laR+ IL COMMENTO

Due candidati del ‘passato’ per il Centro che guarda al futuro

Markus Ritter, Martin Pfister: per la successione di Viola Amherd il partito pesca nei suoi bastioni tradizionali, non nella Svizzera urbana e ‘giovane’

In sintesi:
  • Un sangallese e uno zughese su un ‘pre-ticket’ tutto fuorché convincente, sbilanciato e senza il nome di una donna
  • Un partito che appare fragilizzato si espone al rischio di una candidatura ‘selvaggia’
Una ribalta mediatica mal sfruttata
(Keystone)
4 febbraio 2025
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Si chiama Pfister, viene dal canton Zugo. Come Gerhard, ben più noto presidente (dimissionario) del suo stesso partito. Lui però è Martin, consigliere di Stato. Pochi lo conoscono fuori dai confini cantonali. ‘Martin Pfister vuole diventare consigliere federale – Martin chi?’ (‘Tages-Anzeiger’). Il 61enne è l’unica alternativa ufficiale a Markus Ritter che il Centro è riuscito a produrre al termine delle due settimane stabilite per individuare il (o la) successore di Viola Amherd in Consiglio federale. Davvero poca cosa.

A metà gennaio Pfister (Gerhard) aveva promesso “una buona e ampia scelta” di candidati. Si era pure detto “fiducioso” sulla possibilità che “un buon numero” di candidature femminili arrivassero sui banchi della commissione cerca. Il peggio (un solo candidato) è stato evitato in extremis. Ma il pre-ticket è tutto fuorché convincente: con due nomi inattesi, sbilanciato (il consigliere nazionale e presidente dell’Unione svizzera dei contadini nei panni di super favorito, l’altro in quelli di comprimario) e 100% maschile (le Donne del Centro, che avevano caldeggiato candidature femminili, non sono riuscite a convincere nemmeno una delle loro). Il gruppo parlamentare potrebbe ancora estrarre il coniglio dal cilindro (un terzo nome, meglio se di una donna, magari andando a ripescare fra i rinunciatari). Ma sarebbe solo la classica pezza.

Il partito che ambisce al raddoppio in Consiglio federale nel 2027 esce male da queste due settimane. Le attenuanti non mancano, certo. Non c’è stato il tempo per dissodare il terreno, dopo l’improvviso annuncio del ritiro di Viola Amherd già a fine marzo. Il dipartimento che rimarrà vacante, quello della Difesa, è sì tornato in auge, ma resta una specie di campo minato, poco allettante per un nuovo arrivato non avvezzo a critiche costanti a questo livello. E poi il neoconsigliere federale – unico rappresentante del suo partito nell’Esecutivo – si ritroverebbe in una posizione di debolezza, al cospetto della maggioranza Udc/Plr.

Tutto questo però lo si sapeva da un po’. Anche la decisione di Viola Amherd la si sarebbe potuta e dovuta anticipare. Sta di fatto che da metà gennaio il Centro, anziché approfittare della ribalta mediatica, si è eclissato. Apparendo viepiù sulla difensiva, addirittura in balia delle rinunce delle sue ‘prime scelte’. Sono riemerse inoltre vecchie, mai sopite magagne interne, legate a un clima di lavoro conflittuale in seno al segretariato centrale e sfociate di recente in uno scontro aperto tra alcune esponenti di primo piano del partito e il presidente Pfister (il cui braccio destro, la segretaria generale Gianna Luzio, è pure dimissionaria).

In Parlamento a Berna le candidature uniche non passano più, e i ticket alibi – come a molti potrebbe apparire il duo Ritter/Pfister – sono visti con sospetto. Qualcuno già reclama una vera scelta. L’ex capogruppo del Ps Roger Nordmann azzarda persino la possibilità di gettare nella mischia un candidato ‘selvaggio’ dell’altra formazione ‘centrista’, il Partito verde liberale. L’idea è peregrina. Ma rende appieno la delicatezza del momento in cui si trova l’ambiziosa formazione nata nel 2020 dalla fusione tra il Ppd e il Pbd. Un partito che Pfister ha fatto crescere alle ultime elezioni federali, ma che poggia su basi ancora fragili. Non a caso i due candidati ufficiali (come peraltro molti di coloro che non si sono fatti avanti) incarnano l’ala conservatrice del partito e provengono dai bastioni tradizionali dell’ex Ppd, non dalla Svizzera urbana e ‘giovane’ nella quale Pfister vorrebbe vedere il suo nuovo Centro fare proseliti.