Commento

Elicotteri e Cantone: ‘Ma l’è mia posibil!’

(©Ti-Press / Samuel Golay)
2 giugno 2017
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‘Ma l’è mia posibil!’. Così ha sbottato un tizio, mentre ieri accanto a me assaporava un caffè al bar, leggendo un articolo sulla ‘Regione’. Confesso che pure io, quell’articolo pubblicato a pagina 3 (dal titolo ‘Cantone ci devi seicentomila franchi’), me lo sono letto e riletto due volte per capacitarmi di aver davvero capito giusto e che non stessi vaneggiando.

Riassumiamo in breve, per chi si è perso, la notizia: i titolari delle ditte di elicotteri hanno scritto una lettera al Consiglio di Stato, reclamando il pagamento di seicentoventicinquemila franchi. Come mai? Perché negli ultimi tempi – e a loro dire in barba a quanto stabilito a suo tempo in una convenzione – quando si è trattato di spegnere incendi nei boschi ticinesi, il Cantone avrebbe preferito ricorrere anche ai più convenienti Super Puma dell’esercito, piuttosto che affidarsi (solo) ai mezzi delle società private. Ecco, quindi, scattare la richiesta di rimborso al Cantone delle ore di lavoro/volo perse durante gli ultimi incendi. Dati alla mano sarebbero 172 ore, pari a 626’940 sonanti franchetti, Iva inclusa. Insomma mica bruscolini.

Oggi, in un nuovo servizio a pagina 5, il signor Giovanni Frapolli rincara la dose, parlando di un prossimo richiamo della fattura qualora non fosse onorata e poi di possibile precetto esecutivo spiccato nei confronti del Cantone...

Delle due l’una: o il Cantone si è legato mani e piedi con le ditte private di elicotteristi in caso di incendi, inquinamenti e danni alla natura, accordando loro una super esclusiva (ma ci sembra alquanto strano), o – in caso contario – il Cantone può far riferimento a entrambi (ditte private ed esercito), dando ovviamente (siccome garantiscono un picchetto) una certa priorità alle ditte private. Pane per gli affilati denti dei legulei, che dovranno districare l’intricata matassa convenzione alla mano!

Comunque sia, quanto successo è molto interessante da più punti di vista. Ecco la domanda centrale: spegnere incendi, lottare contro inquinamenti o danni della natura è di competenza esclusiva dei mezzi aerei privati? Nutriamo qualche dubbio.

L’apertura sussidiaria ai militari è facilmente spiegabile. Molto concretamente: allo Stato si chiede di risparmiare? Bene, è giusto che lo faccia cercando anche alternative meno care. Non gratuite. Perché l’esercito (e tutto il materiale che mette a disposizione in caso di sciagura) comunque lo abbiamo già pagato con le imposte. E poi: perché, se gli elicotteri grigioverdi sono in grado di dare un fattivo contributo nello spegnimento di un incendio, non ricorrere in via subordinata anche a loro? Non solo sono decisamente più a buon mercato (se non gratuiti) rispetto alle compagnie private, ma così facendo assolvono anche ad un compito di interesse pubblico. Scoperta dell’acqua calda?

Ciò che stupisce, nello scritto inviato dalle ditte al Cantone, è la pretesa di esser pagati per prestazioni neppure svolte, perché passate di mano ai militari. Per assurdo un domani, andando avanti di questo passo, potrebbero chiedere dei risarcimenti al Cantone anche quelli che gestiscono la calla da neve perché è nevicato tanto e si è fatto ricorso ai militari. Ma, insomma, cosa è prioritario? Spegnere gli incendi nel minor tempo possibile, evitando che si estendano; spendere comunque somme importanti, ma cercando di contenerle, dando anche la possibilità all’esercito di dimostrarsi utile; o è invece importante garantire entrate in esclusiva ad alcune ditte private? La risposta per noi è ovvia. E speriamo che la convenzione si ponga sulla stessa frequenza d’onda. Se ciò non fosse, che la si cambi. Ma a favore del Cantone.

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