In vista del voto

Costi di cassa malati: tanti proclami, zero rimedi

15 ottobre 2019
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La sorpresa, peraltro ampiamente annunciata, è arrivata puntuale: anche per il prossimo anno i premi della cassa malati lieviteranno, e non poco. Anche se sotto il sole non c’è nulla di nuovo, questa ennesima stangata, che va a penalizzare fortemente le tasche dei ticinesi, impone la ricerca di una soluzione che metta fine a questa incresciosa e già da anni non più sostenibile costanza.

Perché il Ticino e i ticinesi non sono un pozzo senza fondo da cui attingere all’infinito. Le casse malati non possono sempre rivalersi sul nostro Cantone, dove, lo ricordo, la percentuale degli aumenti sarà superiore al resto della Svizzera, e dove quasi la metà delle persone è già oggi costretta a chiedere un sussidio per riuscire a pagare il premio mensile. Come muoversi, quindi? Seppur apprezzabile, l’iniziativa del Consigliere di Stato Raffaele De Rosa di farsi promotore di tre iniziative cantonali è arrivata fuori tempo massimo. Basti pensare che il premio medio pro capite è raddoppiato rispetto ai 176 franchi mensili del 1996 e la tendenza continuerà fino al 2040. Non sono io a dirlo, ma uno studio del Credit Suisse che molto difficilmente verrà smentito.

Sul tavolo, più che mai attuale, resta sempre l’idea, che a livello cantonale fu lanciata a suo tempo dalla Lega dei Ticinesi, di creare una cassa malati pubblica e sostenibile per tutti. Quella stessa proposta che venne bocciata a livello federale solo 5 anni fa in votazione popolare. Ma in questo lustro la situazione è cambiata in modo radicale. Riflettiamo solo su quanti siano i fondi che oggi vengono elargiti quali sussidi e che potrebbero essere utilizzati per la realizzazione di una cassa malati a costo sostenibile. Un’altra opzione percorribile potrebbe essere una parte degli utili della Banca Nazionale: mi si dirà che la Bns non è la soluzione a tutti i mali della Svizzera. Vero, ma è però una sorta di miniera d’oro con un bilancio quasi decuplicato in due decenni e con solo una minima percentuale degli utili che viene distribuita. Nel primo trimestre dell’anno l’utile è stato di 38,5 miliardi di franchi e se pensiamo che la somma totale annuale dei premi di cassa malati ammonta a 30 miliardi di franchi, capiamo facilmente che questa ipotesi di lavoro non è del tutto fuori luogo.

Allora come oggi, la Lega dei Ticinesi è pronta a riaprire la discussione: senza pregiudizi e senza preconcetti. Quello dell’aumento dei premi di cassa malati è un problema che riguarda tutti, da destra a sinistra: uniamo le forze per ragionare, con pragmatismo e realismo, su questo tema. Gli interessi in gioco sono molti e ben rappresentati in Parlamento. Oggi le casse malati possono contare su esponenti politici di spicco, che ne rappresentano gli interessi. Certo, qualsiasi categoria economica è rappresentata in Parlamento, ma oggi la lobby delle casse malati, visti gli interessi in gioco, ha molto potere. Soluzioni che ne diminuiscano il potere e che nel contempo contrastino l’aumento dei costi saranno difficili da trovare, ma non è impresa impossibile. Per la definizione dei premi di cassa malati, il Ticino paga il fattore di essere un Cantone in cui si vive bene e in cui l’aspettativa di vita è molto alta. E con l’invecchiare abbiamo bisogno inevitabilmente di più cure mediche. Sarà importante definire un nuovo catalogo delle prestazioni, così come il tariffario medico e il costo dei medicinali. Le imposizioni organizzative e tariffarie che le casse malati fanno anche nel settore degli istituti per anziani non aiutano certo a risolvere questo problema. Anzi! L’invecchiamento della popolazione e la migliore qualità di vita nel nostro Cantone devono essere presi come un atout a vantaggio di tutti e non come elementi di svantaggio per applicarci dei premi più alti. Abbiamo bisogno di una ponderazione di elementi differente a favore di tutto il Ticino: così non si può più andare avanti.

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