laR+ IL COMMENTO

Lega che verrà, a Piccaluga non basteranno più risotto e costine

La sfida del coordinatore designato di via Monte Boglia sarà duplice: non diventare un liquidatore, e reggere l’impatto. In un mondo che è cambiato

In sintesi:
  • Qualcuno maligna che sia ‘né carne, né pesce’. Normale conseguenza di quel che è diventato il leghismo
  • Tra l’Udc negli specchietti retrovisori e l’emorragia di seggi in Gran Consiglio sarà durissima
  • E nel 2027 Claudio Zali potrebbe non ripresentarsi
Il vento terrà?
(Ti-Press)
22 gennaio 2025
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Non sono tanti coloro che vorrebbero essere nei panni di Daniele Piccaluga, che domenica sarà proposto come nuovo coordinatore della Lega dei Ticinesi. Dovrebbe bastare già questo per rendersi conto della delicatissima situazione nella quale versa il movimento di via Monte Boglia, in continua perdita di velocità e seggi in Gran Consiglio e con i cugini dell’Udc sempre più in rampa di lancio per il sorpasso da destra. L’ascesa lampo di Piccaluga rischia quindi di fregiarsi di un ruolo di tutto rispetto: con la conferma dell’assemblea, sarà coordinatore del partito che al momento esprime due consiglieri di Stato su cinque, ma dovrà impegnarsi di buona lena sia per non passare da coordinatore a liquidatore, sia per reggere l’impatto che lo porterà a confrontarsi con presidenti ben più navigati.

Alcune facce del gruppo parlamentare leghista ieri a Palazzo delle Orsoline, pochi minuti dopo il comunicato con cui si annunciava la decisione, erano più disincantate che deluse. E il disincanto, in politica come nella vita, è il nemico assoluto di qualsiasi azione costruttiva. Si parla di riunioni dove son volati gli stracci, di una Lega di Lugano non propriamente entusiasta, di pesi massimi cui è stato chiesto di assumere il ruolo ma che hanno declinato. E anche questo vuol dire qualcosa. Mal di pancia sufficienti per sconfessare Gobbi? In teoria no, in pratica ormai siamo pronti a qualsiasi cosa.

Alla fine, optare per Piccaluga non è né più né meno che la naturale conseguenza di chi nasce incendiario e invecchia pompiere, di chi è barricadero ma anche in doppio petto, di chi chiama a raccolta il suo popolo a mangiar costine e poi entra di gran carriera come un elefante in cristalleria nei Consigli d’amministrazione, di chi è di lotta e di governo e non si accorge che non son più gli anni 2000, e che i tempi sono cambiati. Un coordinatore “né carne né pesce, che va bene a tutti”, come detto da qualcuno ieri prima della seduta di Gran Consiglio, dovrebbe essere l’antitesi della Lega dei Ticinesi per come siamo abituati a conoscerla. E viene seriamente da chiedersi quale potrà essere la sua linea, anche se è scontato che Gobbi continuerà ad agire dietro le quinte. Sarà durissima se tutti avranno ragione, se l’unica via per non implodere sarà la costante ricerca di uno sciapo compromesso, se non sarà sufficiente l’operazione simpatia di un leghista sorridente al Capannone di Pregassona ma che dovrà allo stesso tempo avere la scimitarra in mano davanti ai volponi con cui dovrà combattere nel dibattito politico.

Domenica Piccaluga molto probabilmente svelerà i suoi piani, informerà se ad affiancarlo ci saranno dei vicecoordinatori, parlerà dei suoi programmi. E soprattutto dire come intende fermare una perdita di velocità che non si è tramutata in schianto forse solo grazie a ‘Il Mattino della Domenica’, catalizzatore di firme quando vanno raccolte come nella recente iniziativa popolare ‘Stop all’aumento dei dipendenti cantonali’ e guida spiccia in dispense settimanali per gli elettori o simpatizzanti leghisti.

Gli appuntamenti gravosi non mancano: in Gran Consiglio l’emorragia di seggi va fermata, a Lugano gli assalti di Marco Chiesa al sindacato sono stati solo rinviati, se Norman Gobbi ha già detto che si ricandiderà per un altro mandato in Consiglio di Stato nulla si sa ma qualcosa si immagina da Claudio Zali. Ancor meno si sa dell’alleanza con l’Udc, tutta da rifare e che avrà basi di partenza ben diverse dagli altri anni. Auguri a Piccaluga: costine, risotto e bianchini non saranno più sufficienti.