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Nel Locarnese mano alle riserve

Un 2021 che si annuncia in trincea, tra cifre rosse, grandi progetti anticiclici e necessità di sostegno sociale

Nei giorni del confinamento
27 gennaio 2021
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Un anno vissuto in trincea il 2020 nel Locarnese. Dal confinamento di primavera, che ha bloccato sul nascere l'avvio della stagione turistica, alla cancellazione (in taluni casi la traslazione sul web) dei grandi eventi. E ancora: la città deserta in marzo-aprile e poi il rilancio estivo, con un massiccio afflusso di ospiti d'Oltralpe. L'incertezza l'ha fatta da padrone e in molti hanno cercato d'ingegnarsi per parare il duro colpo inferto dal virus. Un esempio su tutti, l'estensione delle terrazze dei ristoranti sulla piazza di Ascona, che ha permesso il distanziamento sociale e che da eccezione diventerà, per il futuro anni, la regola. Una strategia adottata anche in Piazza Grande a Locarno. Ricorderemo l'ospedale la Carità, trasformato in centro Covid per il Ticino, con il personale sanitario confrontato a uno sforzo umano e professionale titanico e i vertici della struttura sempre pronti a informare i media, con la massima trasparenza.
I Comuni hanno fatto la loro parte, organizzando la spesa a casa e altri servizi per la fasce più fragili della popolazione e in alcuni casi con aiuti finanziari per i cittadini, allo scopo anche di contribuire al rilancio dell'economia locale. Ci siamo trovati (e lo siamo ancora) tutti più distanti fisicamente, ma umanamente vicini, gomito a gomito, a combattere la medesima battaglia.
L'anno appena iniziato sarà difficile. A inizio gennaio, sulle pagine della cronaca di Locarno, abbiamo pubblicato i dati regionali della disoccupazione, con un netto aumento dei senza lavoro. Una prima sfida, subito dopo quella sanitaria, sarà il contenimento della preoccupante emorragia d'impieghi e, possibilmente, l'adozione di strategie per invertire la tendenza. Il rilancio passerà anche dai grandi progetti pubblici e in questo senso le aree attorno al Lago Maggiore non stanno messe così male; le idee ci sono, ma molte ancora su carta. Compito di chi siede nelle stanze dei bottoni sarà accelerare, per dare impulso alla regione.
Le premesse per un rilancio ci sarebbero tutte, se non fosse per il Covid-19, che rischia di continuare a far scivolare il Locarnese (e non solo) verso un periodo di crisi. Le casse dei Comuni, con deficit da capogiro già annunciati per l'anno appena iniziato, subiranno un pesante contraccolpo. Arduo sarà per i Municipi e i Consigli comunali che verranno eletti il prossimo mese di aprile trovare l'equilibrio tra la necessità d'investimenti anticiclici e il contenimento delle cifre rosse. Da prevedere pure l'aumento delle uscite per il sostegno sociale delle fasce più deboli della popolazione, che più di altre subiranno le conseguenze della pandemia. Problemi che accomunano le diverse località ma che - gioco forza – andranno gestiti singolarmente da ognuna di esse, in una realtà tuttora frammentata e con un'ipotetica aggregazione sempre e ancora lontana negli orizzonti politici. Ma così è. Per uscirne i Comuni che ne hanno la possibilità dovranno attingere a piene mani nelle loro riserve, nei ‘capitali propri’ accumulati negli anni delle vacche grasse. Insomma, tanti aspetti da prendere in considerazione per un 2021 che, purtroppo, si preannuncia in buona parte ancora un anno da vivere in trincea.

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