Curiosità

Riesumata la salma di Salvador Dalì. Tra due mesi il verdetto sulla presunta paternità

21 luglio 2017
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Chissà cosa avrebbe detto il genio del surrealismo, che si considerava 'immortale', nel vedere medici legali, magistrati e muratori scoperchiare la sua tomba 28 anni dopo la sua morte e imbalsamazione per estrarre il dna del suo cadavere e confrontarlo con quello di una signora di 61 anni che afferma di essere sua figlia? “Ci accingiamo a esumare il suo corpo, e per un motivo assolutamente surrealista!” ha detto ieri Marta Felip, sindaco di Figueres, la città della Catalogna del Nord al confine con la Francia, che ospita il Museo-Teatro Dalì dove è sepolto dal 1989 il maestro.

L’esumazione è stata programmata dopo le 20, quando il Museo è chiuso e i 4mila turisti che lo visitano ogni giorno se ne sono andati. La Fondazione Gala-Dali, erede del pittore, ha organizzato le cose per tutelare al massimo la dignità del maestro. La salma di Dalì, imbalsamata al formolo dopo la sua morte, riposa sotto una lastra di marmo bianco di una tonnellata e mezza sotto una grande cupola trasparente. Una operazione non facile, per quasi tutta la notte. Una impresa solo spostare i 1'500 chili del 'tetto' della tomba, che reca solo la breve scritta, “Salvador Dalì, Marques de Dali de Pubol”, il titolo nobiliare che gli aveva conferito nel 1983 re Juan Carlos.

L’esumazione del cadavere del genio surrealista è stata ordinata da un magistrato di Madrid su richiesta di Pilar Abel, una signora di Figueras di 61 anni, per anni astrologa per una tv locale, che rivendica di essere sua figlia. La donna afferma di essere frutto di una relazione ancillare segreta nel 1956 a Cadaques, sulla Costa Brava, fra Dalì e la madre Antonia, allora domestica in una famiglia della zona. Per proteggere l’intimità postuma del maestro la Fondazione Gala-Dali ha decretato un rigido 'porte chiuse' e oscurato la cupola del Museo-Teatro, per evitare che dall’esterno droni possano 'spiare' l’esumazione. Il personale del museo è stato ridotto al minimo, con misure di sicurezza rafforzate. Il mandato dei legisti è di estrarre frammenti di tessuti, denti, unghie, e midollo da femore o tibia, per sequenziare il dna di Dalì. Il noto legista che ha effettuato l’imbalsamazione, Narcis Bardalet, ha però espresso dubbi nei giorni scorsi sostenendo che il formolo potrebbe avere alterato la struttura genetica del pittore. I campioni prelevati andranno all’Istituto Nazionali di Tossicologia di Madrid, che ha già il dna della presunta figlia. Entro due mesi il responso.