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Non sputare nel piatto dove hai mangiato...

... è quello che si usa dire in gergo. Ma non sempre questo “detto” si adatta a tutti e vi spiego il perché: magari per una vita uno ha sgobbato, si è impegnato al massimo. Ma emerge che non è stato considerato e che le gratificazioni sono andate ingiustamente a gente non meritevole. E allora egli capisce che lo hanno solo sfruttato, anche con vane promesse. Poi alla fine, quando magari è già in pensione, se accenna alle ingiustizie subite, alle mancate gratificazioni e promozioni, gli dicono: “Non sputare nel piatto dove hai mangiato”. Ma alla fine chi ha mangiato veramente bene, chi ne ha approfittato, lui o gli altri? Vuoi negli impieghi pubblici o privati, per intenderci! “Ma dai non lamentarti, pensa a chi non ha un lavoro”. Ma allora cosa dobbiamo pensare per doverci accontentare? A chi muore di fame? A chi viene soppresso per motivi politici o religiosi? A chi è coinvolto in una guerra e deve soccombere? No, molti non sono di questo avviso. Se il piatto è stato avaro, miserabile e colmo di nefandezze, per te e per me, io e te ci sputiamo dentro. Con pieno diritto. Eccome che ci sputiamo dentro!

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