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Movimento per le valli: critica e resistenza

Gianni Righinetti definisce listarelle di portatori d’acqua quelle minori basate sull’anagrafe o sui temi. Diverso il caso del Movimento delle valli del Ticino che esprime il disagio di chi queste regioni le vive ma fa sempre più fatica a sopportare l'insensibilità per le sue legittime aspirazioni. Il quadro è noto: denatalità, economie boccheggianti, abbandono dei nuclei, dismissione delle regie federali ecc. Se poi aggiungiamo i rustici, la pastorizia alpestre e i grandi predatori, le residenze secondarie, le tasse turistiche, il piatto è servito. Per il futuro il mantra è lo sviluppo centripeto, il che non lascia presagire nulla di buono.
Anni fa G. Mattei ha creato MontagnaViva e sappiamo com’è andata. Visto che un partito non ha successo, si ritiene che un movimento “alleato” di un partito possa essere una via da seguire per sensibilizzarne i vertici e indurli a promuovere iniziative politiche oppure cercare alleanze a tutela delle regioni di montagna.
Noi propendiamo per un sostegno al Centro perché i concetti di federalismo, tutela delle autonomie locali e rispetto delle minoranze sono insiti nella sua cultura ma stentano a esserlo nelle altre forze politiche.
Tutela e rispetto non significa aiuti finanziari: molte iniziative nelle nostre valli sono state possibili grazie agli strumenti della politica regionale, ma troppo spesso a livello di coscienza collettiva nazionale (e in particolare urbana) questo giustifica altre imposizioni che cozzano contro il sentimento di libertà che caratterizza noi montanari.

Per noi quindi nessun “miraggio democratico” come teme Righinetti, ma una forma di “critica e resistenza” per dirla con Olinto Vanzetta, penna biaschese arguta che spesso e volentieri leggiamo sui nostri quotidiani.

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