Commento

Aeroporto di Locarno in volo verso una nuova stagione

Il futuro passa da progetti di sviluppo (anche audaci) integrati e nell'incremento dei servizi offerti. All'insegna di una necessaria sostenibilità ambientale

16 aprile 2021
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Quello di Locarno-Magadino è stato spesso considerato un piccolo scalo senza grandi pretese, da decenni in lotta per la propria sopravvivenza e per veder aggiornate quelle infrastrutture logistiche di primaria importanza, in grado di consentire una migliore operatività. E questo in barba al fatto che ospiti, nella sua “componente grigioverde”, da tempo, la culla dei nostri piloti militari e che dia lavoro, con la parte civile del comparto, a oltre 200 persone (professionisti in buona parte altamente qualificati), suddivise in una decina di aziende pubbliche e private. Sorvoliamo sull’indotto annuo generato.

Non è semplice sostenere un aeroporto civile per un bacino così piccolo, soprattutto quando il grosso del fardello (leggasi investimenti) è sulle spalle dei privati benché l’etichetta lo definisca come Aeroporto cantonale. Fatto sta che tra ricerche di compromesso non sempre evidenti, tempi della politica e, fors’anche, la poca convinzione nel seguire la rotta indicata da parte delle autorità preposte, lo sviluppo di questa piccola realtà imprenditoriale ha accumulato parecchi ritardi negli ultimi anni. Mentre sulla parte di competenza delle Forze Aeree si pianificava e costruiva, su quella civile si stava, malinconicamente, a guardare, speranzosi in un futuro migliore.

Grazie ad alcuni investitori privati, giunti in tempi recenti con progetti in alcuni casi all’apparenza un tantino ambiziosi ma sicuramente coraggiosi, la struttura aeroportuale sembra ora in grado di attrarre nuovi, potenziali, utenti. Un rilancio che non significa assolutamente aumento del traffico aereo o creazione di nuovi collegamenti con l’estero (voli charter e più baccano e inquinamento). Il severo contingentamento del numero dei movimenti imposto dai competenti uffici cantonali e federali lo impedirebbe in ogni caso.

La nuova strategia passa anche dalla formazione dei piloti (stavolta di linea) grazie al progetto dell’Aero Locarno: creare un piccolo polo dove studiano e fanno pratica gli aviatori di domani, i giovani che hanno il desiderio di “cavalcare” i cieli a bordo dei grandi aerei di linea. Una formazione ad hoc, modellata sulle esigenze del candidato, nel giardino di casa. Qui ora sbarcano gli allievi – non solo svizzeri bensì anche di altri Paesi (Olanda, Canada, Sudafrica, Germania) – che si appoggiano all’offerta dell’Aero Locarno per ottenere le certificazioni necessarie. Una scuola d’eccellenza nel settore dell’addestramento al volo che porterà a nuove collaborazioni con realtà tecniche e istituzionali, con una forte attenzione all’aspetto ambientale (vedasi velivoli di nuovissima generazione, meno inquinanti, strutture ecocompatibili e il ricorso a simulatori di volo). I servizi connessi con l’operatività del settore saranno inoltre affidati a ditte locali con ricadute positive dirette e indirette.

La vera sfida, per l’Aero Locarno, sarà più che altro quella di convivere con il gap infrastrutturale per i prossimi mesi (e non decenni, si spera). E proprio su questo punto responsabili locali e Cantone intendono impegnarsi al massimo. Il secondo asse su cui fa perno la nuova strategia del piccolo aeroporto, infatti, è costituito dalle migliorie che possono essere realizzate nell’immediato, sia per massimizzare l’assistenza di servizi ai clienti (rifornimento carburante, handling, hangaraggio), sia per rispondere alle esigenze formative degli aspiranti piloti. A cominciare dal rifacimento del vetusto Hangar 1 (parliamo di un capannone costruito a cavallo tra il 1938 e il 1939), tassello importante del mosaico aeroportuale, su su fino ai locali amministrativi. E se poi arriverà il tanto atteso mini allungamento di 160 metri della pista di decollo (legato puramente a motivi di sicurezza operativa), sarà tutto di guadagnato. Meglio un’implementazione graduale in base alle esigenze che progetti faraonici che mai si realizzeranno, dopotutto. L’approccio più morbido di questa promozione della cultura aeronautica attraverso la scuola di volo e le sinergie tra aziende raccoglierà sicuramente maggiori consensi anche tra coloro che, oggi ancora, vedono l’aerodromo regionale di cattivo occhio.
Quanto richiesto dai promotori locali, di modesto contenuto finanziario per il Cantone partner di supporto, va proprio in questa direzione. L’Aeroporto di Locarno può avere un futuro dal punto di vista industriale, turistico e di accessibilità infrastrutturale di servizi. I sogni di decollo cullati da sempre, in una logica simbolica, evidentemente, di una piccola regione il cui aeroporto produce un senso di riscatto e di legittimo orgoglio. In qualche modo la sensazione di poter riconquistare una modernità che gli è stata negata negli ultimi decenni e che era, in fondo, il senso dell’investimento iniziale dell’aviosuperficie inaugurata nel 1939.

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