Curling

'Non vedremo mai un ticinese ai mondiali di curling'

Fabrizio Albonico: oltre Gottardo sono cinquanta i centri dedicati a questo sport, da noi non ce n'è nemmeno uno

Fabrizio Albonico (al centro). Foto Ti-Press
31 marzo 2018
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«Un ticinese non potrà mai raggiungere un livello mondiale». Il perché è presto detto: una cinquantina di centri dedicati al curling oltralpe, zero in Ticino; anche se di un polo del curling si parla da anni. Nel 2013 il Municipio di Faido sottopose l’idea di realizzare un centro cantonale in Leventina, ma la proposta non ebbe seguito.

«Il progetto era relativamente piccolo, molto decentrato e non idoneo all’attività con le scuole del resto del cantone». La promozione fra i giovani – spiega Fabrizio Albonico (segretario della Fct, al centro nella foto ) – sta a cuore alla Federazione svizzera. L’idea del polo non è però stata accantonata. «Siamo stati e siamo in contatto con alcuni comuni tra cui Lugano, Monteceneri, Gambarogno. Le discussioni sono più o meno promettenti: siamo in fase di trattative e fiduciosi. Al contempo restiamo anche prudenti, poiché in passato siamo stati ‘bruciati’.

L’obiettivo è trovare una soluzione al più presto. Dove? Più il luogo è centrale e facilmente raggiungibile, meglio è: così si può raggiungere il maggior numero di persone». Un centro per circa 150 soci attivi, tanti sono in Ticino, può parere eccessivo. «Non sono grandi numeri; ma del resto come si fa a crescere, se mancano gli spazi? Al momento le strutture sono piene e non ci sono ore di ghiaccio libere per gli allenamenti, che possono dunque ospitare un numero limitato di persone. Peraltro l’interesse c’è: alla possibilità di provare a Chiasso, il 27 febbraio, sono arrivate circa settanta persone». Il centro dovrebbe avere almeno tre piste, «ancor meglio quattro, così da poter organizzare competizioni come i campionati svizzeri. Non sarebbe una struttura enorme: misurerebbe sostanzialmente 50 metri per 20 senza tribune, di cui non c’è esigenza; tutt’al più basta una vetrata dietro cui prevedere bar o ristorante». L’investimento si potrebbe aggirare sui 3-4 milioni di franchi, «molto dipenderà dal terreno che troveremo e dalle condizioni alle quali si potrà averlo. Per coprire parte dei costi v’è la possibilità di accedere a vari finanziamenti: da Federazioni svizzera e mondiale, Sport Toto, fondo di promozione del turismo, associazioni ed enti con cui abbiamo già avviato i contatti».

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