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Henry Dunant non è stato glorificato

Di fronte a ogni proposta di pubblicazione l’editore si pone la domanda: a chi serve? a cosa serve? .Il prof. Fabio Rossinelli qualche settimana fa ha pubblicato su laRegione un articolo su questo libro, ritenendolo in sostanza troppo laudativo nei confronti di Henry Dunant.

In realtà, il libro di Jaeger (pure lui storico come Rossinelli) non è un testo di storia ma un indagine dell'animo tormentato e della vita del fondatore della Croce Rossa. Le debolezze umane e le verità non gloriose di quella vita le ha indicate chiaramente senza approfondire né giudicare: Jaeger non ha mai glorificato né santificato Dunant!

Ha voluto capire quali forze e dinamiche innestatesi nella vita di Dunant abbiano portato (e poi contribuito) al parto della Cr. E l'ha fatto con l'escamotage del giornalista zurighese che intervista Dunant (quasi come uno psicoterapeuta) nelle sue ultime settimane di vita (Jaeger non è solo uno storico ma anche prolifico ricercatore, scrittore e romanziere).

Ben vengano discussioni e approfondimenti sulla tematica e le problematiche della missione della Cr.
Se gli storici tra di loro vogliono innescare una disputa per decidere a chi o a quali contingenze si debba attribuire il merito della fondazione della Cr, facciano pure.

Da parte nostra abbiamo ritenuto che in questo caso si trattasse di un libro serio e interessante che meritava la traduzione in italiano. Abbiamo ritenuto di fare un servizio alla verità e al lettore di lingua italiana mettendo a disposizione uno strumento valido per la conoscenza di come è nata e si è sviluppata questa istituzione umanitaria di grandissimo rilievo internazionale. Dando a Dunant ciò che spetta a Dunant.

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