laR+ IL COMMENTO

Dopo le cantonali il Ps si ricolleghi alla realtà al più presto

I problemi dei socialisti non sono nati ora, ma hanno radici più profonde. Per uscirne, serve un'autocritica seria. Partendo dall'ammettere di aver perso

In sintesi:
  • La soddisfazione di aver eletto Carobbio in governo è insufficiente
  • Il risultato sul ‘Decreto Morisoli’ un segnale non colto
  • Una sinistra debole è un problema anche per la destra
Pensieri a sinistra
(Ti-Press)
6 aprile 2023
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Il Partito socialista deve ricollegarsi al più presto con la realtà sia per il suo bene, sia per quello di una democrazia rappresentativa che, con una sinistra debole e numericamente ininfluente, non ha per forza di cose gli ingranaggi che viaggiano a pieno regime.

Carobbio in governo quando ha dato la disponibilità a candidarsi, il resto è poesia

La difficoltà nel dire due semplici parole, cioè ‘abbiamo perso’, mostra che l’autocritica, l’ormai celebre ‘analisi della sconfitta’ e le riflessioni che il Ps metterà in atto devono andare ben al di là delle rassicurazioni sul progetto a lungo termine con i Verdi e della soddisfazione di aver portato in governo Marina Carobbio. Che, senza girarci attorno più di quel tanto e lasciando da parte la poesia, è entrata in Consiglio di Stato il giorno in cui con un comunicato stampa ha informato di essersi messa a disposizione. Tutto il resto è un corollario che ha interessato più le segreterie dell’elettorato, se inteso nella sua globalità.

Colpa dei media? ‘Sentinella, a che punto è la notte?'

Perché potrà essere vero ciò che intende la copresidente Laura Riget quando dice che all’interno della base si è percepito entusiasmo per la lista ‘Socialisti e Verdi’, ma in tempi dove la scheda secca è scelta da sempre meno persone bisogna parlare anche al resto delle sensibilità – che sono maggioritarie – del cantone. Non è stato fatto. E se nell’analisi del risultato negativo – che è sembrata, anche ad alcuni presenti ieri sera al Comitato cantonale, una mezza arrampicata sui vetri – viene rispolverato l’adagio tanto caro alla destra che ‘è colpa dei media’, come fatto da Riget, viene da chiedere alla sentinella a che punto sia la notte.

I segnali non colti

I problemi del Ps non nascono dal risultato di queste elezioni cantonali, che è solo la cartina di tornasole di un problema che ha radici ben più profonde. Il ricollegarsi a una realtà che ultimamente è parsa davvero sfuggire di mano – e non parliamo solo della asserita competizione interna in una lista che più blindata di così non poteva essere – passa anche dall’interpretare segnali grandi come una casa ma alle volte sottovalutati. Sul ‘Decreto Morisoli’, ad esempio, è stata ingaggiata una sorta di battaglia di religione che a sinistra avrà infiammato gli animi, ma nella quale la stessa sinistra ha tradotto le ben 10’028 firme raccolte per il referendum in una batosta che, con il 57% di sì e un’affluenza balneare, quel ‘Decreto Morisoli’ l’ha vidimato con l’inchiostro indelebile.

O ancora, la newsletter inviata a iscritti e militanti con cui sul finire di gennaio, in merito alle raccolte firme per contrastare la deduzione d’imposta di 1’200 franchi per i premi di cassa malati dei figli e per l’iniziativa che chiede di fissare il premio a massimo il 10% del reddito: la copresidenza parlò di “situazione drammatica”, perché quelle firme, poi giunte, non stavano arrivando. Tornare a parlare la stessa lingua di chi ha sempre rappresentato l’elettorato di riferimento della sinistra e che oggi guarda altrove o, peggio, neanche vota più è l’imperativo che deve porsi il Ps.

Un problema non solo per il Ps, ma anche per la destra

In più, si diceva, questo risultato non è preoccupante solo per la sinistra, ma anche per il sistema paese nella sua interezza. Il lavoro commissionale, fatto di compromessi, dialogo, discussioni a volte infinite e snervanti ma necessarie, è alla base di dossier il più possibile condivisi. Dove ognuno prova a mettere il proprio mattone, grande o piccolo che sia. Un indebolimento dell’area di sinistra rende più difficile anche al centrodestra un confronto essenziale, perché il pericolo dietro l’angolo è l’autoreferenzialità. Il cui prezzo principale non lo pagano questa o quella forza politica, ma i cittadini.

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