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Prima l’aggressione e la paura, poi lo sconforto

Dallo sfogo di una commessa di Muralto a quello dei Verdi di Lugano. Oggi spazio però pure al conflitto nei Territori occupati e al ‘caso Gobbi’

30 marzo 2024
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Un grosso spavento, e per fortuna solo quello. Ma la vicenda poteva anche risolversi peggio per la commessa di un chiosco in piazza Stazione a Muralto, aggredita negli scorsi giorni di buon mattino da un brutto energumeno, poi rivelatosi un tossicodipendente, nel suo negozio. Oltre alla paura, al nostro giornale la commessa sfoga però il suo malcontento per la poca collaborazione ricevuta dalla Polizia comunale una volta segnalato l’accaduto: “Mi hanno detto che avrei dovuto chiamare prima, mentre avveniva l’aggressione, e non dopo, che non serviva più”.

Genocidio o non genocidio? È davvero così importante definire ‘genocidio’ quel che accade a Gaza e nei Territori occupati? A chiederselo è Roberto Scarcella, che nel commento con cui apriamo l’edizione odierna ci racconta di un episodio che ha per protagonista due bambini, la loro madre e un soldato, ripresi dalle telecamere a circuito chiuso di un negozio. Una scena in cui non c’è sangue, non ci sono morti, eppure c’è tutto. C’è la certezza di essere andati oltre. E si chiede: dobbiamo davvero trovare una parola per capire, per capirci?

Un silenzio che potrebbe minare la fiducia della popolazione nelle autorità. Sul ‘caso Gobbi’ e sulle implicazioni del silenzio che avvolge i fatti accaduti il 14 dicembre in Leventina si esprime il professor Jean-Patrick Villeneuve, direttore dell’Istituto di comunicazione e politiche pubbliche dell’Università della Svizzera italiana e responsabile del Gruppo di ricerca sull’integrità pubblica.

È un quadro a tinte fosche quello tratteggiato dal Consiglio di Stato nella sua risposta all’interpellanza presentata dal deputato socialista Danilo Forini sul sostegno e sulla protezione degli operatori sociosanitari e dei dipendenti pubblici rispetto alle aggressioni. Le cifre: nel 2021 e nel 2022 presso la Clinica sociopsichiatrica cantonale sono stati registrati, rispettivamente, 108 e 125 incidenti, per una media di circa dieci al mese. Nel 2023, a seguito anche di un’accresciuta sensibilizzazione e propensione alla segnalazione, sono stati annunciati 332 incidenti.

Lascia non poco amaro in bocca in casa dei Verdi il rapporto sulla sostenibilità della Città di Lugano: atteso dal 2017, per gli ecologisti il documento ‘non è uno strumento d’analisi serio’. Ce ne parla il capogruppo Danilo Baratti.

Buona lettura.

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