laR+ IL COMMENTO

Tra partiti e alleanze, il vero contenuto prima del contenitore

L'area rossoverde boccheggia, a destra l'Udc vince ma l'intesa arretra. Plr e Centro cercano una strada. Ma senza vera politica, non c'è accordo che tenga

In sintesi:
  • Ps e Verdi sono in difficoltà perché sono le singole proposte a non suscitare entusiasmi
  • I democentristi salgono, ma i leghisti arretrano e il saldo è negativo: altroché ‘stati d’animo'
  • Senza uno sviluppo autonomo di una vera base programmatica, le intese saranno puro artificio retorico
Il tempo è un concetto relativo
(Ti-Press)
10 novembre 2023
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La crescente difficoltà con cui i partiti riescono a determinarsi e di conseguenza a essere credibili di fronte all’elettorato non può essere mascherata da vacui discorsi in merito a congiunzioni o alleanze. Che possono annacquare il vino come insaporire una pietanza, ma che altro non sono rispetto a un prolungamento della coerenza e dell’offerta degli stessi partiti che formano quell’intesa. Pure in questa epoca sciagurata in politica i contenuti devono precedere il contenitore.

Quello dell’area rossoverde è un caso di scuola. Alleatisi per portare avanti un’agenda che comprende tutte le attuali emergenze – dal potere d’acquisto ai premi di cassa malati, dal clima alla sostenibilità anche economica –, sia alle Cantonali sia alle Federali l’esercizio non è riuscito. La causa non è da cercarsi in elettorati che non coincidono, ma su come è stata recepita la proposta: non credibile, in parte anche agli occhi di chi quella piattaforma politica ed elettorale voleva tutelare. Non è colpa quindi dell’alleanza, ma di Ps e Verdi che devono urgentemente ritrovare una connessione, in primis con la propria base, poi con un mondo del quale a volte sembra sfuggirgli che direzione stia prendendo.

A destra, ha fatto bene l’Udc a sottolinearlo, la vittoria democentrista alle Federali – unico partito che può davvero dire di aver vinto in Ticino – veste come il dì di festa un bubbone che nel medio-lungo termine rischia di esplodere: in un cantone dove il numero dei frontalieri continua a salire, dove negare che a Chiasso esista un problema con l’asilo è scrivere sulla sabbia quando c’è mare grosso, l’area di destra è scesa ancora, arrivando a un meno 4,5% in otto anni. Se l’Udc incrementa costantemente il proprio bottino, c’è la Lega che perde più schede di quante ne porta in più l’alleato democentrista. L’intesa in questo caso salva i seggi in governo a Bellinzona e li incrementa a Berna. Ma arretra, per giunta in un cantone che nel dubbio guarda a destra, non a sinistra. L’Udc ha avvertito, nel suo comitato cantonale di martedì: c’è da lavorare. Ed è la Lega a dover guardare al proprio interno e capire una volta per tutte che servirebbero una guida autorevole e una voce unica, più che “stati d’animo” di ormai superata memoria.

Poi ci sono Plr e Centro, che hanno scelto un’altra strada. Che non sta pagando ora: meno due seggi in Gran Consiglio i liberali radicali, un posto in meno alla Camera del popolo i centristi. L’asfalto della carreggiata sembra però reggere, perché quando un partito decide di investire su se stesso e sulla sua progettualità si prende dei rischi, ma evita la ruffianata, chiacchierona e a volte pure pinocchia, di fare alleanze che piacciono più agli uffici presidenziali che alla popolazione. Speziali e Dadò – più il primo del secondo a dirla tutta – hanno deciso di rinviare il discorso, scottati se non marchiati dalla ‘congiunzione tecnica’ improvvisata su due piedi per le elezioni federali del 2019 e, a causa del meccanismo perverso che si è innescato, subita dalle stesse dirigenze. Prima o poi il discorso si porrà nuovamente, si auspica mettendo in soffitta le argomentazioni di chi oggi sostiene che con una seconda ‘congiunzione tecnica’ il Centro avrebbe salvato il secondo seggio al Nazionale: non ci sono controprove di quanti voti, piuttosto e verosimilmente, sarebbero stati ulteriormente persi.

Se il percorso autonomo porterà a una sicurezza sui propri temi e a una capacità di penetrazione nella popolazione, lo sguardo potrà superare la siepe che nasconde la vista del panorama. Altrimenti, al centro come a sinistra e a destra, sarà puro artificio retorico.

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