Recentemente, molti giovani hanno ricevuto lettere da associazioni di tiro locali, promosse dalla Confederazione Svizzera, per partecipare al “Corso Giovani Tiratori 2025”. Si tratta di un’iniziativa che prevede l’uso di fucili d’assalto, armi da guerra. Questa iniziativa si rivolge direttamente ai ragazzi, normalizzando e banalizzando il concetto di maneggiare armi letali. Questa proposta è divenuta inappropriata e preoccupante. Offrire a giovani di 14 anni l’opportunità di sparare con un’arma d’assalto, in un mondo già segnato dalla violenza, contrasta con i valori di una società che dovrebbe promuovere la pace e il dialogo.
La tradizione del tiro in Svizzera ha radici storiche, ma oggi è fondamentale riconsiderare il messaggio che trasmettiamo alle nuove generazioni. Normalizzare l’uso delle armi non può essere considerato un passo essenziale nella formazione di un cittadino responsabile. Come membro del partito Costituzione Radicale, propongo che lo Stato interrompa l’invio di lettere dirette ai giovani per promuovere corsi di tiro. Se le famiglie ritengono opportuno iscrivere i propri figli a queste attività, devono essere loro a intraprendere l’iniziativa. Le istituzioni dovrebbero invece concentrarsi sulla promozione di valori di pace e coesione sociale. La sicurezza e l’educazione dei giovani devono essere una priorità. In un contesto globale sempre più polarizzato, è nostro dovere promuovere una cultura di pace e responsabilità. Le lettere e gli inviti devono cessare. Diminuire la promozione di tali attività, anche attraverso un piccolo cambiamento, rappresenterebbe un segno importante per sostenere un modello educativo che incoraggi valori di dialogo e responsabilità.