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La bacchettata del governo: a rischio l’approvazione del Pal5

Il Consiglio di Stato evidenzia delle criticità. A ‘laRegione’ oggi parliamo anche di cave in Riviera, proteste contro i tagli e troppe ‘sberle educative’

23 novembre 2023
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L'approvazione del Programma di agglomerato del Luganese di quinta generazione (Pal5) è a rischio, e con essa i contributi finanziari federali cruciali per la sua realizzazione. Il Consiglio di Stato, con un duro richiamo via lettera, rimprovera alla Commissione regionale dei trasporti del Luganese (Crtl), di non rispettare gli accordi nell'allestimento del Pal5. Fra le gravi criticità evidenziate dal governo ticinese, l'assenza di analisi dello stato attuale e previsioni future, nonché il lavoro concentrato sulle misure infrastrutturali a discapito di interventi paesaggistici.

E sempre di Consiglio di Stato si è parlato ieri a Bellinzona durante la manifestazione sindacale contro i tagli. “Il governo, con i suoi ministri contabili, e il Gran Consiglio, frastagliato e dai dibattiti non di rado cacofonici, non possono e non devono ignorare i numeri e le voci della piazza”, attacca il commento odierno di Andrea Manna che invita il CdS ad aprire la finestra.

Il Comune di Riviera si appresta a concedere un credito di circa 1,2 milioni di franchi per elaborare le varianti del Piano regolatore per le cave di Lodrino, Iragna e Cresciano. La nuova pianificazione garantirà chiarezza alle ditte e ai proprietari dei fondi, promuovendo investimenti e rispettando norme ambientali. Le varianti affronteranno anche la regolamentazione di situazioni non conformi nelle cave di Iragna, Cresciano e Lodrino.

È critico l'ex presidente della Conferenza dei direttori di Scuola media, Daniele Bianchetti, circa la decisione del Collegio dei docenti della Scuola media Bellinzona 2 di annullare tutte le attività extrascolastiche volontarie come protesta contro i tagli proposti dal Consiglio di Stato per il 2024. Bianchetti a laRegione, sottolineando l'importanza di tali attività come parte integrante dell'insegnamento, definisce ‘un'autorete’ la mancata consultazione con i genitori.

In Svizzera sono ancora tanti, troppi i bambini che ricevono "sberle educative". Secondo uno studio dell'Università di Friborgo, il 38% dei genitori ammette di aver usato violenza fisica, e il 21% violenza psicologica. Le cifre, seppur stabili negli ultimi anni, indicano che la pandemia ha interrotto la tendenza al ribasso. A laRegione la direttrice della fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera sottolinea la necessità di leggi contro la violenza sui minori.

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