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Carattere unico con il motore crossplane: la MT-10 sa essere esplosiva ma anche confortevole e versatile
16 luglio 2016
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Abbiamo provato l’ultima nata della rivoluzionaria famiglia MT: la Yamaha MT-10 my 2016. Il telaio Deltabox in alluminio e il motore a 4 cilindri ‘Crossplane’ derivano direttamente dalla YZF-R1. La ciclistica e il motore sono stati sapientemente adattati per la maxi naked della casa di Iwata, indubbie le prestazioni (160 cv), ma quando siamo scesi dalla moto in tardo pomeriggio eravamo combattuti da un altro elemento un po’ inaspettato…

 

... a sorpresa abbiamo scoperto e apprezzato che la MT-10 ha una spiccata vocazione turistica. Dopo 370 km di curve, salite e discese, abbiamo parcheggiato la moto in piena forma, con la consapevolezza di avere guidato per sei ore con il sorriso e la concentrazione necessaria per una guida sicura.

Marchio nel marchio, Yamaha ha saputo far evolvere la passione

Per la maggior parte degli appassionati, Yamaha significa moto high-tech e di qualità. Oltre a questo, per la pura passione di guida, la casa dei tre diapason ha sempre cercato di dare un’anima a tutti i suoi modelli. Una casa motociclistica che comprende diversi marchi al suo interno: Yard Built, moto che servono anche da fonte d’ispirazione per i clienti che vogliono personalizzare la propria Yamaha. “Faster Sons” (letteralmente, figli più veloci). Yamaha vuole rievocare dei modelli di moto che hanno fatto la storia utilizzando tutta la tecnologia moderna. MT è una serie completa di moto dotate di un carattere distinto, costruite per offrire una guida emozionale e al tempo stesso pratica. La vasta gamma MT comprende diverse tipologie di motori (uno, due, tre e quattro cilindri) per accontentare gli utenti anche in funzione del proprio livello di esperienza. Dark Side of Japan: in ambito motociclistico giudichiamo i giapponesi come persone pacifiche e dedite al proprio lavoro. Yamaha ci fa conoscere il Giappone da un altro punto di vista, più passionale. Il lato anticonformista del Paese del sol levante è stato la fonte di ispirazione di tutta la famiglia MT, all’interno di questo “Brand” per creare uno stile completo troviamo anche accessori e abbigliamento dedicati.

Posizione di guida

A feeling forse la posizione di guida più azzeccata che abbiamo mai provato. Se la confrontiamo con la sorella minore MT-09 troviamo una posizione leggermente più reclinata in avanti, anche la differenza di altezza tra sella e manubrio risulta meno marcata sulla MT-10. Ne consegue una postura naturale, i fianchi stretti del serbatoio e la sella ampia e larga dietro permettono di adottare diverse posizioni per adattarsi alle varie situazioni. Da notare che la sella nella parte anteriore si restringe bene per toccare i piedi a terra con facilità.

