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Riforma fiscale, Ticino Paese pro-ricchi?

Se il referendum contro questa scellerata proposta dovesse fallire, si potrebbe ipotizzare che più della metà dei votanti abbia un salario netto di almeno 30’000 franchi mensili!
Sorgerebbe quindi spontaneo chiedersi quale potrebbe essere stato l’agente scatenante che abbia potuto indurre i sostenitori della riforma a sentirsi così solidali con i super ricchi da voler concedergli un ulteriore sgravio fiscale.
Perché? È forse lecito ipotizzare che chi sostiene questa misura che favorisce solo i ricchi, pur non essendolo, ambisca un giorno a diventarlo e ad incassare gli stessi loro lauti compensi e a trovarsi quindi (in un sogno ipotetico) nella situazione di potersi risentire anche lui, finalmente, per l’attuale imposizione considerata eccessiva?
Scherzi a parte, il rischio di fallimento del referendum – con gravi danni per la gente comune – è più concreto di quanto si possa pensare. I partiti che hanno sottoscritto il rapporto di maggioranza si stanno infatti mobilitando, propinando nuovamente i noti mantra del “gocciolamento” della ricchezza, celando l’indecente proposta in un pacchetto contenente anche cose buone (l’aumento delle deduzioni per le spese professionali, l’adeguamento delle imposte di successione, lo sgravio sul ritiro del secondo pilastro). In realtà, queste ricette, intese a sgravare il ceto medio, non sono però contestate dal referendum e per questo sono oggetto di un’iniziativa parlamentare che è già stata inoltrata dalla stessa sinistra e che, senza ombra di dubbio, sarà immediatamente approvata dal Gran Consiglio dopo l’auspicata bocciatura del pacchetto avvelenato.
Purtroppo o per fortuna non faccio parte dell’esclusivo club > 30’000 franchi di salario e quindi, razionalmente, non credendo più alle favole, voto e chiedo di votare un No convinto contro l’ingiusta riforma fiscale.

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