vita del 26enne pugile ticinese Tiago Pugno, in procinto di partire per Colonia e Varsavia
In una lunga intervista che ci rilasciò lo scorso Natale (cfr. laRegione del 27 dicembre 2018) Tiago Pugno, 26enne pugile ticinese, decise di aprirsi, di svelare i progetti di una carriera rilanciata grazie alla scelta di letteralmente cambiare vita, lasciando la rabbia per lo più scaricata malamente in strada, per abbracciare con passione e professionalità il pugilato, la disciplina grazie alla quale cova l’ambizione di partecipare ai Giochi olimpici di Tokio. L’eco della sua ‘conversione’, il peso delle sue parole, hanno fatto breccia in coetanei e genitori di ragazzi che, come lui in passato, sono passati attraverso esperienze negative. «Tanti giovani mi seguono, e ricevo lettere da genitori in apprensione che mi fanno i complimenti per quello che sono diventato. Ai loro occhi sono un ragazzo che è riuscito a fare qualcosa di buono uscendo del male che ha commesso in passato. Mi scrivono chiedendo consiglio, parlandomi dei litigi nei quali sono coinvolti i loro figli. Io ci sono passato, l’hanno saputo e si confidano con me. Ne vado fiero. Vengo considerato un esempio positivo, e sono felice di essere un esempio a loro molto vicino. Questa vicinanza mi piace. Mi piace parlare, rispondere alle domande. Mi scrivono, cerco di rispondere sempre a tutti. Sono anche riuscito a portare qualche ragazzo in palestra». Il passato tormentato e la svolta impressa anche grazie al pugilato sono i capitoli principali di una storia narrata in un libro che vedrà presto la luce, redatto con l’aiuto di Ambra Giacometti. Prima, però, i tornei con la Nazionale svizzera, a Colonia dal 9 al 20 aprile , e poi a Varsavia, dal 24. «Sono appuntamenti per valutare il grado di preparazione agli ‘European Games’ di Minsk, i quali mettono in palio un posto alle Olimpiadi di Tokio, in caso di podio. I primi tre classificati vanno ai Giochi senza prendere parte ai tornei di qualificazione che li precedono. A Colonia e Varsavia faremo conoscenza con gli avversari chi ci troveremo davanti a Minsk. Sono tosti. I prossimi test sono particolarmente importanti, anche per valutare la tenuta del polso, fratturato qualche settimana fa, e che all’appuntamento di Strandja, in Bulgaria, non ha permesso a Tiago di combattere. «Avevo anticipato un po’ i tempi del rientro dall’infortunio perché ci tenevo troppo a esserci. Più per me stesso, che per la competizione in sé. Per capire se anche noi siamo in grado di confrontarci con le grandi scuole pugilistiche europee e dell’est, come l’Uzbekistan, la Russia. Mi ha dato un’enorme carica di motivazione, nonostante abbia dovuto abbandonare alla prima ripresa. Abbiamo anche noi svizzeri le carte in regola per dire la nostra e per fare bene».
L'intervista completa a Tiago Pugno nell'edizione di domani de laRegione