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Israele oggi

4 settembre 2024
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È il massacro in atto, i punti di vista alternativi considerati precursori del terrorismo, la quotidianità dentro i suoi presunti confini resa nuda e azzerata dallo stato di eccezione, la deliberata violazione del diritto internazionale e delle regole di impegno militare e umanitario, la pulizia etnica contrabbandata per autodifesa nazionale. Mi fermo qui per evitare crisi di nervi ai suoi fans nostrani.

Nel maggio 1996, a un intervistatore televisivo che le chiedeva se mezzo milione di bambini morti in Iraq fossero un prezzo che valeva la pena pagare, Madeleine Albright – ambasciatrice degli Stati uniti all’Onu e segretaria di Stato durante la guerra in Iraq – rispose: «È una scelta difficile ma pensiamo che fosse un prezzo che valeva la pena».

Il 10 agosto scorso, Kamala Harris, candidata alla presidenza degli Stati Uniti, ha detto in modo confuso e ambiguo che i civili uccisi a Gaza sono «far too many», davvero troppi, anche il presidente uscente Joe Biden ha detto la stessa cosa nel suo discorso alla convention democratica a Chicago.

Non è poi così difficile capire che il tempo passa, il mondo cammina, ma gli Usa e Israele restano quelli che sono sempre stati.

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