Per salvare il pianeta il Consiglio di Stato tramite il Dipartimento del territorio ha presentato il Piano energetico e climatico (Pecc) per accelerare la posa di impianti fotovoltaici e altro, con l’obiettivo strategico di ottenere energia pulita e indipendente da fattori esterni entro il 2050. In tutto l’elenco di buone intenzioni e relativa pioggia di milioni del Pecc è assente il fattore più importante, cioè “come garantire la copertura del fabbisogno energetico” accertato che nessun ricorso al sole o al vento lo potrà assicurare. Con il ripristino degli incentivi si vuole rilanciare il settore dei pannelli solari che si è inceppato. Con tutta probabilità perché nel frattempo i precedenti beneficiari hanno appreso che questa elargizione è vincolata all’obbligo di fornire all’Aet l’energia in esubero immessa in rete, che poi indennizza con un misero 3 cts-kw e annulla ogni prospettiva di beneficio. Medesima fregatura per l’incentivo delle auto elettriche, dove lo Stato rinunciava alla tassa di circolazione per l’assenza di emissioni di CO2 e per la salvaguardia dell’ambiente. Poi, malgrado lo scarso riscontro, la tassa è schizzata a 230.– Chf con la scusante del consumo delle strade. Il flop di vendite di auto elettriche, di pannelli solari e di iniziative ecologiche dimostra che per ottenere un riscontro nella popolazione le proposte per la salvaguardia dell’ambiente oltre che attrattive devono essere credibili.