Commento

L'amore è cieco, ma poi un divorzio ti può rovinare!

Meglio prevenire che curare, ponendosi il problema in anticipo, informandosi bene, prima di sancire l'unione

6 settembre 2019
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Divorziare a Zurigo costa quattro volte tanto rispetto a Ginevra. Questo il titolo della notizia data in settimana dal sito di analisi online ‘comparis’, che ha analizzato le spese legali e le tasse di giustizia emesse dai tribunali in diverse località svizzere. Una bella botta al conto in banca e al salario, tanto più se il divorzio è litigioso e si impegnano per mesi o anni avvocati e tribunali.

Più discutibile quando ‘comparis’ annuncia che ‘divorziare nella Svizzera romanda e in Ticino, invece, fa molto meno male’. Sarà, in termini generali/comparativi. Ma in termini personali ed economici fa comunque male, come abbiamo evidenziato noi approfondendo la notizia e riportando i dati nudi e crudi del ricorso al Sud delle Alpi anche all’assistenza da parte di chi si ritrova la famiglia in cocci.
Del resto, anche senza svolgere particolari ricerche scientifiche e statistiche, molti di noi conoscono persone del proprio ‘entourage’ che hanno divorziato, compiendo un passo che li ha, tanto o poco, messi economicamente nei guai. Persone/famiglie che prima riuscivano a stare in piedi grazie a uno o due salari, sopportando i costi di un’unica economia domestica, e che poi, dopo il divorzio, si sono ritrovate sul lastrico (e, come detto, in assistenza), visto che gli affitti dalla sera alla mattina sono divenuti due e anche altre spese sono lievitate.
Ora, non vorremmo rovinare la poesia a chi, spinto dall’innamoramento e dalla voglia di formare una famiglia, si sta per lanciare. Anzi, avanti e coraggio e concepite anche figli! Ma, siccome i dati nudi e crudi, ci dicono quanto sia duro divorziare, anche solo con riferimento ai costi, e siccome chi non ha troppe disponibilità finanziarie si trova poi a dover ricorrere agli aiuti sociali pubblici, il Cantone o i Comuni potrebbero porsi la domanda se non sia il caso di informare meglio i futuri sposi anche sui rischi della rottura dell’unione (contratto), e questo preventivamente, ancor prima che venga sancita (stipulato). Starà poi alle future coppie, se lo ritengono utile, chiedere a un legale, prima della celebrazione del matrimonio, come eventualmente regolare il tutto (o quasi) se dovesse incrinarsi il rapporto di coppia.

Sappiamo bene che l’amore è cieco e che pochissimi si pongono il problema in anticipo. Ma sappiamo anche che un numero crescente di matrimoni va in frantumi dopo qualche anno.

In altre culture, diverse dalla nostra, questo tipo di approccio è già (quasi) moneta corrente. Da noi non ancora, ma come si suol dire, visti i nodi e le sofferenze in ballo, prevenire è meglio che curare.

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