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Quando un uomo non è più un uomo

Vorrei riallacciarmi all’ottimo contributo di Roberto Antonini (laRegione del 27.10.’23).

Eravamo negli anni 60 e il mondo stava vivendo un periodo di tranquillità e pace. Ero alla Scuola Magistrale e le lezioni di storia ruotavano attorno al libro citato da Antonini, “La fine della storia”, di Francis Fukuyama.

Non molti anni più tardi, ahinoi, hanno ricominciato a spuntare le guerre: la violenza si è di nuovo impossessata del mondo.

Tra le cose che mi turbano profondamente c’è lo sprezzante considerare i nemici non uomini, ma bestie. Specialmente in questo periodo, mi tocca leggere giornalmente definizioni che mi spezzano il cuore: “animali”, “animali umani”, “uomini animali”, “bestie”, “bestie umane”, “belve”. Per fortuna molti, che stanno dalla stessa parte, non la pensano così.

Non dobbiamo mai dimenticare che non molti anni or sono uomini, donne, bambini, quando non furono più considerati tali, finirono nelle camere a gas.

Mi auguro che al più presto a tutti gli uomini venga perlomeno conferito lo statuto di umano. O no?

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