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Ci sentiamo di dare una vera vita ai giovani?

Ho letto l’intervista al noto pediatra Dott. Pezzoli sul potere delle Big Tech nel far prendere decisioni ai ragazzi; poi mi ricordo uno striscione apparso a Milano di un movimento giovanile che chiedeva di lasciar loro la possibilità di vivere un futuro diverso.
Ciò mi ha fatto pensare alle nostre generazioni che hanno vissuto, almeno fino al 2000, una vita solare sotto diversi aspetti: affettivi, economici e, forse, anche con meno guerre.

Oggi ai giovani è stato erroneamente dato libero accesso a uno smartphone che toglie loro dalle 4 alle 5 ore al giorno di riposo, sentimenti, socialità e anche la capacità di programmare o pensare da soli al proprio futuro. Sì, perché sono le Big Tech che hanno il potere di far decidere a loro il proprio futuro; perché se un video lo si può visionare per un massimo di 15 secondi, esso non può essere subito assimilato dato che poco dopo se ne riceve un altro: ciò non permette quindi di elaborare completamente il primo e questo si trasforma in confusione digitale.

Una soluzione probabilmente potrebbe esistere: limitiamo l’utilizzo delle Big Tech a determinate fasce orarie in modo che la vita normale prenda il sopravvento su quella digitale; così che si ritorni a dei ritmi normali per nutrirsi, per le amicizie, per studiare o praticare dello sport, e infine, chi ne ha voglia si metta pure a “smanettare”: questo dovrebbe essere il senso da dare allo striscione citato sopra, mentre il resto sono i pericoli che molto professionalmente ha citato il Dott. Pezzoli.

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