Prova su strada

l frontale, in stile tipicamente Dark Side, risulta aggressivo e tecnologico mentre la parte posteriore ha una sezione minimale. In Yamaha questo aspetto caratteristico lo chiamano “mass forward” dove il design vuole esprimere il carattere dinamico di questo nuovo modello. Premiamo il bottone start e si libera un sound tipico del motore a scoppi irregolari denominato CP4, ancora prima di partire, avvertiamo la sensazione di provare una moto speciale e unica nel suo genere. Partiamo da Mojácar in provincia di Almeria, per uscire dal paese affrontiamo diverse curve strette, il fondo stradale è abbastanza scivoloso ma il 4 cilindri Yamaha impostato con la modalità standard è molto “gentile”, la connessione con il gas è ottima e il Traction control non lo sentiamo intervenire. Entriamo in una superstrada, la protezione aerodinamica è da naked e non di più, ma il flusso d’aria che investe il conducente risulta omogeneo e privo di fastidiosi fruscii. Siamo confrontati con sgradevoli raffiche di vento laterale ma la MT-10 risulta stabile e sicura. Anche ad andature autostradali il comfort è più che soddisfacente per una moto di questa tipologia, inseriamo il Cruise control e ci lasciamo attrarre dal bellissimo paesaggio al Sud della Spagna. Percorriamo un tratto di strada con curve larghe e dossi, il fondo non è particolarmente liscio ma la moto risulta stabile (in questi casi la modalità di controllo motore standard ci è piaciuta, soprattutto la mappatura B è troppo diretta). Sui dossi in seconda e terza marcia notiamo che, anche con il traction control inserito (T1/T2), la moto non accusa tagli di potenza e si impenna (traction control impostato sul livello T3 non lascia impennare la moto). Dopo un tratto di puro relax la MT-10 comincia a esibire l’altro lato del suo carattere e, adesso che ci siamo scaldati, inizia un percorso di lunghi curvoni in salita. Nella primissima parte di entrata in curva la moto risulta un po’ statica ma, appena passati i primi gradi di piega, la MT-10 ci mostra tutto il suo Dna sportivo, precisione e stabilità regalano al conducente un piacere di guida assoluto. La moto è molto maneggevole, nei cambi di direzione gira in un “fazzoletto”, anche nelle “esse” strette, la MT-10 essendo molto intuitiva ci permetteva sempre di seguire la linea ideale. Sembra che stiamo parlando solo di telaio e setting della ciclistica ma tutto questo gusto nel guidare è in gran parte da attribuire al motore. Il 4 cilindri di Yamaha è molto facile e intuitivo da gestire, anche se viene usato ad alti regimi di rotazione non mette mai in difficoltà la stabilità del veicolo. La sensazione è speciale, basta impostare la traiettoria nella mente e nel medesimo tempo ci si sente sincronizzati con il motore e le gomme. Copiando i diversi stili di guida dei nostri colleghi abbiamo provato a guidare la moto in diversi modi: anche sotto questo aspetto la MT-10 risulta molto versatile a patto di non strattonarla. La Yamaha MT-10 preferisce essere condotta in maniera fluida, a noi dava molta soddisfazione spingere sulla pedana interna e spostare il busto all’interno della curva per farla scendere in piega, da questo lato ci ricorda molto la nuova R1. Siamo passati dai 24 gradi al livello del mare ai 5 gradi di temperatura quando ci siamo spinti fino ai 2000 metri di altitudine. Dopo aver effettuato una pausa in quota, siamo ripartiti piuttosto infreddoliti e rigidi, ma dopo poche curve ci siamo sentiti subito in armonia con il mezzo, sembrava che la moto ci aiutasse a scegliere il ritmo nelle variegate condizioni ambientali. La Yamaha MT-10 è una naked sicuramente speciale nel carattere e unica nelle caratteristiche del motore, il sound oltre ad essere esclusivo è molto emozionale. La potenza è tanta ma molto controllabile, e data la polivalenza del prodotto, la casa del sol levante ha in catalogo molti accessori per renderlo ancora più turistico o se si preferisce, più sportivo. Come detto, dopo 370 km di puro divertimento abbiamo notato che la MT-10 è una moto molto equilibrata, si controlla con poco sforzo. Questa comodità, per il conducente si traduce in maggior sicurezza e in minore possibilità di errore, a patto di guidarla con la testa e non solo con il polso destro. La moto è appena arrivata dai concessionari, e aspetta gli interessati per un giro di prova in puro Yamaha Style. Il rapporto qualità prezzo è a nostro parere buono, la Yamaha MT-10 è in vendita al prezzo di 14’680 franchi.

Scheda Tecnica

MotoreCrossplane “CP4” a 4 cilindri in linea da 998cc derivato dalla YZF-R1; Yamaha D-MODE con possibilità di selezionare tre diverse mappature della centralina
PotenzaPotenza 160.4 cv a 11.500 giri/min; coppia 111 Nm a 9000 giri/min
TrazioneSistema di controllo della trazione a 3 livelli di regolazione; disinseribile
FrizioneFrizione antisaltellamento
TelaioDeltabox in alluminio con interasse da 1400 mm per un’agilità da prima della classe
FreniABS evoluto e freni con pinze radiali
SospensioniHi-tech completamente regolabili
StrumentazioneLCD multifunzione
Cruise controlInseribile per 4a, 5a e 6a marcia
ColoriNight Fluo, Tech Black, Race Blu

 

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