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Il conflitto in Israele, le reazioni e gli effetti in Svizzera

Anche in Ticino viene annunciato un rafforzamento dei pattugliamenti o una sorveglianza più stretta degli obiettivi sensibili.

9 ottobre 2023
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Ampio risalto è dedicato al conflitto in Israele e alle reazioni, con un’intervista ad Adrian Weiss, presidente dell’Associazione Svizzera Israele sulle tensioni storiche fra ebrei e palestinesi. Nella sua toccante testimonianza, Weiss rievoca l'immagine del bambino di 8 anni e della bambina di 6 che sono rimasti nascosti in un armadio per 13 ore, mentre in cucina giacevano morti i genitori e la sorellina in fasce.

Agli effetti della guerra in Svizzera e al potenziamento delle misure di sicurezza presso l’ambasciata israeliana a Berna e il consolato israeliano a Ginevra è consacrato un altro servizio. Il comandante della Polizia cantonale ticinese Matteo Cocchi, interpellato da ‘laRegione’, annuncia un rafforzamento dei pattugliamenti o una sorveglianza più stretta degli obiettivi sensibili.

Anche il commento, firmato da Aldo Sofia, si sofferma sulla precarietà della prima potenza militare del Medio Oriente, confrontata con un’angoscia e un senso di fragilità mai conosciuti. Mentre emergono le situazioni tipiche di una guerra vera, che potrebbe estendersi a tutta la regione, resta da capire come si comporteranno i Paesi dell’area, i nemici e chi provava ad avere rapporti con Tel Aviv.

Dalla cronaca internazionale, passiamo a quella locale. Si prospetta una riduzione della parte a riva del futuro porto di Gambarogno che ospiterà 280 posti barca. L'obiettivo è quello di mantenere la spesa nei 20 milioni di franchi previsti. Il Municipio ha informato il Legislativo che vorrebbe rivedere completamente il progetto per quanto concerne la parte a terra, per risparmiare indicativamente quattro milioni di franchi, pur realizzando delle infrastrutture consone alle esigenze.

La recensione di Giuseppe Clericetti narra invece della quarta recita, in dieci giorni, di ‘Raffa in the Sky’, una riuscita unione tra opera e pop italiano 70/80, che si è chiusa al Teatro Donizetti di Bergamo. Un’esperienza teatrale che, secondo l'articolista, potrebbe lasciare il segno nel panorama melodrammatico della nostra contemporaneità: la felice e riuscita unione tra il mondo dell’opera e il più profondo pop italiano, con un colpo di genio lungamente mediatizzato, si è messa in scena la carriera di Raffaella Carrà.

Buona lettura.

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