laR+ IL COMMENTO

Il 9 giugno non usciranno solo ‘sì’ o ‘no’, ma un’idea di Stato

Le votazioni su riforma fiscale, Ipct e stabile Efg saranno uno spartiacque per la politica dei prossimi anni. E le esigenze conteranno più dei partiti

In sintesi:
  • Dopo mesi di cortei e proteste, alle elezioni a consolidarsi è stato il centrodestra. Un dato su cui riflettere
  • Col proprio voto i ticinesi daranno la linea al governo anche sulle future decisioni riguardo alla fiscalità e al ruolo del Cantone come erogatore di servizi
Il mondo fuori da Palazzo
(Ti-Press)
21 maggio 2024
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L’esito delle votazioni del 9 giugno – su riforma fiscale, misure di compensazione per gli affiliati all’Ipct, l’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, e acquisto dello stabile Efg di Lugano, principale componente dell’ambiziosa Cittadella della giustizia – sarà uno spartiacque per la politica cantonale. Dalle urne usciranno un’idea di Stato e dei suoi compiti ma anche un sentiero che, ottenuta la validità popolare, sarà usato come pistola fumante per le prossime decisioni che ci aspettano: in primis il Preventivo 2025.

Dopo mesi di proteste, cortei sindacali, associazioni attive nel sociale sul piede di guerra, di grande battaglia contro i tagli proposti dal governo per rientrare dal deficit strutturale – poi ridimensionati dal Gran Consiglio –, i risultati elettorali sono stati in controtendenza. Un cantone con migliaia di persone a sfilare in piazza ha visto alle Federali e alle recenti elezioni comunali arretrare l’area rossoverde. E consolidarsi la maggioranza di centrodestra. Come non bastasse, al Consiglio degli Stati è entrata la doppietta più a destra da decenni e decenni a questa parte.

Ma questi sono i partiti, si diceva. Sulla riforma fiscale e sui dipendenti pubblici protagoniste saranno esigenze e idee che pur non trovando una casa politica trovano una casa ideale. E raramente come in questo appuntamento i voti si peseranno, perché diranno – su questi due temi – quanto e come è sentito il bisogno di agire sulla fiscalità e sulle imposte. E quindi quanto va riconosciuto il ruolo dello Stato quale erogatore di servizi. Nonché quale datore di lavoro, se pensiamo appunto alla votazione sulle misure di compensazione concepite per evitare che i futuri pensionati assicurati all’Ipct subiscano un taglio del 15 per cento delle rendite. Siamo sicuri che in caso di bocciatura di tali misure l’Amministrazione cantonale rimanga un datore di lavoro attrattivo, soprattutto per i giovani? Cosa vogliamo dall’ente pubblico e dagli enti del parapubblico? Perché se vogliamo servizi di qualità, questa presuppone funzionari capaci e motivati, anche da prospettive pensionistiche che non siano penalizzanti.

E poi c’è l’immobile Efg: 76 milioni solo per acquistarlo. Una somma che stride con l’annunciata e praticata politica di risparmi e sacrifici per far quadrare i conti del Cantone. Stando ai fautori dell’investimento/spesa, occorre dare al più presto una sede “dignitosa” a una giustizia che sta cadendo “a pezzi”. Come se un’ubicazione lussuosa garantisse super magistrati, organizzazioni degli uffici giudiziari perfette e a prova di mobbing e una riduzione dei contenziosi in entrata. Non solo. In un cantone dove il ruolo delle città polo è importante e riconosciuto, si dovrebbe lavorare per una Giustizia dislocata, e dunque di prossimità, considerati i vantaggi, anche per le economie regionali, ben evidenziati dal recente scritto dell’avvocato Fiorenzo Cotti.

Oggi la priorità del potere giudiziario sono le risorse umane. Insufficienti. Il Consiglio della magistratura dica finalmente di quanti procuratori, giudici, cancellieri e amministrativi hanno bisogno le singole autorità giudiziarie. Sulla scorta di questi numeri i politici discutano e decidano.

A meno che con l’acquisto dello stabile e il mantenimento a Lugano di gran parte dei posti di lavoro del settore giudiziario non si voglia contribuire, tra pranzi e aperitivi, al fatturato di bar e ristoranti del centro cittadino. Scelta legittima. Ma sarebbe un’idea di Stato che nulla ha a che vedere con la Giustizia e la sua dignità.

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