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Gambarogno, prima l’incendio poi il lupo

Su laRegione di oggi, due allevatori raccontano le difficoltà dell'azienda. Spazio all'Albergo Stazione di Bodio e all'attacco di Cassis ai giornalisti

11 settembre 2023
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Cominciamo con l’ampio risalto consacrato alla storia di due coniugi allevatori di bestiame del Gambarogno, che nel 2022 hanno rischiato di veder distrutta la fattoria dall’incendio. Poi le pecore del gregge che si è ridotto alla metà a causa delle predazioni del lupo nella zona. Dalle loro parole emerge tutta l’amarezza per la scarsa considerazione nei loro confronti da parte delle autorità cantonali e la necessità di rivedere le regole e la gestione della presenza del predatore.

Il commento, affidato ad Aldo Sofia, è invece dedicato alle recenti esternazioni del consigliere federale ticinese Ignazio Cassis, che ha dichiarato pubblicamente di sentirsi rigenerato da quando ha deciso di “non leggere più i giornali”. Dichiarazioni che suonano come un attacco incondizionato ai giornalisti, considerati tutti incompetenti.

Passiamo a Bodio, dove sta riaffiorando un pezzo di Belle Époque grazie al coraggio di Paolo Guzzi, proprietario dell’Albergo Stazione, che ha deciso di investire per ristrutturare lo stabile e riportarlo alle sue origini, a come si presentava nel 1910, quando fu costruito in stile Liberty, per volontà del bisnonno Lorenzo Guzzi, ed era chiamato Hotel de la Gare.

Attenzione viene rivolta anche all’attivismo di Uniti per Brè, l’associazione locale a difesa del territorio, che da 13 anni si batte per la salvaguardia del villaggio. Ebbene, alla luce della recente sentenza del Tribunale federale, il sodalizio ha chiesto al Municipio di Lugano di riconsiderare la proposta pianificatoria e di vietare completamente l’edificazione nella zona Ai Piani, un sedime di oltre 11’000 metri quadrati, a nord del villaggio, solo parzialmente urbanizzata e con difficoltà di accesso stradale.

In evidenza anche la ricorrenza del golpe militare in Cile, attraverso i ricordi dell’esule in Ticino Miguel Cienfuegos, direttore artistico del Teatro Paravento di Locarno e autore del libro “11 racconti di un esilio periferico” (Salvioni Edizioni), che ci racconta la sua storia a 50 anni dall’11 settembre 1973, giorno della caduta di Allende e dell’inizio della dittatura di Pinochet.

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