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Galeotto fu il consiglio: brutta ‘tegola’ per un avvocato

Dai risparmi... degli altri, al nuovo centro Atte a Bellinzona. Ma nell'edizione odierna si parla anche di aspiranti legali

26 aprile 2023
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Tra moglie e marito non metterci... la porta di casa. Rischia infatti di costare caro – e segnatamente una condanna per coazione – il consiglio di ‘cambiare la serratura della porta di casa’ dato da un avvocato alla sua cliente nell'ambito di un divorzio litigioso. Un consiglio che, oltre a esser risultato sgradito all'altro coniuge, non è passato inosservato nemmeno alla Commissione di disciplina degli avvocati, la quale ha aperto nei suoi confronti un procedimento disciplinare per possibile violazione di alcuni articoli della Legge federale sugli avvocati.

Scomoda Anton Čechov e la sua regola della pistola che compare sulla scena, Lorenzo Erroi, per accendere i riflettori sul paradosso dei paladini della politica del risparmio contenuta nel decreto Morisoli. Nel suo commento, Erroi punta il dito su quei fervidi sostenitori della ‘forbice’ per ritrovare l'equilibrio dei conti, ‘ora però pronti a denunciare "inciprigniti la diminuzione di appalti pubblici per le loro aziende. Ovvio che non basterà risparmiare sui toner della stampante e i ficus nei corridoi. Ha dunque un bel dire, il presidente della Camera di commercio Andrea Gehri, che ‘il decreto Morisoli, al quale siamo ancora favorevoli, riguarda la spesa, non gli investimenti’".

Sull’edizione odierna anche un ricordo del politico e giornalista Plinio Verda quarant’anni dopo la sua morte. La sua penna fulminante e il suo ruolo di spicco nel Partito liberale radicale ticinese e in qualità di direttore de ‘Il Dovere’ sono raccontati in un articolo a cura di Simone Bionda.

A Bellinzona, in zona Semine, si è ormai consolidata la realtà intergenerazionale del quartiere ‘Bel’, edificio residenziale che oltre a un'ottantina di appartamenti ospita un asilo nido, il centro ricreativo Atte e un ristorante gestito dalla Fondazione Diamante.

Dal tenore della lettera inviata a dicembre dalla Divisione giustizia del Dipartimento delle istituzioni alle presidenze delle Magistrature permanenti, l'impressione è quella secondo cui il ‘primanostrismo’ sia sbarcato in Magistratura. Una missiva in cui si informa dei contingenti (in altre parole del numero massimo di giuristi praticanti che le singole autorità giudiziarie possono reclutare per alcuni mesi) e dei criteri degli stessi alunni. Criteri che in passato erano semplici raccomandazioni ma ora diventate disposizioni vincolanti per le Magistrature permanenti e che di fatto ne limiterebbe l'accesso ad aspiranti avvocati con passaporto rossocrociato e che hanno conseguito la laurea in un'università svizzera.

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