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Fuoco di Sant’Antonio, dopo il Covid. E il ruolo del vaccino

Più casi di Herpes Zoster. Si attiva quando le difese immunitarie si indeboliscono. Due medici spiegano perché Berna raccomanda agli over 65 di vaccinarsi

Più casi di Herpes Zoster. Si attiva quando le difese immunitarie si indeboliscono. Due medici spiegano perché Berna raccomanda agli over 65 di vaccinarsi

13 gennaio 2023
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Il fuoco di Sant’Antonio non è mai una bella compagnia. Se puoi la eviti. Inizia con un’eruzione cutanea – perlopiù dolorosa accompagnata da bruciore, prurito fastidioso – scatenata dalla riattivazione nel corpo del virus della varicella. Dopo la prima infezione (varicella), questo virus rimane silente, inattivo nelle radici nervose. Poi un bel giorno può risvegliarsi. Come mai, quando, perché e soprattutto: a chi? Sono le domande che molti si stanno facendo. Sembra che Covid e vaccino possono giocare un ruolo nel recente aumento di casi e ospedalizzazioni. «Anche se non abbiamo ancora ampi studi statistiche e numeri certi, c’è effettivamente l’impressione soggettiva che ci siano più casi di Herpes zoster. Quello che più comunemente chiamiamo ‘fuoco di Sant’Antonio’. Alcuni pazienti l’hanno sviluppato dopo essere guariti da un’infezione da coronavirus», ci spiega il dottor Carlo Mainetti. Il primario di dermatologia dell’Ente ospedaliero cantonale conferma, studi alla mano, che una possibile pista può anche essere quella del vaccino anti Covid: «Siamo ancora a livello di approfondimento, ma è possibile che ci sia un fattore, che riattiva il virus, anche nel vaccino». Questo ovviamente non significa – precisa il medico – che vaccinarsi contro il Covid sia pericoloso. Quindi niente allarmismi, anche perché c’è una soluzione.

Ti-PressIl dottor Mainetti

Swissmedic ha di recente omologato un vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio. Negli scorsi mesi, tutti i medici del Canton Ticino hanno ricevuto una raccomandazione del medico cantonale di vaccinare tutte le persone sopra i 65 anni e coloro, fra i 18 e i 50 anni, che hanno problemi di immunità. «Anche gli over 50 sono caldamente invitati a vaccinarsi per scongiurare una malattia che può essere molto dolorosa, invalidante e aggiungerei anche costosa per la collettività», precisa il dermatologo. Lui si è vaccinato anche perché sa che cosa significa il fuoco di Sant’Antonio per alcuni pazienti.

Quando le difese sono abbassate

La malattia può manifestarsi quando l’organismo è stanco. «Spesso si attiva quando si vive una situazione di stress psichico o fisico, come ad esempio il Covid. Tra le persone più a rischio ci sono gli individui con un sistema immunitario compromesso, come i pazienti oncologici, con malattie autoimmuni, con terapie immunosoppressive o gli anziani», precisa. C’è anche chi è finito all’ospedale perché eventuali complicazioni del fuoco di Sant’Antonio non sono da sottovalutare. «Effettivamente gli effetti possono essere seri e alcuni pazienti devono essere ospedalizzati. Soprattutto quando la malattia colpisce il primo ramo del nervo trigemino, c’è il rischio di sviluppare disturbi alla cornea, anche permanenti. Può minacciare la vista e richiede un trattamento antivirale urgente. Oppure, ma è più raro, può portare a meningo encefaliti».

Dopo le vesciche, la nevralgia

Dopo la scomparsa dell’eruzione e delle vesciche, può manifestarsi quella che i medici chiamano nevralgia posterpetica. Significa che il fuoco di Sant’Antonio "continua a infiammare i nervi". «Sono dolori lancinanti difficili da curare che possono durare mesi o addirittura anni, in taluni casi possono compromettere notevolmente la qualità di vita di una persona», precisa. Lo scorso anno in Svizzera l’incidenza delle visite mediche dovute al virus, è stata di circa 17’000 casi, di cui 2’700 della fascia d’età dai 60 ai 69 anni, 3’000 casi in quella dai 70 al 79 e 2’000 negli over 80.

I primi segnali della malattia sono bruciore, che può precedere le manifestazioni cutanee, e arrossamento della pelle. «Di solito l’herpes zoster si manifesta con vescicole dove la pelle è irrorata da un nervo sensibile. In alcuni casi ci sono più punti del corpo coinvolti. Sarebbe opportuno consultare quanto prima un medico, per valutare come curarsi, soprattutto chi ha un sistema immunitario compromesso. L’obiettivo della terapia antivirale è lenire i sintomi, accelerare la guarigione e contenere eventuali complicazioni».

A chi pensa di andare a farsi segnare, una pratica in voga in Ticino per ustioni e fuoco di Sant’Antonio, il medico consiglia pragmatismo. «Le vie del signore sono infinite… chi ci crede lo faccia pure, ma dopo una terapia convenzionale che è bene iniziare subito», conclude il primario.

Il ruolo del vaccino anti-Covid

Anche il dottor Christian Garzoni cura e ha curato spesso pazienti con il fuoco di Sant’Antonio. «Il coronavirus è effettivamente una malattia che può debilitare il corpo e dunque scatenare in un secondo tempo anche il fuoco di Sant’Antonio. È legato al virus della varicella che resta dormiente nel corpo. Lo osserviamo anche in pazienti che hanno fatto polmoniti gravi o altre malattie importanti», precisa il direttore sanitario della Clinica Luganese. Sulla possibile correlazione tra vaccino anti covid e herpes zoster tutto è ancora aperto e in fase di approfondimento: «La vaccinazione è una stimolazione, che attiva il sistema immunitario. Forse in questo frangente può diventare più difficile per il corpo di alcune persone controllare una eventuale riattivazione del virus della varicella», precisa. Anche l’infettivologo consiglia vivamente a tutti i suoi pazienti over 50 e immunodepressi di fare la vaccinazione contro l’Herpes Zoster, pagata dalla cassa malati (agli over 65 e agli over 18 con problemi di immunodepressione), e anche caldeggiata dalla Confederazione.

Ti-PressIl dottor Garzoni

Quanto protegge lo Shingrix

La pandemia ci ha fiaccato tutti e in generale pochi fanno salti di gioia pensando a nuove vaccinazioni. C’è quella per scongiurare l’influenza, quella anti Covid, ora anche per il fuoco di Sant’Antonio. «Io la farò. È compito dei medici di famiglia informare i pazienti. Non incontro scetticismo, anzi molti la fanno volentieri per evitare l’Herpes Zoster che può essere davvero molto doloroso». Una volta guarite le vesciche, il nervo può rimanere irritato. «Il dolore post erpetico può essere micidiale, ricordo pazienti con dolori tali da non poter dormire la notte per settimane, anche mesi. Uno su dieci può avere danni permanenti. Due/quattro su dieci, invece un decorso doloroso e prolungato, inoltre la probabilità di decorsi dolorosi aumenta con l’età», precisa il medico. L’efficacia del vaccino Shingrix, misurata da studi clinici, è molto alta: 91% contro l’herpes zoster e 89% contro la nevralgia post erpetica. «Stimolando il sistema immunitario, il corpo controlla meglio un eventuale risveglio del virus della varicella. Si tratta di un vaccino classico, basato su proteine virali, e va somministrato in 2 dosi a distanza di 2 mesi. L’effetto protettivo si mantiene per anni». Rossore e dolore al braccio sono gli effetti collaterali transitori più comuni. Ma ormai questo lo sappiamo già.