laR+ IL COMMENTO

Roberta Pantani se ne va. E a Chiasso finisce un'era

La municipale leghista si dimette dal Municipio dopo vent'anni. Due decenni che hanno segnato la politica locale

In sintesi:
  • Con lei, e il padre Rodolfo prima di lei, la cittadina ha conosciuto lo ‘stile Lega’
  • Ma i rapporti con l'altra politica e la società civile non sono sempre stati buoni
Di padre in figlia
(Ti-Press)
30 agosto 2023
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È un tratto distintivo del Canton Ticino: qui la politica ha (e ha avuto) da sempre le sue ‘dinastie’. E Chiasso, nel tempo e nel suo piccolo, non ha fatto eccezione, con una variante sul tema. ‘Abituata’ (da sempre) ai ‘casati’ liberali radicali – di sindaco in sindaco –, la cittadina di confine ha infatti vissuto su scala comunale (forse più di altri Comuni) un fenomeno che ha segnato e stravolto i codici politici: l’irruzione nel panorama cantonale della Lega dei ticinesi. Ecco che con l’uscita di scena di Roberta Pantani Tettamanti, prima leghista a sedere al tavolo dell’esecutivo chiassese – correva l’anno 2004 –, di fatto si chiude un’‘era’.

A dirla tutta, a scuotere (nel bene e nel male) la realtà locale, era stato prima di lei un altro Pantani. Ovvero quel Rodolfo che, consigliere comunale e granconsigliere, a partire dagli anni Novanta ha agitato la politica cittadina, segnando un cambiamento lessicale e sostanziale del modo di vivere e concepire la ‘res publica’. Un cambio di passo che, nelle dichiarate intenzioni della Lega, ha sempre voluto avvicinare la politica alla gente, svestendo così di sacralità la ‘cosa pubblica’; con risvolti non sempre positivi. Poi, di padre in figlia, il testimone è passato a Roberta. Che ha portato il movimento-partito là dove Rodolfo Pantani aspirava ad arrivare (e anche oltre con l’elezione di Pantani Tettamanti al Consiglio nazionale): prendersi un pezzettino del ‘potere’ comunale.

Per la ‘dinastia’ Pantani, va detto, i rapporti con le altre forze politiche e parte della società chiassese – senza dimenticare i confronti a distanza, ma a tratti aspri, con l’arciprete di Chiasso don Gianfranco Feliciani – non sono sempre stati né facili, né buoni. E qui il pensiero non va solo all’antagonista storica della Destra, ovvero la Sinistra. Quella Sinistra che più volte ha mal digerito gesti, esternazioni e commenti su tematiche, anche delicate (come l’integrazione). I più, infatti, ricordano ancora la querelle (proprio con don Feliciani) per la presenza alle funzioni religiose di due chierichetti di origine etiope (era il 2018).

Del resto, la stessa Roberta Pantani Tettamanti, ieri, nella sua nota ha ammesso che questi anni “non sono stati tutti rose e fiori”. Ma tant’è. Per anni, in effetti, la Lega a Chiasso ha goduto della forza dei numeri elettorali, rendendo la vita difficile ai suoi avversari politici e riuscendo a non farsi scalfire dalle polemiche. Poi, negli ultimi tempi, il vento è cambiato e i risultati delle urne (come alle ultime Cantonali) hanno indebolito il gruppo, allontanando i sogni del sindacato e, proiettandosi verso le Comunali del prossimo aprile, mettendo a rischio addirittura il seggio in Municipio.

Salvarlo, però, a questo punto, non sarà più compito di Roberta Pantani Tettamanti, che con un tempismo provvidenziale ha passato la palla al suo primo subentrante e futuro municipale, Stefano Tonini. Una missione di sicuro improba, al momento, quella che gli viene affidata. Ce la farà? Funzionerà anche per lui l’effetto Gran Consiglio? Arduo fare previsioni. Dopo un ventennio, però, i tempi potrebbero mutare, di nuovo. E stavolta non a vantaggio della Lega chiassese.

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